Senofane
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Senofane (Colofone, 570 a.C. – 475 a.C.) è stato un filosofo greco, presocratico.
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[modifica] Vita
Le poche notizie sulla sua vita sono fornite da Diogene Laerzio: "Senofane di Colofone, figlio di Dexio o di Ortomeno...lasciata la patria, dimorò a Zancle (l’odierna Messina) di Sicilia e poi prese parte alla colonia diretta a Elea e qui insegnò; abitò anche a Catania. Secondo alcuni non fu discepolo di nessuno, secondo altri, dell’ateniese Betone o di Archelao. Sozione dice che fu contemporaneo di Anassimandro. Scrisse versi epici, elegie e giambi, censurando quanto Omero ed Esiodo hanno detto sugli dei. Cantava egli stesso le sue composizioni. Si dice che abbia polemizzato contro Talete, Pitagora ed Epimenide. Visse fino a tardissima età...cantò anche La fondazione di Colofone e La deduzione di colonia a Elea in duemila versi. Fiorì nella 60^ olimpiade (540 – 537). Demetrio Falereo in Sulla vecchiaia e lo stoico Panezio in Sulla tranquillità dell’animo dicono che abbia sepolto i figli con le sue mani, come Anassagora. Pare che sia stato comprato e poi riscattato dai pitagorici Parmenisco e Orestade..."
[modifica] Opere
Restano frammenti di elegie e di silli, versi satirici.
[modifica] Dottrina
Senofane critica l’antropomorfismo religioso, quale si trova nei poemi di Omero e di Esiodo e quale, del resto, era comune patrimonio delle credenze religiose del suo tempo:
- "Omero ed Esiodo hanno attribuito agli dei tutto quello che per gli uomini è oggetto di vergogna e di biasimo: rubare, fare adulterio e ingannarsi...i mortali credono che gli dei siano nati e che abbiano abito, linguaggio e aspetto come loro...gli Etiopi credono che (gli dei) siano camusi e neri, i Traci, che abbiano occhi azzurri e capelli rossi ...ma se buoi, cavalli e leoni avessero le mani e sapessero disegnare...i cavalli disegnerebbero gli dei simili a cavalli e i buoi gli dei simili a buoi ...". In realtà, "uno, dio, tra gli dei e tra gli uomini il più grande, non simile agli uomini né per aspetto né per intelligenza...tutto intero vede, tutto intero pensa, tutto intero sente...senza fatica tutto scuote con la forza del pensiero...sempre nell’identico luogo permane senza muoversi, né gli si addice recarsi qui o là."
Da tutto questo si ricava la concezione di un dio-universo e nient’altro si può dire della sua concezione della divinità e dell’essere, diversamente da tarde interpretazioni che vogliono fare di Senofane un precursore della scuola eleatica e il maestro di Parmenide. Egli è legato alla scuola ionica di Mileto, quella di Talete, Anassimandro e Anassimene, a cui egli aggiunge uno spirito, che si potrebbe definire laico, di critica alle concezioni religiose correnti. Non a caso sostiene che "il certo, nessuno lo ha mai colto né ci sarà nessuno che possa coglierlo, sia per quanto riguarda gli dei che per ogni cosa. Infatti, se pure ci si trovasse a dire qualcosa di vero, non lo si saprebbe per esperienza diretta; noi possiamo avere solo opinioni", aggiungendo che "non è che da principio gli dei abbiano rivelato tutto ai mortali, ma col tempo, cercando, gli uomini trovano il meglio".
In queste ultime affermazioni si rileva uno spirito di concretezza razionalistica sui limiti della conoscenza umana ma anche la consapevolezza che non da interventi soprannaturali l’uomo può acquisire conoscenza o costruire la propria cultura.
[modifica] La natura
Sulla sua concezione della natura restano pochi frammenti: Achilles, nell’Isagoge in Aratum, riporta che "questo limite della terra lo vediamo ai nostri piedi che viene a contatto con l’aria, l’estremo inferiore si stende invece indefinitamente"; da Aezio deriva che "il mare è fonte dell’acqua e del vento: infatti il vento né dalle nubi né dall’interno spira, senza il grande mare, né le correnti dei fiumi, né nell’atmosfera l’acqua piovana. Il grande mare genera nubi, venti e fiumi"; Ippolito, nella Refutatio contra omnes haereses, riassume che, per Senofane, "nella terra ferma e nei monti si trovano conchiglie, a Siracusa, nelle latomie, si sono trovate impronte di pesci e di foche, a Paro l’impronta di una sarda nella pietra viva e a Malta impronte di ogni sorta di pesci. Questo è avvenuto quando anticamente tutto fu ridotto a fango e l’impronta del fango si è disseccata. La specie umana scompare quando la terra, sprofondatasi nel mare, diventa fango e poi di nuovo la terra ricomincia a formarsi e a tale trasformazione sono soggetti tutti i mondi". E, citato da Aezio, Teodoreto e Sesto Empirico, "tutti siamo nati dalla terra e dall’acqua".
Moderni commentatori hanno tacciato queste ultime considerazioni di grossolano materialismo che non si collegherebbero con un suo presunto principio fondamentale dell’unità e dell’immobilità dell’universo, avendo essi considerando attendibile, relativamente a Senofane, lo Pseudo – Aristotele del De Melisso Xenophane Gorgia, che è un trattato neoplatonico con nessuna attendibilità storica, e pertanto inserendo erroneamente Senofane nella scuola eleatica, In realtà, anche da queste poche citazioni, Senofane si conferma filosofo ionico, interessato all’osservazione diretta della natura, lontano da problematiche ontologiche e dall’ipostatizzare un mondo trascendente l’esperienza.
[modifica] Bibliografia
I Presocratici, testimonianze e frammenti, a cura di Gabriele Giannantoni, Laterza, Roma - Bari, 1995
[modifica] Voci correlate
- A Senofane è stato intitolato il cratere Senofane, sulla superficie della Luna.
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