San Vito di Lucania
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San Vito martire , o San Vito di Lucania (Mazara del Vallo, III secolo – Lucania, 15 giugno 303), è stato un santo italiano.
Vito di Lucania | ||
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Nascita | III secolo | |
Morte | 15 giugno 303 (28 giugno secondo il Calendario giuliano)) | |
Venerato da | Chiesa cattolica, Chiesa ortodossa serba, Chiesa ortodossa bulgara | |
Ricorrenza | 15 giugno | |
Attributi | palma | |
Patrono di | danzatori | |
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Non si hanno dati storicamente accertati sulla sua origine, anche se, secondo testimonianze, sarebbe nato in Sicilia da padre pagano. Sarebbe stato incarcerato sette anni a causa della sua fede cristiana.
Indice |
[modifica] Tradizione
«La città di Mazara - scrive lo storico Domenico Lancia di Brolo nella sua Storia della Chiesa in Sicilia - per antichissima tradizione da nessun’altra contraddetta, passa per essere stata la patria del nostro Santo, il quale nato da Hila, idolatra e di nobile stirpe, ma allevato da Crescenzia ed educato da Modesto, ambedue ferventi cristiani, ancor fanciullo si distingueva per fervore nel praticare la fede e coraggio nel professarla» [1]
Secondo il Martirologio Gerominiano Vito sarebbe vissuto a lungo in Lucania, tanto che ancora oggi è ricordato impropriamente dai fedeli del luogo come san Vito di Lucania. Sarebbe morto martire nell'anno 303, assieme alla nutrice santa Crescenzia e al precettore san Modesto, durante la persecuzione di Diocleziano.
Alcune reliquie sono custodite in un corpo cerato che raffigura il Santo, custodito presso la Chiesa Collegiata di Sant'Ambrogio di Omegna (VB), racchiuso in un'urna e portato solennemente in processione l'ultimo sabato di agosto, giorno in cui il vescovo di Novara Bascapè portò devotamente le reliquie nel borgo di Omegna. Altre reliquie del Santo sono custodite nell'omonima chiesa di Marola (provincia di La Spezia).
Secondo una passio del VII secolo il fanciullo siciliano Vito (BHL 8711-12; per BHL 8714 nasce in Lucania), dopo aver operato già molti miracoli, sarebbe stato fatto arrestare dal preside Valeriano. Avrebbe subito torture e sarebbe stato gettato in carcere senza che però avesse rinnegato la propria fede; sarebbe stato liberato miracolosamente da un angelo e si sarebbe recato, insieme al precettore Modesto e alla nutrice Crescenzia, in Lucania per continuare il suo apostolato. Acquistata sempre maggior fama presso il popolo dei fedeli, sarebbe stato perfino supplicato dall'imperatore Diocleziano di liberare il figlio dal demonio (forse si trattava di epilessia) ma, ottenuto il miracolo, Diocleziano gli si sarebbe scagliato contro, facendolo imprigionare e torturare. Dopo essere stato nuovamente liberato dall'angelo, ritornando presso il fiume Sele, Vito sarebbe morto ivi con Modesto e Crescenzia. Le salme dei tre sarebbero state in seguito sepolte dalla pia matrona Fiorenza in un luogo chiamato Marianus.
Nella città di Marigliano, in provincia di Napoli, identificata dagli studiosi con l'antico Marianus, presso la chiesa di San Vito, costruita su una basilica martiriale altomedievale e annessa, a partire dalla seconda metà del secolo XV, ad un convento francescano, è custodita la tomba del martire sigillata da un marmo, ricoperto un tempo da pietre preziose, sul quale è incisa la frase latina: HIC VITO MARTIRI SEPVLTVRA TRADITVR.
Al racconto originario della passio del martire si aggiunsero con il passare degli anni varie leggende relative alle translationes delle sue reliquie in varie città e monasteri, e vari miracula che avrebbero avuto come protagonista Vito, leggende che contribuirono ad accrescere ulteriormente la sua fama.
Un'altra leggenda devozionale lo vede protagonista in Sicilia, a Regalbuto, dove Vito, fermatosi per riposare nel luogo dove ora sorge la chiesa dei cappuccini, avrebbe incontrato dei pastori disperati perché alcuni cani avevano sbranato un bambino; allora il Santo, richiamati i cani, si sarebbe fatto restituire da essi i resti del corpo del bambino a cui avrebbe ridonato la vita.
Se è vero che per secoli la figura di san Vito ha alimentato ed esaltato la fede popolare – si pensi per esempio alla protezione per la quale il Santo veniva invocato, in modo particolare nella speranza di ottenere guarigione da patologie quali la Corea di Sydenham, una forma di encefalite nota come ballo di San Vito in quanto può presentare postumi come tic, tremori, etc., dall'idrofobia, da malattie degli occhi (in slavo la parola Vid = vista fu associata al suo nome, e in quelle terre il culto di san Vito pare avesse sostituito l'antico culto di Svetovit), dalla letargia, è altrettanto vero che la nascita del suo culto e la relativa tradizione agiografica non sono stati ancora studiati in maniera ampia e approfondita.
[modifica] Culto
È venerato come santo martire dalla Chiesa cattolica ed è un Santo molto importante anche per la Chiesa ortodossa serba e quella bulgara, la sua ricorrenza è osservata nel giorno del 15 giugno del Calendario gregoriano che corrisponde al 28 giugno del Calendario giuliano.
È il patrono della sua città, Mazara del Vallo e della diocesi.
[modifica] Patronati
San Vito è patrono dei seguenti comuni italiani:
- Aieta (CS)
- Aquilonia (AV)
- Avigliano (PZ)
- Barzano' (LC)
- Capaccio-Paestum (SA)
- Carini (PA)
- Carmiano (LE)
- Castelgrande (PZ)
- Cellole (CE)
- Cermenate (CO)
- Ciminna (PA)
- Cretone (Roma)
- Eboli (SA)
- Forio (NA)
- Lequile (LE)
- Macchia, frazione del comune di Giarre (CT)
- Marano Lagunare (UD)
- Marigliano (NA)
- Mascalucia (CT)
- Mazara del Vallo, sua presunta città natale
- Montalto delle Marche (AP)
- Monte San Vito (AN)
- Omegna (VB)
- Partanna (TP)
- Polignano a Mare (BA)
- Positano (SA)
- Rapone (PZ)
- Recanati (MC)
- Regalbuto (EN)
- San Vito al Torre (UD)
- San Vito Chietino (CH)
- San Vito dei Normanni (BR)
- San Vito di Cadore (BL)
- San Vito Lo Capo (TP)
- Sapri (SA)
- Tricase (LE)
- Gigliotti frazione di Colosimi (CS)
San Vito è, inoltre, il patrono di Fiume, in Croazia.
San Vito è il patrono ed il protettore dei danzatori. Era assai venerato nel medioevo e fu inserito nel gruppo dei Santi ausiliatori, santi verso i quali veniva invocata una intercessione in particolare occasioni e nella speranza di ottenere guarigione da particolari malattie. Il simbolo che lo rappresenta è la palma.
[modifica] Note
[modifica] Bibliografia
- Edizione della passio BHL 8711 in AASS Junii, 3ed. III, pp. 499-504 (Venezia, 1742, pp. 1013-42)
- Agostino Amore, Vito, Modesto e Crescenzia, Bibliotheca Sanctorum 12, Roma 1998 (1963), 1244 sg.
- Antonio Esposito, Il complesso monumentale di San Vito a Marigliano. Storia, arte e devozione, Edizioni Ler, Marigliano 2006
- Peter Manns, accurante, I Santi, Jaca Book, Piacenza, 1987, pag. 137
- Erich Wenneker, Vitus (Veit), articolo in BBKL (Biographisch-Bibliographische Kirchenlexikon), band XII, 1997, Verlag, 1530-1533[2]
- Maria Rita Basta, L'iconografia di San Vito in alcuni esemplari di arti minori siciliane (in Congresso internazionale di studi su San Vito e il suo culto, Mazara del Vallo, 2002).
- Maria Rita Basta, Il culto di S. Vito martire in Sicilia: agiografia, topografia ed iconografia tra IV e XV secolo (tesi di diploma in Storia dell'arte, A.A. 2001-02).