San Lupo di Troyes
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San Lupo di Troyes (Metz (Ieul), ca. 383 – Troyes, ca. 478) è stato un religioso francese.
Considerato santo dalla Chiesa cattolica, si festeggia il 29 luglio.
Biografia
Nacque a Ieul, presso Metz verso il 383. Era figlio di un nobile della città di Toul, il cui nome è variamente tramandato (Eparchio/Eparchius, o Epirochio Franconio), esponente dell'alta nobiltà di origine senatoriale[1]. Entrò nell'entourage del governatore (e futuro vescovo) san Germano d'Auxerre e sposò Pimeniola, una sorella di sant'Ilario d'Arles. Dopo sette anni di matrimonio i due coniugi decisero di comune accordo di consacrarsi alla vita monastica e di divenire l'uno monaco, l'altra suora.
Lupo entrò nel vicino monastero di Lerins (oggi Isola di Sant'Honorat) nel 426, dove prese i voti anche un suo fratello, san Vincenzo di Lérins. Organizzò un concilio nella sua città. Insieme a san Germano d'Auxerre, fu inviato dai suoi superiori in Britannia, a predicare contro l'eresia pelagiana, che si stava rapidamente diffondendo in quella regione. Durante il viaggio, secondo la tradizione i due incontrano a Nanterre, la giovane santa Genoveffa alla quale Germano donò simbolicamente una moneta, prima di consacrarla a Dio.
Nel 451, come santa Genoveffa a Parigi, san Lupo protesse Troyes contro Attila e le sue armate: in un primo momento inviò al capo unno alcuni membri del clero locale, suoi collaboratori, tra i quali Memorius e Camèlien, che furono massacrati dagli invasori: solo Camelièn sopravvisse e divenne in seguito il successore di san Lupo sulla cattedra vescovile di Troyes. San Lupo si recò quindi personalmente ad incontrare Attila, riuscendo a convincerlo a risparmiare la città e a ritirare le sue truppe. Ma dopo il passaggio degli Unni la regione, messa a ferro e fuoco, si era tuttavia spopolata e san Lupo fu costretto a rimettere il suo incarico vescovile e trascorse due anni recluso sul monte Lansuine (a 15 km da Troyes) e altri due a Macon, dove gli furono attribuiti numerosi miracoli.
Ripresa la cattedra episcopale, morì a Troyes nel 478 (oppure l'anno successivo, secondo alcune fonti). Nel 570 i re Gontran e Chilperico, si giurarono pace reciproca sulla sua tomba. I suoi resti furono profanati e dispersi durante la Rivoluzione francese, nella notte tra il 9 e il 10 gennaio 1794, ad eccezione di una porzione del cranio, che tutt'ora si conserva e si venera come reliquia nella cattedrale di Troyes.
San Lupo di Troyes viene invocato contro la possessione del demonio, la paralisi e l'epilessia.
Il culto del santo francese è diffuso fino in Italia meridionale, dove è patrono di San Lupo (provincia di Benevento)-
Note
- ^ Cfr.: Christian Settipani (Prosopography Centre dell'Università di Oxford), Continuité gentilice et continuité familiale dans les familles sénatoriales romaines à l'époque impériale: mythe et realité ,Oxford, 2000; ISBN 1-900934-02-7. Il genealogista seicentesco parmense Ippolito Calandrini (Il publio Svezzese, ovvero, Historia Dell’Antichissima e Nobilissima Famiglia degli Illustrissimi Signori de’ Lupis Marchesi di Soragna e vita Del Glorioso S. Lupo Vescovo e confessore, Parma 1653), descrive come un suo fratello, Sisulfo (o Gisulfo), che sarebbe stato al servizio del re franco Meroveo, dopo la morte del santo, avrebbe cambiato il proprio cognome da Franconio a Lupo per onorarne la memoria..
Collegamenti esterni
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