Romei
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Col termine Romei si indicavano i romani di lingua greca, abitanti dell'Impero romano d'Oriente (395 - 1453).
Il termine "bizantini" è stato introdotto dagli Illuministi, quando l'Impero di Costantinopoli era scomparso da secoli.
"Romei" è il termine che fu usato dagli stessi abitanti dell'Impero romano d'Oriente per definirsi. Come l'Impero bizantino era Impero romano, così la sua capitale Costantinopoli era la Roma d'oriente. I Romei, infine, chiamavano la penisola Balcanica, Rumelia, nome di regione che sarà conservato pure dai conquistatori ottomani.
[modifica] Storia del nome
Nell'Europa occidentale gli abitanti dell'Impero bizantino non vennero mai chiamati "romani" perché il papa non riconobbe loro il diritto di essere considerati i continuatori dell'impero romano, titolo che invece riservò a se stesso. In Occidente vennero chiamati invece "greci", in senso dispregiativo. Tale netta distinzione venne sancita da Papa Leone III nel Natale dell'800, con l'incoronazione a imperatore del Sacro Romano Impero del Re di Francia, Carlo Magno.
Gli arabi e i turchi chiamavano i romei Rum, nome che deriva dalla lingua araba e significa "romani".
Nel XVIII secolo con l'Illuminismo venne introdotto il termine "bizantini" per distinguere gli abitanti dell'Impero di Costantinopoli dai cittadini dell'impero romano. Dal Settecento, quindi, per "romani" si intendono gli abitanti di tutto l'Impero fin quando era unito e, a partire dal 476, solo di quello d'Occidente.
Il nome "bizantini" deriva dall'antico nome della città di Costantinopoli, ossia la greca Bisanzio. La città sul Bosforo si era chiamata così fino al 330, quando Costantino I decise di fare della colonia greca la sua capitale. Questo nome sarà usato come dispregiativo da parte degli illuministi, nei confronti dei romei, essi svalutavano l'importanza storica che aveva giocato l'impero romano d'oriente nella storia d'Europa. Questa linea di disprezzo verso l'Impero romano d'oriente fu tenuta fino alla metà del XIX secolo, poi la storia dei romei fu rivalutata, ma il termine ormai era stato definitivamente accettato dalla comunità degli studiosi.
[modifica] Bibliografia
- Léon Bloy. Costantinopoli e Bisanzio . Milano, Medusa, 1917.
- Agostino Pertusi (a cura di). La caduta di Costantinopoli. Le testimonianze dei contemporanei. Milano, Mondadori (Fondazione Valla), 1976. [1]
- Agostino Pertusi (a cura di). La caduta di Costantinopoli. L'eco nel mondo. Milano, Mondadori (Fondazione Valla), 1976.
- Imperatori di Bisanzio (Cronografia). Ed. Salvatore Impellizzeri. 2 voll. Vicenza 1984. [Nuova edizione critica e traduzione in italiano]
- Niceta Coniata Grandezza e catastrofe di Bisanzio, 3 voll., Milano, Mondadori (Fondazione Valla), 1994.
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