Realismo ingenuo
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L'espressione realismo ingenuo indica una teoria della percezione del senso comune, conosciuta anche come realismo del senso comune o realismo diretto.
La maggior parte delle persone, prima di iniziare a riflettere in modo filosofico, appartiene (inconsapevolmente) alla categoria dei realisti ingenui. [citazione necessaria]
La teoria, descritta da Henri Bergson nel suo "Materia e Memoria", sostiene che il mondo sarebbe più o meno come percepito dal senso comune. Tutti gli oggetti sono composti di materia, occupano spazio, hanno proprietà come misura, forma, consistenza, odore e colore. Queste proprietà, di solito, sono percepite correttamente. Quindi, secondo la teoria, quando guardiamo e tocchiamo le cose, noi vediamo e tastiamo direttamente questi oggetti, e li percepiamo come essi sono. Gli oggetti continuano a obbedire alle leggi della fisica e mantengono le proprietà che li contraddistinguono, che li si guardi o meno fare ciò.
La teoria si differenzia dal realismo scientifico, il quale sostiene che l'universo ha queste caratteristiche perché fanno parte della sua descrizione scientifica e quindi, ad esempio, gli oggetti non sono colorati per se, ma in quanto riflettono determinate lunghezze d'onda. Il realista ingenuo, invece, sostiene che gli oggetti hanno davvero il colore che noi percepiamo.
Un realista scientifico è, ad esempio, John Locke[citazione necessaria], che sosteneva che il mondo ha solo qualità primarie recepite in una descrizione scientifica fatta propria dalla teoria corpuscolare, mentre le altre proprietà sono del tutto soggettive, basandosi, per la loro esistenza, sul fatto che qualcuno osservi l'oggetto che ha quelle caratteristiche.
[modifica] Critiche
Il realismo ingenuo è stato spesso criticato in base al fatto che diversi individui hanno delle percezioni contrastanti della stessa realtà (come ha fatto Bertrand Russell nel suo I problemi della Filosofia). Ad esempio, una mela può apparire rossa di giorno, ma al calare della sera essa assume varie tonalità di grigio.
Alcuni studiosi (come Myles Burnyeat) hanno sostenuto che, in realtà, il problema delle percezioni contrastanti non esiste. Secondo questi autori, sostenere che qualcosa non può davvero possedere una proprietà perché appare diverso in varie circostanze, da diverse prospettive e sotto diverse condizioni, equivale a dire che un oggetto non può davvero avere delle proprietà fino a quando non mostri di averle sempre. Di conseguenza, noi dovremmo concludere che un bastone di legno è effettivamente dritto sotto tutte le condizioni e in ogni periodo. Chiaramente, secondo Burnyeat e gli altri critici del realismo scientifico, ciò è falso: chiunque percepirebbe il bastone come se fosse storto, qualora esso fosse in parte immerso in acqua (per effetto della rifrazione), ma nessuno penserebbe che ciò avviene perché il bastone non è davvero dritto.
Bertrand Russell affermò l'insussistenza del realismo ingenuo sostenendo che[1]:
- il realismo ingenuo si riferisce alla fisica;
- la fisica, se è vera, dimostra che il realismo ingenuo è falso;
- il realismo ingenuo se è vero è perciò falso;
- il realismo ingenuo è perciò falso.
[modifica] Note
- ^ Bertrand Russell, An inquiry into Meaning and Truth, Londra 1960
[modifica] Collegamenti esterni
- Presentazione ppt con gli elementi costitutivi del realismo ingenuo, da un corso di studi dell'Università di Pavia (prof. Bonfiglio)