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Quattro mosche di velluto grigio - Wikipedia

Quattro mosche di velluto grigio

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Quattro mosche di velluto grigio

Titolo originale: Quattro mosche di velluto grigio
Lingua originale: {{{linguaoriginale}}}
Paese: Italia
Anno: 1971
Durata: 104'
Colore: colore
Audio: sonoro
Rapporto:
Genere: Giallo/Thriller/Horror
Regia: Dario Argento
Soggetto: Dario Argento, Luigi Cozzi, Mario Foglietti
Sceneggiatura: Dario Argento
Produttore: Salvatore Argento
Produttore esecutivo: {{{produttoreesecutivo}}}
Casa di produzione: {{{casaproduzione}}}
Distribuzione (Italia): {{{distribuzioneitalia}}}
Storyboard: {{{nomestoryboard}}}
Art director: {{{nomeartdirector}}}
Character design: {{{nomecharacterdesign}}}
Mecha design: {{{nomemechadesign}}}
Animatori: {{{nomeanimatore}}}
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Episodi:
Fotografia: Franco Di Giacomo
Montaggio: Françoise Bonnot
Effetti speciali: Cataldo Galliano
Musiche: Ennio Morricone
Tema musicale: {{{temamusicale}}}
Scenografia: Enrico Sabbatini
Costumi:
Trucco: Paolo Borselli, Giuliano Laurenti
Sfondi: {{{nomesfondo}}}
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Sequel: {{{nomesequel}}}
Si invita a seguire le linee guida del Progetto Film

Quattro mosche di velluto grigio è il terzo film giallo di Dario Argento, girato nel corso del 1971 con location a Milano e Torino. È il terzo capitolo della cosiddetta Trilogia degli animali di Argento.

[modifica] Trama

Template:Attenzione: la trama contiene varie imprecisioni che possono portare ad una idea errata dello svolgimento del film, pertanto deve essere rivista

Roberto Tobias (Roberto Fabiani nel soggetto originale), batterista in un gruppo rock, si sente seguito da alcuni giorni da un misterioso individuo. Una sera, finite le prove con il proprio gruppo, decide di affrontare direttamente il proprio persecutore: trascinato in un teatro, lo uccide accidentalmente utilizzando maldestramente lo stesso pugnale dell'aggressore. L'omicidio viene fotografato da un misterioso individuo contraffatto da una maschera carnevalesca, che comincia a perseguitarlo, inviandogli la prova del delitto avvenuto e minacciandolo, a propria volta, di morte.

Inizialmente, Roberto non fa menzione della cosa né con gli amici più stretti, né con la moglie Nina. Le minacce dell'individuo travisato proseguono, e Roberto viene aggredito, in piena notte, dal proprio persecutore. La persecuzione di Roberto è ormai nota alla moglie, alla propria domestica, agli amici più intimi ed alla polizia, che comincia ad indagare pur essendo all'oscuro del precedente omicidio commesso da Roberto.

Nel frattempo, la domestica di Roberto, venuta a conoscenza dell'identità del persecutore, viene uccisa. Le minacce intanto proseguono, sparisce il gatto di Roberto che l'aggressore fa ritrovare ucciso e chiuso in un sacchetto di plastica nel frigorifero di casa Tobias.

Roberto è inoltre afflitto da un incubo ricorrente: la decapitazione di un individuo (di cui ignora l'identità) da parte di un boia armato di scimitarra in una affollatissima piazza araba. Terrorizzato dagli eventi e dalle suggestioni che lo opprimono, Roberto si rivolge ad un suo amico barbone, Diomede, che gli consiglia di rivolgersi ad un investigatore privato, Arrosio. Si scopre frattanto che l'individuo che pedinava originariamente Roberto non è morto, dato che il pugnale con cui è stato colpito era finto, del tipo usato nelle finzioni cinematografiche. A sua volta, l'individuo comincia a ricattare l'aggressore di Roberto, finendo a sua volta ammazzato e garrottato con un filo di ferro.

Impaurito, Roberto chiede alla moglie Nina di allontanarsi da casa, rimanendo solo con Dalia, parente della consorte, con cui allaccia una relazione clandestina. Frattanto, gli omicidi proseguono con la morte di Arrosio, giunto a comprendere l'identità del colpevole, e la stessa Dalia, aggredita in casa di Roberto. Roberto stesso apprende di essere la prossima vittima da un biglietto lasciatogli dall'assassino.

Davanti all'omicidio di Dalia la polizia, incapace di identificare il colpevole, decide di far ricorso ad una moderna tecnologia: fotografando la retina della vittima sarà possibile ricavare l'ultima immagine impressa su di essa e, sperabilmente, il volto dell'aggressore. Il tentativo, tecnicamente riuscito, risulta tuttavia vano, in quanto l'unica confusa immagine che emerge dalla retina di Dalia è quella di quattro mosche, aventi la consistenza del velluto. A fronte del mistero, a Roberto non resta che aspettare il proprio aggressore. In una notte di vento, scoprirà finalmente molte verità, compreso il reale significato del suo incubo più ricorrente...

[modifica] Aspetti rilevanti

Quattro mosche di velluto grigio è il primo film in cui Argento inserisce, seppur incidentalmente, elementi soprannaturali nella trama, rappresentati in questo caso dai ricorrenti incubi di Roberto e dalle "precognizioni" che li accompagnano, come si scoprirà alla fine del lungometraggio.

Non nuovi invece gli escamotage scientifici, cui già si era fatto ricorso ne L'uccello dalle piume di cristallo (1969), per spiegare le pulsioni dell'omicida, e ne Il gatto a nove code (1970), per spiegare la tendenza a delinquere dell'assassino. È appena il caso di dire che la tecnica scientifica cui fa riferimento il film, futuribile negli anni settanta, risulta oggi implausibile. Accanto a tali elementi, il film si distingue per una tendenza al comico/grottesco che non si ravvisava nei film precedenti e che andrà gradualmente scemando nei thriller di Argento, già a partire dal successivo Profondo Rosso (1975): in tale ottica vanno inquadrati i ruoli e le interpretazioni di Bud Spencer, di Oreste Lionello (il Professore, amico di Diomede), di Gildo di Marco (il postino), Corrado Olmi (il portinaio) e, pur con una coloritura malinconica, se non tragica, Jean Pierre Marielle, i quali hanno comunque un ruolo rilevante nella stessa vicenda "gialla".

Come ne L'uccello dalle piume di cristallo e nei successivi Profondo Rosso e Tenebre l'elemento che scatena la furia omicida del maniaco va rinvenuto in un trauma accaduto nel passato.

Secondo quanto affermato dallo stesso Argento, il film, nel descrivere il menage fra Roberto e Nina, contiene alcuni riferimenti autobiografici. Lo stesso Michael Brandon fu scelto dal regista perché gli somigliava vagamente, come pure Mimsy Farmer, scelta per il ruolo della moglie del protagonista dopo aver repentinamente scartato altre attrici candidate al ruolo di Nina Tobias, assomigliava al'ex moglie del regista romano.

[modifica] Curiosità

  • Quattro mosche di velluto grigio è l'unico film di Argento a non essere uscito nel mercato italiano home video nè in VHS e nè in DVD (anche se presente una rara edizione americana in VHS con linguaggio italiano), per problemi legati alla sua distribuzione. I diritti di riproduzione del film originale sarebbero infatti detenuti in parte dalla Paramount Pictures, che pare essersi sempre disinteressata alla sua diffusione, nonostante la fama del regista, e in parte dalla SEDA spettacoli, ovvero la Società di distribuzione di Dario Argento;
  • Il film è apparso saltuariamente in televisione, l'ultima volta nel 1991 su Rete 4;
  • Francine Racette (Dalia) era all'epoca delle riprese moglie di Donald Sutherland;
  • Mimsy Farmer (Nina), è stata moglie dello scrittore Vincenzo Cerami;
  • Jean Pierre Marielle è recentemente comparso al cinema nel ruolo di Sauniére, ne Il Codice da Vinci di Ron Howard (2006);
  • Gildo di Marco, che interpreta il postino, era il galeotto "Addio" ne L'uccello dalle piume di cristallo;
  • Corrado Olmi, il portinaio, era uno dei poliziotti ne Il gatto a nove code;
  • Il personaggio dell'assassino travisato da una maschera era interpretato da Luigi Cozzi, amico di Argento ed autore del soggetto assieme al regista;
  • La casa di Roberto è in via Fritz Lang, evindente omaggio al maestro del cinema espressionista tedesco;
  • L'ufficio di Arrosio è situato nella Galleria Subalpina di Torino, a due passi da piazza Castello e via Po;
  • Il parco dove viene uccisa la domestica di Roberto è quello del Valentino, sempre a Torino;
  • La sceneggiatura romanzata del film (scritta da Nanni Balestrini) è stata pubblicata dall'editore Newton Compton nella prima metà degli anni novanta, assieme alle novelizations de L'uccello dalle piume di cristallo (Nanni Balestrini), Il gatto a nove code (Nanni Balestrini), Profondo Rosso (Nicola Lombardi), Tenebre (Luigi Cozzi), sotto il titolo "Profondo Thrilling". Allegata al libro anche una scheda tecnica di Quattro mosche di velluto grigio;
  • Il personaggio Diomede, interpretato da Bud Spencer, è originariamente presente nel romanzo La statua che urla di Fredric Brown, da cui è stato tratto il primo film di Argento, L'uccello dalle piume di cristallo.
  • Le musiche in chiave hard rock sono di Ennio Morricone.
  • Il finale di "Quattro mosche di velluto grigio" fu girato con una macchina da presa speciale, che prima di allora, nel 1971, non era mai stata utilizzata.
  • Un'etichetta della Germania (la Retrofilm) ha di recente commercializzato (senza averne i diritti) dei DVD di Quattro mosche di velluto grigio (In quantità limitata) in cui è anche presente la lingua italiana...
I film di Dario Argento
Anni '70

L'uccello dalle piume di cristallo | Il gatto a nove code | Quattro mosche di velluto grigio
Le cinque giornate | Profondo rosso | Suspiria
Anni '80
Inferno | Tenebre | Phenomena | Opera
Anni '90
Due occhi diabolici | Trauma | La sindrome di Stendhal | Il fantasma dell'opera
Anni 2000
Non ho sonno | Il cartaio | Ti piace Hitchcock? | Jenifer | Pelts | La terza madre

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