Priodontes maximus
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Armadillo gigante |
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Stato di conservazione | ||||||||||||||
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Classificazione scientifica | ||||||||||||||
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Nomenclatura binomiale | ||||||||||||||
Priodontes maximus Kerr, 1792 |
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Nomi comuni | ||||||||||||||
Tatú gigante |
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L'armadillo gigante o tatú gigante (Priodontes maximus) è un mammifero cingolato della famiglia dei Dasypodidae.
Indice |
[modifica] Descrizione
Vive soprattutto nelle foreste vergini dell'Amazzonia, è diffuso dalla Guyana all'Argentina settentrionale, ma è ovunque molto raro. È lungo 110-120 cm, la coda misura 40-50 cm, pesa 45-55 kg. Il colore della corazza è tutto nero fuorché la testa che è bianca e l'«orlo» della corazza che è anch'esso bianco. Il cranio e la fronte sono ricoperti fin quasi alla punta del naso da piastre ossee molto irregolari; la corazza scapolare è formata da 10 file di piastre, quella pelvica da 16 a 17 file; tra le due loriche si trovano da 12 a 13 cingoli mobili e dappertutto sporgono corti peli setolosi. Anche la coda e la parte superiore degli arti sono rivestite di tesserine ossee.
L'armadillo gigante ha occhi di media grandezza e orecchie larghe e corte. Degli unghioni che armano le cinque dita degli arti anteriori, quello medio è veramente gigantesco e può raggiungere i 12 cm di lunghezza; le dita degli arti posteriori invece presentano unghie larghe e piatte, quasi simili a zoccoli.
[modifica] Dieta
L'alimentazione consiste principalmente di formiche e termiti: dopo aver scoperchiato il nido con i robusti artigli, l'armadillo gigante è solito nutrirsi dell'intero formicaio (o termitaio). La dentatura consta di 90 o 100 denti, che però sono debolissimi, privi di radice e pressoché inutilizzabili per la masticazione e l'addentamento. Spesso questo animale frequenta i cimiteri, dove profana le tombe, non si è ancora capito se per nutrirsi delle larve di insetti saprofagi che si trovano in abbondanza sui cadaveri, o per nutriri sei cadaveri stessi.
[modifica] Comportamento
Per lungo tempo dell'armadillo gigante si conosceva solo la lunga coda che gli amerindi Botokudi usavano come "megafono". Solo molto più tardi gli scienziati poterono vederne il muso. L'imponente animale procede sulle sue relativamente lunghe e robuste zampe a colonna sostenendosi nel contempo con la porzione terminale della coda. Gli arti anteriori muniti dei lunghi artigli atti a scavare sono così corti da toccare il suolo solo con le punte degli unghioni stessi quando l'animale si piega un poco in avanti. Non c'è da stupirsi quindi se esso preferisce sollevarsi sugli arti posteriori e se si appoggia su queste zampe massicce perfino quando gratta e scava.
Nelle foreste questo grande dasipo predilige la vicinanza dei fiumi e dei corsi d'acqua e sembra essere legato piuttosto fortemente a un territorio particolare. Ama costruire le sue tane sotto le radici di piante vetuste.
[modifica] Bibliografia
- Cuellar, E., Meritt, D., Porini, G. & members of the Edentate Specialist Group 2006. Priodontes maximus. In: 2007 IUCN Red List of Threatened Species. IUCN 2007.
[modifica] Altri progetti
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- Wikimedia Commons contiene file multimediali su Priodontes maximus