Poema eroicomico
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il poema eroicomico è un genere letterario del XVII secolo che ribalta le tecniche stilistiche e i cliché della poesia epica allo scopo di ottenere un effetto comico. In inglese il genere venne definito da alcuni autori (per esempio Alexander Pope) epick, da una contrazione di epic ("epico") e mock ("fasullo").
[modifica] Storia del genere
Fra il Seicento e il Settecento il genere epico entrò in crisi, subendo al contempo una evoluzione e una trasformazione radicali. Alcune opere, come l'Adone di Giovan Battista Marino, tendevano a porre in primo piano gli aspetti privati, pacifici e amorosi della figura eroica; altre si ispirano al poema sacro (per esempio il Paradiso perduto di John Milton e La strage degli innocenti ancora di Marino). In generale, tuttavia, il poema epico classico era messo in discussione dall'Illuminismo. L'interesse per la ragione e la scienza porta a una reinterpretazione delle arti, e soprattutto della poesia, che vengono valutate non tanto per la loro "bellezza" intrinseca quanto per la capacità di trasmettere messaggi socialmente utili. Contro il detto classico ut natura poesis (la poesia deve imitare la natura), Alexander Pope afferma categoricamente che art is nature to advantage dress'd (la natura diventa arte quando è migliorata o "adattata" dall'uomo). Il sentimento e la fantasia cedono così il passo alla narrativa di viaggio, alla filosofia, alla letteratura a sfondo politico-sociale, e infine alla satira di costume (a partire dai primi racconti picareschi spagnoli). Da un punto di vista dell'evoluzione letteraria, inoltre, venivano ormai sentiti come antiquati coloro che si sforzavano di rispettare le regole che Torquato Tasso aveva fissato nei Discorsi del poema eroico e messo in atto nella Gerusalemme liberata. Il neonato poema eroicomico assumeva lo stesso metro del poema eroico, l'ottava, e ne riprendeva i temi, stravolgendoli però nel ridicolo.
Da questo contesto nasce la parodia del genere epico. In linea con il sentimento del tempo, molte opere del genere contengono elementi di satira a sfondo morale; un esempio in questo senso è la celebre Secchia Rapita di Alessandro Tassoni.
Se nell'Iliade, il ratto di Elena aveva scatenato una guerra, nel poema Il Ricciolo Rapito di Alexander Pope (in parte ispirato alla Secchia) è solo il taglio di un riccio di capelli di una bella ragazza da parte di un libertino a provocare una guerra tra i sessi in un gruppo di giovani aristocratici sotto gli occhi divertiti del narratore, che osserva in disparte quanto accade. Il campo di battaglia è il giardino di una villa. Giochi di carte, scherzi, pettegolezzi, tentate seduzioni sono l'unica occupazione di queste persone.
Pope fu uno degli scrittori più noti del genere eroicomico; scrisse addirittura una Ricetta per comporre un poema eroicomico (A Receit to Make an Epick Poem, 1713), significativamente ristampato in un libro del 1728 dal titolo L'Arte di colare a picco in poesia (The Art of Sinking in Poetry). Si tratta in sostanza di utilizzare le componenti del poema epico, utilizzando uno stile pomposo, paesaggi sublimi, personaggi nobili, per farli poi cadere in situazioni banali o ridicole. L'effetto ottenuto è il bathos, l'esatto opposto del pathos della tragedia che ci riempie di una sensazione di sublime.