Pietro Carrera
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Pietro Carrera (Militello in Val di Catania, 12 luglio 1573 – Messina, 18 settembre 1647) è stato uno scacchista, presbitero e scrittore italiano.
Nel suo libro Il gioco degli scacchi (1617) scrisse sulle origini degli scacchi, l'assegnazione degli svantaggi (vedi Pion coiffé), il finale di partita e gli scacchi alla cieca. Il libro, oltre che per le tecniche di gioco, è interessante per le informazioni sull'ambiente scacchistico dell'epoca.
Carrera divenne famoso anche per una contesa nel 1634 con Alessandro Salvio dopo che suggerì un miglioramento all'analisi di Salvio della variante Abrahams,di cui ne pubblicò un libello polemico contro il Salvio: La risposta di Valentino Vespaio in difesa di don Pietro Carrera contra l'apologia di Alessandro Salvio.
Non giocò spesso in partita viva, ma vinse il Cascio in varie partite giocate in presenza del Principe di Pietraperzia; si misurò anche con il Beneventano (Salvatore Albino) e, secondo le sue asserzioni si dimostrò superiore. Il trattato del Carrera è teoricamente importante, ma è soprattutto utile come fonte di notizie sui giocatori del suo tempo.
Inventò, inoltre, una variante del gioco che utilizza una scacchiera 8x10 (scacchi di Carrera) in luogo della usuale 8x8, anticipando analoghe proposte di Bird e di Capablanca.
[modifica] Bibliografia
- Adriano Chicco; Antonio Rosino. Storia degli scacchi in Italia. Venezia, Marsilio, 1990, ISBN 8831753835.
- Adriano Chicco; Giorgio Porreca. Dizionario enciclopedico degli scacchi. Milano, Mursia, 1971.
- David Hooper; Kenneth Whyld. The Oxford Companion To Chess. Oxford University, 1986, ISBN 0192175408.
- Santo Daniele Spina. In me vis sortis nulla sed ingenium (Avvertenza sul Carrera scacchista) in PIETRO CARRERA, Risposta di Valentino Vespaio, Boemi editore, Catania settembre 1996 (ristampa anastatica dell’edizione 1635).
- Santo Daniele Spina. Pietro Carrera: il più grande trattatista del Seicento in PIETRO CARRERA, Il gioco de gli scacchi, Boemi editore, Catania marzo 2003 (ristampa anastatica dell’edizione 1617), pp. 7-31.