Pierre Villepreux
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Pierre Villepreux (Arnac-Pompadour, 5 luglio 1943) è un rugbysta francese, ruolo estremo-ala.
Ha indossato la maglia della nazionale francese il 26 marzo 1967 contro l'Italia (60-13 per la Francia).
Ultima presenza in nazionale il 25 giugno 1972 contro l'Australia (16-15 per i francesi).
Da giocatore è una bandiera, negli anni sessanta e settanta, dello Stade Toulousain e della nazionale francese, nella quale gioca 34 partite, con un cap da capitano, ottenendo vari record individuali.
Ottiene due convocazioni per i Barbarians, e giocare per quella selezione, all'epoca, era un onore straordinario, soprattutto per un giocatore non britannico.
Estremo quasi per vocazione, cambia definitivamente il modo d'intendere il ruolo, esaltandone la funzione offensiva, sublimando l'importanza e la necessità d'inserirsi tra le linee di attacco per creare la superiorità numerica.
Prima di lui l'estremo era una sorta di baluardo difensivo che raramente si muoveva dall'area dei ventidue. Villepreux produce una rivoluzione comparabile a quella che, curiosamente negli stessi anni, nel calcio Franz Beckenbauer disegnava per il ruolo di libero. Ad accomunarli ci sono anche i fondamentali perfetti e l'eleganza dei gesti. Villepreux è anche il primo calciatore moderno, sfugge al cliché, ovunque riscontrabile, del calcio di punta dopo rincorsa rettilinea, utilizzandop una tecnina più simile al calciatore, inteso come giocatore di calcio. Celebre la Punizione calciata da quasi 60 metri con la Nuova Zelanda nel 1968. Lasciando esterrefatti il pubblico di Auckland , centrò i pali da una distanza inusitata [1]. .
Finalista del campionato della Francia con il Toulousain nel 1969, e vincitore del grande Slam nel 1968, è più conosciuto per la sua carriera d'allenatore.
Inizia come consulente della selezione della Polinesia Francese a Tahiti.
Nel 1978 viene chiamato dal neoeletto presidente della Federazione Italiana Rugby, Aldo Invernici, a guidare la nazionale italiana; sarà allenatore dell'Italia dal 24 ottobre 1978 al 12 aprile 1981.
Villepreux ha cultura, carisma, capacità organizzativa. Senza rinnegare il passato, introduce elementi di assolutà novità per il rugby italiano, come lo studio degli avversari allo schermo, con proiezione dei filmati dell'avversaria di turno (non davanti al video poiché i primi videoregistratori vengono immessi sul mercato proprio in quell'anno e sono oggetti di lusso)
La prima partita da allenatore dell'Italia e contro l'Argentina, a Rovigo il 24 ottobre 1978.
Prima, però, il tecnico francese deve ricostruire un ambiente sfiduciato dagli ultimi due anni infarciti di risultati negativi; anche i Pumas sono in fase di ricostruzione, essendosi concluso il ciclo della squadra che negli anni precedenti aveva impressionato il mondo; l'Italia vince 19-6.
Villepreux organizza corsi di formazione per tecnici di base, convinto che solo un accrescimento di conoscenze e consapevolezze possa creare un sedimento sul quale ad andare a poggiare anche negli anni a venire. Cerca anche la collaborazione dei club, insistendo sull'importanza in allenamento, e ribadendolo negli stages di formazione, delle fasi situazionali, con progressioni didattiche tese a preparare giocatori in grado di risolvere i quesiti che avversari e situazioni contingenti pongono ad ogni confronto agonistico.
Il 18 novembre 1978 l'Italia affronta l'Unione Sovietica, incontro valevole per la Coppa Europa, manifestazione alla quale i sovietici partecipano per la prima volta (vittoria dei sovietici per 11 a 9).
La partita successiva viene giocata a Treviso con vittoria dell'Italia per 35-3 contro la Spagna, sempre per la Coppa Europa.
Il settantanove si apre per gli azzurri, a Padova, con un sconfitta di misura, 9-15, contro la Francia A1 e prosegue il 14 aprile a L'Aquila con la vittoria per 18-3 sulla Polonia.
Il 22 aprile a Bucarest il rugby italiano subisce una sconfitta per 44-0, con strascichi polemici inevitabili. È comunque utile per permettere a Villepreux di avviare un processo di rinnovamento dell'organico che garantisce già un ottimo risultato il 16 maggio a Brescia (pareggio 6-6 con l'Inghilterra under 23.
Il 28 novembre l'Italia disputa un incontro con la Nuova Zelanda che sta per chiudere il tour europeo; però la federazione neozelandese non considererà ufficiale la partita, non garantendo il cap per quell'incontro; l'incontro finì 18-12 per i neozelandesi.
L'anno si chiude a Benevento sabato 22 dicembre con un agevole 34-6 contro il Marocco.
Dal 1982 al 1989 diventa allentatore del Toulousain, con il quale vince il campionato francese nel 1985, 1986 e 1989.
Fu anche allenatore della nazionale francese, sino ai mondiali 1999 con la quale conquisto due "Grande Slam" nel Sei NAzioni nel 1997 e 1998 e il secondo posto ai mondiali 1999.
Curiosamente allenava la Francia che ne marzo 1997 subì la prima storica sconfitta contro l'Italia, nella finale di Coppa Europa a Grenoble.
È attualmente alla testa della Direzione tecnica nazionale dal 2004. È anche consigliere delegato dell' International Rugby Board in materia di regolamentazione internazionale del gioco maschile e femminile. È inoltre impegnato nel comitato organizzatore della Coppa del Mondo di Rugby "France 2007" e saltuarimente fa il commentatore televisivo.
Indice |
[modifica] Statistiche
- Presenze in nazionale francese (CAP): 34.
- Cinque Nazioni disputati: 1967, 1968, 1969, 1970, 1971 e 1972.
- Punti segnati in nazionale: 166 (2 mete).
[modifica] Squadre
[modifica] Bibliografia
- Le rugby, ed. Denoël, 1991
- Formation au rugby de mouvement, ed. Cépaduès, 1993
- Le rugby à XV - les règles, la technique, la pratique, ed. Milan, 1995
- Le rugby entre ciel et grenat - exposition Maison Delaunay, 24 octobre 1996-31 janvier 1997, con Jean Arrouye e Pierre Sansot, ed. Ville de Bourgoin-Jallieu, 1996
- Le rugby de haut niveau: actes du colloque de Saint-Etienne du 10 octobre 1997, con Fabrice Brochard, ed. Cépaduès, 1998
- Envoyez du jeu: le management du changement à l'école du rugby con Vincent Lafon, ed. Village mondial, 2004
[modifica] Note
- ^ Valerio Vecchiarelli - Francesco Volpe : "2000 Italia in meta" ed. GS, 2000
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