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Paternò - Wikipedia

Paternò

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Paternò
Panorama di Paternò
Paternò - Stemma
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Sicilia
Provincia: Catania
Coordinate: 37°34′0″N 14°54′0″E / 37.56667, 14.9
Altitudine: 225 m s.l.m.
Superficie: 144,04 km²
Abitanti:
49.250 2007
Densità: 341,91 ab./km²
Frazioni: Sferro 
Comuni contigui: Belpasso, Biancavilla, Castel di Judica, Centuripe (EN), Ragalna, Ramacca, Santa Maria di Licodia
CAP: 95047
Pref. tel: 095
Codice ISTAT: 087033
Codice catasto: G371 
Nome abitanti: paternesi, patornesi, paturnisi in siciliano
Santo patrono: Santa Barbara - San Vincenzo martire(compatrono) 
Giorno festivo: 4 dicembre 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia

Paternò (Patennò in Lingua siciliana) è un comune con 49.250 abitanti (fonte ISTAT, maggio 2007), della provincia di Catania.

Indice

[modifica] Storia

Il comune di Paternò nella provincia di Catania
Il comune di Paternò nella provincia di Catania

Il sito di Paternò è stato occupato oltre 3500 anni prima della nascita di Cristo, quando nel vulcanetto preistorico che sovrasta la città si insediarono i primi abitanti. La cittadina che sorse era di origine Sicana, nonostante fosse in territorio dei Siculi, e fin dall'inizio prese il nome di Inessa. Relativamente poco tempo dopo, alcuni abitanti provenienti da Catania, che in quel tempo si chiamava Aitna, chiamarono l'antica Paternò Inessa-Aitna. Da qui il nome Paternò che forse deriva da Paeter Aitnaion, cioè la "Rocca degli Etnei". Nel territorio paternese, però, con molta probabilità esistevano due città, infatti non c'era solo Inessa-Aitna, ma molti autori indicano anche la presenza di Hybla Mayor o Galeatis, che sorgeva nella parte a Nord-Ovest dell'attuale città. Città di media importanza durante il periodo greco e romano si spopolò quasi del tutto nei tre secoli precedenti l'anno mille. Nel periodo della dominazione saracena il borgo era chiamato Batarnù. In seguito alla conquista normanna iniziata negli anni '40 del XI secolo, il sito venne denominato Paternionis, e iniziò un periodo di grande splendore civico ed economico, giacché la città fu sede di re e regine. I territori di Paternò, infatti, furono inseriti nella cosiddetta Camera Reginale che venne costituita da Federico III d'Aragona come dono di nozze alla consorte Eleonora d'Angiò e che poi venne ereditata dalle Regine che si susseguirono, sino alla sua abolizione. Il periodo di magnificenza di Paternò durò fino al XV secolo, quando la città venne infeudata e ne iniziò un lento ma inarrestabile declino.


Del periodo medievale sono presenti tuttora interessanti testimonianze tra cui il magnifico Castello, dalla carattestica forma a Parallelepipedo, simile ai donjon francesi ed ai castelli scozzesi fortificati nello stesso periodo. Caratteristico anche il convento di S. Francesco, la chiesa della Gancia e tutto il borgo.
Della dominazione normanna si possono, addirittura intravedere ancora gli influssi in chiave antropologica, come la presenza di alcuni tratti fisici caratteristici delle popolazioni nordiche in una parte della popolazione. Uno dei problemi principali del paese tra fine '800 e inizi '900 era quello di essere una zona malarica, problema da tempo risolto, giacché ormai sono state del tutto bonificate le zone paludose nella Piana di Catania.


Lo sviluppo urbanistico della città ha avuto una grande accelerazione negli anni '60 e '70 del secolo scorso, periodo in cui la "geografia" urbana e stradale della città si è meglio definita secondo gli standard moderni e meglio adattata alle esigenze delle nuove classi emergenti della borghesia medio-alta. Accanto al "salotto" classico della antica e suggestiva Via Vittorio Emanuele ricca di dimore patrizie (detta "strada dritta" per via della sua struttura lineare) si affianca, a partire dagli anni '70, la Via Emanuele Bellia (più larga della "strada dritta") nella quale si affacciano condomini di lusso di oltre 10 piani e appartamenti esclusivi. Negli anni '80 la città subisce nuove spinte centrifughe che la portano ad una successiva espansione verso il fronte orientale a partire dal Corso Italia e dal Corso Del Popolo che vedono il fiorire di nuove palazzine e ampliamenti delle strade con l'aggiunta di viali alberati e giardini. Il complesso di Piazza Della Repubblica ospita poi l'edificio del municipio (costruito in stile moderno ricorda vagamente i grattacieli americani) e i relativi uffici nelle vicinanze della scuola media statale Don Milani e del suo ampio auditorium. Gli ultimi anni '90 hanno visto lo sviluppo delle più lontane periferie e la riqualificazione di alcuni spazi della ricca Via Emanuele Bellia (come lo spazio verde con parcheggio creato nella Piazza dei Caduti di Nassiriya dietro Piazza Della Regione).

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Monumenti

Di notevole interesse architettonico sono alcuni edifici della Collina Storica tra cui la Chiesa Madre eretta nel 1342 e intitolata a S. Maria dell'Alto, ma profondamente modificata agli inizi del XVIII secolo, periodo in cui fu variato l'orientamento dell'ingresso e gli interni vennero adeguati allo stile dell'epoca, il barocco. Molto interessante anche il complesso di San Francesco alla Collina, del 1346, con una pregevole chiesa con delle caratteristiche architettoniche marcatamente gotiche, brevi lacerti di pregevoli affreschi e alcuni residui dell'apparato decorativo barocco. Poco lontana, la chiesa di Cristo al Monte modificata nel XVIII secolo secondo lo stile rococò. Sulle pendici del colle si trova la chiesa di S. Maria della Valle di Iosaphat (o della Gancia) fatta edificare nel 1072 dalla contessa Adelasia con uno splendido portale gotico. Il monumento più rilevante dell'intero territorio è sicuramente il Castello Normanno fatto erigere nel 1042 dal conte Ruggero e in seguito più volte rimaneggiato. Realizzata nel XVIII sec., risulta di grande impatto scenografico la Scalinata della Matrice, che collega il sagrato della Chiesa Madre con la Porta del Borgo, che è ubicata nella parte mediana della collina storica ed era l'antico ingresso principale alla cinta muraria medievale. Appena fuori dalla Porta del Borgo si trova il Palazzo Moncada appartenuto alla potente famiglia di origine spagnola che per molto tempo fu la feudataria della Città. Nella città bassa, che si sviluppò a partire dal XIV sec. alla base del colle, sorgono altri importanti monumenti tra i quali spiccano il complesso dell'ex monastero della Santissima Annunziata, la chiesa di Santa Barbara e la chiesa di Santa Caterina d'Alessandria.

[modifica] Elenco dei Monumenti

[modifica] Galleria fotografica

[modifica] Ambiente

Dall'antico vulcanetto, ormai estinto, dove sorgono i più importanti monumenti cittadini è possibile ammirare l'Etna e la valle del Simeto, con i rigogliosi agrumeti e le aree protette di Ponte Barca e di Pietralunga. Particolarmente importanti sono anche le fonti di acqua gassata disseminate per il territorio e la perenne eruzione delle "Salinelle", vulcanetti di fango legati all'attività sismica del vulcano siciliano.

[modifica] Cultura

Uno dei paternesi che la storia ci tramanda come illustre protagonista delle vicende a lui contemporanee fu il geografo Giovan Battista Nicolosi (1610-1670), che prestò la sua opera di studioso presso la corte vaticana. Tra i nomi di illustri studiosi paternesi sono da menzionare Mons. Gaetano Emanuele Savasta (1865-1922), sacerdote e studioso, massimo storiografo di Paternò. Scrisse le "Memorie Storiche della città di Paternò" -Paternò civile- (1905), opera ancor oggi consultata, nonché la prima biografia su geografo Giovan Battista Nicolosi, uno studio critico su Giordano Bruno, saggi sulla democrazia ed il cristianesimo, innumerevoli monografie di storia, politica e teologia nonché numerose poesie. Molti dei suoi scritti sono ancora inediti, come "Paternò sacro": seconda parte delle "Memorie Storiche". Fu stretto collaboratore del cardinale Giuseppe Francica Nava, arcivescovo di Catania, che lo nominò penitenziere della Cattedrale. Recentemente gli è stata dedicata la sezione archeologica del Museo civico di Paternò. Emanuele Rapisarda (1900-1989) insigne latinista e docente all'Università di Catania. Altro insigne studioso e docente universitario contemporaneo è Salvo Randazzo (1960), storico del Diritto romano e professore di Fondamenti del diritto europeo e Antropologia giuridica. Insegna nell'Università di Bari 'Jean Monnet' ed è stato visiting professor presso università americane ed australiane. Tra i figli dimenticati dalla natia patria ricordiamo anche Michele Carascosa (1774-1853), a soli 22 anni era già capitano dell'esercito borbonico per diventare successivamente generale di quello napoleonico, servì sotto il comando di Murat, la sua figura è da ricordare tra le più valorose del sud Italia agli albori del risorgimento. Tra le figure più rilevanti anche lo storico Vincenzo Fallica (1940), noto per i suoi studi sulla Sicilia, in particolar modo sulla Regina Bianca di Navarra. Molto apprezzate, inoltre, le sue ricerche sulla Catania Risorgimentale. Un aspetto che i libri di storia non trattano. Di prossima presentazione un importante studio sui Monasteri Benedettini della Provincia di Catania. Notevole è poi l'attività letteraria di altre figure: Barbaro Conti (1930) è poeta e ricercatore, autore di vari libri relativi a personaggi e vicende della città («Canto per il mio paese», «I castelli di Paternò, Adrano, Motta S. Anastasia»; «Umili e illustri, penne e pennelli, onorevoli e poverelli»; «Il culto ecumenico di S. Barbara»), nonché di una «Enciclopedia dal paleolitico ai nostri *giorni» in parecchi volumi; Carmelo Ciccia (1934), italianista e latinista, è autore di una serie di pubblicazioni, in cui ha affrontato sia problematiche relative alla città («I cognomi di Paternò»; «Il mito d'Ibla nella letteratura e nell'arte»; «Il suono delle campane a Paternò intorno alla metà del sec. XX», «Ioannes Baptista Nicolosius geographus insignis»), sia scrittori e momenti della letteratura italiana, con particolare riguardo a Dante, impegnandosi pure nella narrativa con alcuni volumi di «Storie paesane», che prendono l’avvio dai bombardamenti di Paternò del 1943 e che sono state tradotte all’estero. In campo musicale meritano una citazione particolare il tenore Giulio Crimi (1885-1939) e i cantastorie Ciccio Busacca (1925-1984) e Vito Santangelo (1939- ).


[modifica] Personalità legate a Paternò

[modifica] Economia

Il principale settore produttivo era quello della produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli. Oggi il settore piu' sviluppato è sicuramente il terziario.

[modifica] Enogastronomia

Molto ricercata la prelibatissima pasticceria locale, nonché i prodotti di culinari, tra cui i famosi Larunchi, cioè le rane, il cui utilizzo in cucina sembra derivi dagli influssi francesi sulla cucina locale in seguito alla loro dominazione.

[modifica] Sport

  • La società calcistica locale è il Paternò calcio 2004, rifondata dopo il fallimento del 2004, militante in serie D dopo due promozioni consecutive. La vecchia società ha militato anche in serie C1.
  • Paternò vanta una tradizione nel baseball: i Warriors Paternò militano in serie A2 e hanno giocato per diverse stagioni nella massima serie, i Normanni Baseball sono di recente fondazione (2006); Il Sagittarius è squadra di baseball e softball. .
  • Nel campo dell'atletica leggera è di Paternò il velocista Alessandro Cavallaro.

[modifica] Frazioni

Sferro è la principale frazione del comune di Paternò. È uno dei più importanti centri agrumicoli della piana di Catania. Vi si svolse una battaglia tra britannici e tedeschi nel corso della seconda guerra mondiale.

[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: Giuseppe Failla (detto Pippo) dal 11-06-2002 rieletto alle elezioni amministrative di maggio 2007
Centralino del comune: 095 7970111
Email del comune: info@comune.paterno.ct.it

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

Paternò su DMoz (Segnala su DMoz un collegamento pertinente all'argomento "Paternò")


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