Ospite
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Il termine latino hospes è un antico composto di due nozioni distinte: hostis-pet-s. Nonostante il senso classico di hostis sia nemico, il significato primitivo della nozione hostis è quello di uguaglianza per compenso: è hostis colui che compensa il “dono” con un “contro-dono”. Per spiegare il rapporto tra ospite e nemico, si ammette di solito che l’uno e l’altro derivino dal senso di straniero che è ancora attestato in latino da cui “straniero favorevole”, ”ospite”, “straniero ostile”, “nemico”. Il secondo componente –pet in alternanza con –pot significa originariamente l’identità personale.
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[modifica] Dalla letteratura latina
In realtà le parole straniero, nemico, ospite sono nozioni globali e molto sommarie che devono essere precisate, interpretate, nel loro contesto storico e sociale. Per chiarire il significato di hostis seguono esempi tratti da autori latini che forniscono una serie di parole della stessa famiglia e alcuni usi istruttivi del termine hostis:
- Secondo il grammatico latino Sesto Pompeo Festo si chiamavano hostes coloro che godevano dello stesso diritto del popolo romano e il significato di hostire equivaleva a quello di aequare (ricambiare): “Eius enim generis ab antiquis hostes appellabantur quod erant pari iure cum populo Romano, atque hostire ponebatur pro aequare” . Si ricava da questa notizia che hostis non era né lo straniero né il nemico.
- Plauto scrive: “promitto hostire contra ut merueris” > “ti prometto un servizio reciproco ,come tu ti meriti” (Asinaria 377).
- Varrone : “Hostum vocant quod ex uno facto olei reficitur” > “si chiama hostus la quantità di olio che si ottiene dopo una sola operazione di torchiatura”. (De re rustica I 24.3 ). In un certo modo il prodotto come contro partita.
- Hostorium: bastone per uguagliare il moggio in modo da assicurargli un livello costante.
- Tra gli dei romani, secondo Sant’Agostino, c’era anche una dea Hostilina che aveva il compito di uguagliare le spighe o di fare in modo che il lavoro compiuto fosse esattamente compensato dal prodotto del raccolto.
Infine una parola molto conosciuta hostia, si collega alla stessa famiglia : indica propriamente “ la vittima che serva a compensare l’ira degli dei”.
[modifica] Continuità etimologica
Nomi primari o derivati, verbi o aggettivi, termini antichi della lingua religiosa o della lingua rurale tutti attestano nelle lingue indoeuropee e confermano che il senso primitivo di hostire e quindi l’origine della parola hospes è aequere: "compenso di un beneficio, rendere uguali/compensare uguagliare”. Come cita Festo, gli hostes godevano dello stesso diritto dei romani, un hostis non è uno straniero in generale, a differenza del peregrinus che abita al di fuori del territorio, hostis è lo straniero in quanto gli si riconoscono diritti uguali a quelli dei cittadini romani. Questo riconoscimento dei diritti implica un certo rapporto di reciprocità, presuppone una convenzione. Il legame di uguaglianza e di reciprocità che si stabilisce tra questo tipo di straniero e il cittadino di Roma conduce alla nozione precisa di ospitalità.
[modifica] Hostis e xenos cambiano significato
Quando l’antica società diventa nazione, le relazioni tra uomo e uomo, tra clan e clan, si aboliscono; sussiste solo la distinzione tra ciò che è interno o esterno alla civitas. E così la parola hostis ha assunto un’accezione “ostile” e ormai non si applica che al nemico. La storia di hostis riassume il cambiamento che si è prodotto nelle istituzioni romane. Allo stesso modo xenos, così ben caratterizzato come “ospite” in Omero, è diventato più tardi semplicemente “lo straniero” il non nazionale.
[modifica] Voci correlate
- xenos e xenia
- hostis e munus