Oppiano
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Oppiano (greco: Οππιανος) fu il nome di due autori di due poemi didattici in esametri greci, anticamente attribuiti ad un unico scrittore.
(1) Oppiano di Corico (o Anazarbo) in Cilicia, vissuto durante il regno di Marco Aurelio.
A trent’anni circa seguì il padre nel suo esilio sull’isola di Melite nel mar Adriatico, dove scrisse il suo poema sulla pesca (Halieutica), dedicato a Marco Aurelio ed al figlio Commodo. Questo gli procurò il perdono per il padre oltre a una ricompensa. Tornato in patria morì durante una pestilenza.
Il poema di 3506 versi esamentri, in cinque libri, è così strutturato: Libro I, vv. 797 (proemio, accoppiamento di vari pesci, molluschi, delfino, squalo, ostrica); Libro II, vv. 688 (proemio, predazione dei pesci, torpedine, granchio, pesci velenosi, delfini, epilogo); Libro III, vv. 648 (proemio, descrizione del pescatore ideale e della sua attrezzatura, murena, torpedine, seppia, pesce spada, dentice); Libro IV, vv. 693 (tecniche di caccia: esche vive, attrezzatura, avvelenamento dell’acqua); Libro V, vv. 680 (proemio, mostri marini, balena, squalo, foca, tartaruga, testuggine, pescatori di spugne, epilogo).
(2) Oppiano di Apamea (o Pella) in Siria. Scrisse il poema sulla caccia (Cynegetica), dedicato a Caracalla, verosimilmente dopo il 211.
L'opera di 2144 versi esamentri, in quattro libri, è così strutturata: Libro I, vv. 538 (proemio, descrizione del cacciatore ideale, della sua attrezzatura e dei cani da caccia); Libro II, vv. 628 (descrizione di svariati animali: toro, cervo, antilope, gazzella, capra e pecora, elefante, rinoceronte, pantera, gatto, scoiattolo, riccio e toporagno, scimmia); Libro III, vv. 525 (proemio, descrizione di svariati animali: leone, leopardo, lince, orso, asino, cavallo, lupo e iena, tigre, cinghiale, porcospino, volpe, giraffa); Libro IV, vv. 453 (proemio, sulla caccia ai leoni, leopardi, orsi, gazzelle e volpi).
Le due opere furono edite per la prima volta da Aldo Manuzio nel 1517 a cura di Lorenzo Lippio. Una prima traduzione italiana in versi è quella del Salvini, pubblicata a Firenze nel 1728.
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