Net art
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Si definisce net.art un'opera d'arte creata con, per e nella rete Internet. Esistono però diverse tipologie di lavori digitali che seppur creati per la rete non possono essere definiti opere di net art. Per questo motivo è necessario rintracciare alcuni elementi essenziali che rendono riconoscibile un’opera di Net.Art. Caratteri di un’opera di net.art sono:
- creati con linguaggio di programmazione e software
- l’intenzione artistica/estetica e di connessione fra più contenuti multimediali;
- l’interattività come elemento essenziale ma non sempre necessario;
- la fruibilità globale -l’accesso ad un’opera di Net.Art deve essere possibile da qualsiasi connessione ad Internet-;
- l'essere open source -modificabile da chiunque-.
Un noto teorico,Lev Manovich, della net. art dice che è "la materializzazione dei social networks sulla comunicazione su internet". Infatti il gruppo precursore di questo movimento artistico è stato in grado di creare un genere artistico soprattutto attravrso la sua capacità di fare network e di connettere programmatori di tutto il mondo intorno ad una pratica creativa ma anche ironica. La net.art infatti ha giocato molto con la parodia, con l'errore e con la destrutturazione delle pagine web.
Oggi possiamo affermare che il movimento artistico della net.art (come movimento e non come forma artistica) si va spegnendo. Il senso di quel movimento veniva evidenziato dal fatto che solo in quegli anni il Web entrava per la prima volta nell'uso comune di milioni di persone che inziavano a sperimentare il nuovo medium. Negli anni che vanno dal 94 al 2004 circa infatti si è vissuto un fermento in questo campo che ha prodotto quella che è divenuta una forma di arte.
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[modifica] Le prime opere apparse in rete
Le prime due opere di Net.Art, che possiamo qualificare storiche per la risonanza che esse hanno conosciuto e la loro qualità artistica, estetica e tecnica, sono apparse sul Web nel 1994.
[modifica] WaxWeb di David Blair
Prima di arriverare a creare l’opera di Net.Art Waxweb, David Blair concepisce un film elettronico, “Wax or the discovery of television among the bees” (1991, 85 minuti), costruito da unità d’informazione collegate tra loro secondo un principio ipertestuale e d’associazione di idee. Dopodiché Blair lo importò sul Web e lo pubblicò in CD ROM. La base di WaxWeb è costituita da 600 nodi e 2000 immagini estratte dal film. Blair invita allora 25 autori di fama mondiale per collaborare e aggiungere testi, elementi narrativi, ecc. Anche il pubblico utilizzatore poteva aggiungere propri elementi. E’ un’opera evolutiva e di collaborazione nel corso della creazione. A causa dei limiti della tecnologia, WaxWeb fu all’inizio essenzialmente testuale e poi apparirono le immagini i suoni e i video. A seconda che si sia un partecipante attivo o un semplice navigatore WaxWeb si presenta a diversi livelli di complessità. Emerge l’interattività dell’opera, ogni fruitore può decidere e scegliere se vedere il filmato o altri tipi di animazione, fino ad arrivare ad animazioni che scompongono parti del filmato e ce le mostrano tramite il download di un software con la tridimensionalità virtuale.
[modifica] The File Room di Mutadas
The File Room di Mutadas è costruito grazie a diversi contributi sulla censura culturale nel mondo suddivisi con quattro criteri: l’epoca (dal quindicesimo secolo ai nostri giorni), il luogo (nei differenti paesi del mondo), i supporti (pittura, scultura, film, letteratura), la natura della censura (religiosa, politica, che riguarda le cosiddette buone maniere, ecc.). La rete è considerata da subito un mezzo di democrazia e per la circolazione libera dell’informazione, anche se oggi stanno nascendo nuove forme di censura e di controllo, come ad esempio la legge sull’editoria informativa in Internet da poco emanata in Italia. L’arte in passato ha spesso subito diverse forme di censura, File Room è un’opera di denuncia ed esiste anche sotto forma di installazione nello spazio fisico.
[modifica] La leggenda sulla nascita della Net.Art
Al principio questa tipologia di arte venne denominata Web Art e con molti altri appellativi, poi nel dicembre del 1995 Vuk Cosic, artista programmatore, ricevette un messaggio inviato via e-mail da un anonimo. La leggenda narra che, a causa dell'incompatibilità del software, il testo aperto fosse incomprensibile e indecifrabile, in linguaggio ASCII (American Standard Code for Information Interchange). L'unico frammento che diede a Cosic la curiosità di decifrarlo fu:
[...] J8~g#|\;Net. Art{-^s1 [...]
Vuk Cosic racconta di essersi sentito estremamente eccitato, la rete stessa aveva dato un nome all'attività nella quale egli era coinvolto. Egli cominciò immediatamente ad utilizzare questo termine. Dopo diversi mesi egli rispedì lo stesso messaggio ad Igor Markovic, che lo decodificò. Il testo appariva come un gradevole ma controverso e vago manifesto nel quale l'autore biasimava le tradizionali istituzioni artistiche e dichiarava libertà dell'espressione di sé e indipendenza per un artista in Internet. La parte del testo che prima abbiamo menzionato convertita diceva così:
«Tutto questo diviene possibile solo con l’emergere della Net.Art...» . Il resto del testo non era di grande interesse ma il termine Net.Art è ancora in uso. Dopo 12 anni la Net.Art è un fenomeno artistico entrato nel circuito internazionale dell'arte.
In realtà la net.art nasce con un gruppo di programmatori (DI CUI COSIC FAVECA PARTE) che lavorava insieme su internet. Il gruppo era formato da Vuk Cosic, Jodi, Alexei Shulgin, Olia Lialina e Heath Bunting.Questi venivano in parte dalla cultura hacker e erano ispirati da un sentire comune che diveniva nell'operatività una parodia dei movimenti artistici di avanguardia.
[modifica] La Net.Art in Italia
In Italia la Net.Art inizia a diffondersi alla fine degli anni '90:
- Nel maggio 1996 a Trieste ha luogo il primo evento internazionale dedicato all’arte in rete: Net Art Per Se [1] organizzata dallo sloveno Vuk Cosic.
- Nel 1997, netOper@: primo esperimento italiano di opera multimediale collettiva online. Esperienza multimediale aperta alla partecipazione online di designer, autori ed esecutori. Un collage contenente file grafici e sonori, inclusi animazioni e pezzi sperimentali di musica interattiva ottenuta attraverso l'immagine, che viene letta come partitura musicale. Sergio Maltagliati (da una idea di Pietro Grossi), è autore del progetto che si propone di integrare nel suo corpus materiali provenienti dalla Rete in un grande collage sonoro e visuale, con esecuzioni anche on-line.
- Nel settembre del 2000 si svolge a Bologna il D.I.N.A (digital_is_not_analog) un meeting che vuole far conoscere i principali esponenti della net art. Tra i partecipanti alla prima edizione vi sono Vuk Cosic e RTMark.
- Nel 2000 Jaromil realizza il software per fare un'Hascii cam (www.dyne.org).
- Random, magazine di Exibart comincia a diffondere contenuti e informazioni sulle opere di net.art
- Nel 2001 nasce il gruppo EpidemiC [www.epidemiC.ws].
- Nel 2001 alla Biennale di Venezia il gruppo EpidemiC insieme agli 0100101110101101.ORG espone un virus informatico: Biennale.py
- nel 2001 NeXtOper@ lavoro collaborativo e interattivo attraverso internet e la rete gsm dei telefoni cellulari, con progetto didattico-educativo che ha coinvolto i ragazzi della scuola media statale Giusti-Gramsci di Monsummano Terme (pt).
- Nel settembre del 2002 ad Ancona veiene organizzato BananaRAM [www.bananaram.org], il primo Festival Italiano di Net.Art, a cui partecipano, come artisti: Maciej Wisniewski, Epidemic, 0100101110101101, Limiteazero, Nicola Tosic e Joey Krebs e come curatori: Maria Rita Silvestri e Valentina Tanni (direttore di Random).
Per la prima volta in Italia le opere ideate con software e linguaggi di programmazione vengono esposte come opere d'arte. I progetti esposti davano un panorama degli approcci artistici al Web: dal browser alternativo Netomat di Maciej Wisniewski (già esposto nel 2001 al Whitney Museum di New York), al PYR8FREETV telecast dalle strade di Los Angeles del graffitaro Joey Krebs , per il virus informatico biennale.py di 0100101110101101.ORG, creato per la Biennale d’Arte di Venezia del 2001.Gli epidemiC hanno esposto il programma peer to peer AntiMafia, mentre Nekada l'opera Community Mapping i Limiteazero hanno portato il software Active Metaphore, Thomson & Craighead, dot.store spagnolo Retroyou, e The Church of Software ha presentato laversione beta di SoftAid, un programma di aiuti umanitari sotto forma di file/software. Oggi BananaRAM non promuove più solo la net.art ma tutta l'arte che imlica l'utilizzo delle nuove tecnologie, di cui la rete Internet è solo uno dei media.