Monte Summano
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Monte Summano | |||||||||||||||||||
Paese | Italia | ||||||||||||||||||
Regione | Veneto | ||||||||||||||||||
Provincia | Vicenza | ||||||||||||||||||
Altezza | 1.296 m s.l.m. | ||||||||||||||||||
Catena | Alpi | ||||||||||||||||||
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Il Monte Summano è una montagna delle Alpi alta 1.296 m. Per la sua particolare collocazione, il monte rappresenta un elemento importante del paesaggio vicentino.
La montagna ha una flora molto particolare derivante dal fatto che fin dall'antichità il monte era oggetto di pellegrinaggi. La tradizione voleva che ogni viandante portasse, come dono al monte, i fiori della terra di provenienza del visitatore.
Numerose sono le leggende su questo monte. Il monte può essere anche considerato l'emblema della resistenza "pagana" alla cristianizzazione del Veneto. Ciò è confermato dal fatto che la città di Vicenza non ebbe un vescovo prima del 590. L'agiografia del presunto san Prosdocimo dice che il santo distrusse il tempio esistente sulla vetta del monte nel 79: il racconto accredita la tesi secondo cui i pagani avrebbero "rubato" l'agape dei cristiani. Molte le ipotesi intorno alla divinità cui sarebbe stato tributato culto sulla sommità del monte. Alcuni sostengono che sulla cima del monte vi fosse un tempio al dio Plutone, ipotesi suggerita dalla presenza sul monte della grotta detta Bocca Lorenza: il nome di questa grotta deriva dalla scomparsa nei suoi meandri di una pastorella (il mito trova delle similitudini con il racconto mitico del rapimento di Proserpina da parte di Plutone). Altri culti tradizionalmente legati al monte Summano sono quelli tributati a Giove Summano e ai Mani.
Durante il periodo fascista, per "esorcizzare" le divinità presenti sul monte, vi venne eretta una croce in calcestruzzo di notevoli dimensioni. La croce venne gravemente danneggiata da un fulmine di grande potenza: a quel punto, la croce venne dotata di un consistente parafulmine.
Nel 1987, i giornali hanno riportato la notizia di sacrifici animali da parte di un gruppo di politeisti vicentini. Negli anni novanta, a motivo di questi culti, il vescovo del tempo, Pietro Nonis, decide di aggiungere alla croce anche la sagoma di Cristo.