Monte Loffa
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Monte Loffa | |||||||||||||||||||
Paese | Italia | ||||||||||||||||||
Regione | Veneto | ||||||||||||||||||
Provincia | Verona | ||||||||||||||||||
Altezza | 1.200 m s.l.m. | ||||||||||||||||||
Catena | Alpi | ||||||||||||||||||
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Il Monte Loffa è situato due chilometri a nord ovest del capoluogo del comune di Sant'Anna d'Alfaedo. È alto circa 1200 m s.l.m. ed è importante per la presenza del più importante bacino di scavo della Pietra della Lessinia, per la presenza fra i 72 strati delle cave di un impressionante numeri di fossili, per la presenza umana in tutte le fasi della preistoria e della protostoria, per la presenza della Chiesa di San Giovanni in Loffa, per la pineta e per la presenza di una casa scuola della Diocesi di Verona che fu fra i principali spunti per la nascita di Telepace.
Indice |
[modifica] La Pietra della Lessinia e i ritrovamenti fossili
La Pietra della Lessinia, chiamata anche Pietra di Prun è formata da 72 strati che sul Monte Loffa si estrae in cave esclusivamente all'aperto. L'utilizzo della pietra è prevalentemente nell'edilizia e nella lastricazione di marciapiedi, specialmente nella città di Verona. Le cave più importanti sono situate nel lato sud del monte. L'architettura della Lessinia si basa in misura forte sull'utilizzo della Pietra, nel passato le costruzioni erano esclusivamente costruite con pietra nei perimetri, con laste sui tetti e internamente legno, con la presenza di lastame talvolta al piano terra. Alcuni strati di pregio vengono esportati in tutto il mondo. L'abbondanza di pietra, nel passato, ne favoriva l'utilizzo perfino nel segnare i confini dei campi.
Sono frequenti i fossili negli strati della Scaglia rossa, strati non presenti in altre parti della Lessinia. Si sono ritrovati rettili marini, pesci, tartarughe, pescecani, ammoniti, ricci di mare, oltre a ciottoli che testimoniano la presenza in quel tempo, fra 80 e 90 milioni di anni fa, di terre emerse non lontane. I fossili recuperati sono custoditi prevalentemente nel vicino museo di Sant'Anna d'Alfaedo e al Museo di Storia Naturale di Verona e con una politica di scambio anche in musei stranieri.
[modifica] La preistoria e la protostoria
La selce della Lessinia ha sostenuto gli insediamenti preistorici della zona attraverso commerci di cui sono stati trovate tracce nella parte settentrionale dell'Europa, in un arco che va dalla Francia del nord alla Polonia. Sul Monte Loffa e nelle immediate vicinanze sono stati trovati numerosi castellieri ed insediamenti umani, il più importante è detto delle Guaite che risiede su un contrafforte del Monte Loffa a sud di SantAnna d'Alfaedo. Alcuni toponimi locali riprendono spesso il nome della selce, in dialetto locale folenda. Più posti lo riportano e vengono definiti per una ricchezza passata come folendar. L'uso della selce della Lessina è arrivato fino al 1800 in cui veniva usata come acciarino o come parti delle pistole del tempo per incendiare la polvere da sparo.
[modifica] Chiesa di San Giovanni in Loffa
La chiesa è dedicata al culto di San Giovanni Battista. Dovrebbe essere del XIII secolo, anche se le prime tracce scritte si trovano oltre un secolo dopo. Fino alla costruzione della Chiesa di San Marziale di Breonio, il paese sottostante a nord ovest, era riferimento per il culto alle comunità fino ad Erbezzo. Questo dato lo riporta Giovanni Battista Biancolini in una importante opera sulle chiese di Verona. Ripetendo un modello di pieve diffuso nella montagna veronese. È possibile la presenza di una chiesa preesistente alla struttura del XIII secolo.
Dal punto di vista religioso, la pieve fu sempre un riferimento per gli abitanti della zona, ma dal punto di vista amministrativo diocesano decadde e dal 1600 divenne dipendenza di San Marziale.
La suggestiva chiesetta, tradizionalmente definita romanica con tre magnifici altari di marmo realizzati in stili diversi e con un bel campanile in calcare la cui elegante cella campanaria è aperta da quattro bifore, sorse su terreni che fin dal 1014 un diploma imperiale assegnava a San Zeno. Purtroppo non è datata la rozza iscrizione sopra la porta laterale della chiesa, che cita come promotore di una qualche opera un certo Cristoforo. Sembra, in ogni caso, verosimile che San Giovanni in Loffa risalga al XIII secolo, mentre è certo che nel 1454 era cappella officiata dal rettore della chiesa di San Marziale di Breonio.
Una lapide collocata all'interno ci assicura invece che la chiesa - ricostruita o costruita per la prima volta - fu consacrata con l'altar maggiore il 27 luglio 1524 da Bartolomeo Averoldo, bresciano, vescovo calamonense, suffraganeo del vescovo di Verona, in onore di San Giovanni Battista, con la reposizione delle reliquie dei Santi Felice e Paolo, concedendo le solite indulgenze. L'iscrizione continua ricordando come nel 1633 la chiesa, di giurisdizione di San Marziale di Breonio, fosse restaurata con le elemosine dei fedeli, essendo arciprete di Breonio Giovan Battista Fraccaroli.
[modifica] La Pineta e la Casa Scuola
La pineta è frutto di una riforestazione della zona di molti anni fa. Il monte, come tutta la Lessinia, è stato bonificato da boschi dopo l'anno 1000 al fine di poterne sfruttare pascoli e seminativi. La ripopolazione della montagna attraverso i Cimbri è andata in questa direzione. All'interno della pineta c'e' una casa adibita a ritiri spirituali e campi scuola per i ragazzi e giovani gestita dall'Azione Cattolica di Verona. La presenza di questa casa ha dato spunto a ragazzi di Cerna di far partire l'esperianza di Radiopace, successivamente trasformatasi di Telepace. Alla sommità del Monte Loffa c'e' un Monumento dedicato ai Caduti in guerra collegato con una scalinata al piazzale della Chiesa di San Giovanni.