Leone Sinigaglia
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Leone Sinigaglia (Torino, 14 agosto 1868 – Torino, 16 maggio 1944) è stato un compositore italiano.
[modifica] Biografia
Nato in una famiglia dell’alta borghesia torinese, Sinigaglia crebbe nella Torino di fine Ottocento, conoscendo le personalità più rappresentative del pensiero, delle arti e della scienza che al tempo vivevano in città, quali Galileo Ferraris, Cesare Lombroso, Leonardo Bistolfi.
Appassionato di letteratura e di alpinismo fin dalla giovinezza, il giovane Sinigaglia alternava periodi di soggiorno in città con villeggiature nella località di Cavoretto, poco fuori della città, luogo che sarà molto importante per la sua ispirazione. Tra le prime prove compositive di questi anni torinesi rientrano la Romanza op. 3 per corno e quartetto d'archi (1888).
Iniziò a viaggiare per studi: dopo aver soggiornato in varie città europee dal 1894 risiedette a Vienna, dove divenne intimo di Johannes Brahms, e dal compositore tedesco prese il gusto per la musica cosiddetta assoluta, studiando con Eusebius Mandyczewski. In questi anni nacquero molti Lieder e il Concerto per violino e orchestra op. 20.
Dal 1900 fu a Praga con Antonin Dvořak (fu forse l’amicizia con il Quartetto Boemo stretta a Vienna che lo condusse al compositore): da Dvořak imparò la capacità di immettere nelle strutture accademiche l’attenzione per il canto popolare.
[modifica] La sua opera
A partire dal suo ritorno a Torino nel 1901 e per circa i dieci anni successivi, Sinigaglia trascrisse un’enorme quantità di canti popolari arcaici provenienti dalla tradizione orale, in gran parte raccolti sulla collina di Cavoretto. Arrangiò alcuni di essi in una versione per canto e pianoforte che molto risente del linguaggio della lirica da camera di area tedesca di fine Ottocento: nacquero le Vecchie canzoni popolari del Piemonte (pubblicate inizialmente a Lipsia da Breitkopf & Härtel nel 1914 in numero di dodici, successivamente incrementate con un terzo e quarto fascicolo nel 1921 e con un quinto e sesto fascicolo nel 1927).
Accanto a questa raccolta, per la quale il nome di Sinigaglia è ricordato ancora oggi, altre sue composizioni del medesimo periodo recano la traccia di un profondo amore per l’anima musicale della sua regione, come ad esempio nelle due Danze piemontesi op. 31 (1905) e nella Suite per orchestra “Piemonte” (1909), entrambi lavori cui è strettamente legato il nome di Arturo Toscanini, il quale li eseguì frequentemente.
Altre pagine non connotate etnicamente scaturirono da questi anni felici: l’ouverture alle Baruffe Chiozzotte (1907), insieme alle opere piemontesi, furono eseguite da direttori del calibro di Wilhelm Furtwängler e John Barbirolli. Sul versante della musica cameristica vanno ancora ricordate le due sonate, rispettivamente per violoncello e pianoforte op. 41 e per violino e pianoforte op. 44, tutto sommato ancora legate all’universo sonatistico e cameristico mitteleuropeo ottocentesco.
La sua produttività diminuì progressivamente nei decenni successivi, mentre l’Europa musicale era attraversata da venti di grande cambiamento. La sua esistenza era destinata a concludersi in maniera tragica durante il secondo conflitto mondiale: l’origine ebrea lo rese oggetto delle persecuzioni della polizia nazista che occupava Torino durante il 1944; al momento dell’arresto una sincope gli procurò la morte.
- Portale Musica classica: accedi alle voci di Wikipedia che parlano di musica classica