Lanzara
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Lanzara | ||||||||
Stato: | Italia | |||||||
Regione: | Campania | |||||||
Provincia: |
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Comune: |
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Coordinate: | ||||||||
Altitudine: | 90 m s.l.m. | |||||||
Abitanti: |
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Nome abitanti: | lanzaresi | |||||||
Santo patrono: | S.Biagio | |||||||
Giorno festivo: | 3 Febbraio | |||||||
Pref. telefono: | 081 | CAP: | 84080 | |||||
Sito istituzionale | ||||||||
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Lanzara è una delle 10 frazioni che costituiscono il Comune di Castel San Giorgio, in provincia di Salerno.
Indice |
[modifica] Geografia
Il territorio della Frazione si presenta pianeggiante, circondato dai rilievi di S. Maria a Castello (283 m), di Cappella di Paterno (183 m) e di Monte Castello (612m). Questa catena ininterrotta di monti, dorsale, dalle cime lievemente ondulate, solcate da una linea di scorrimento per le acque, si sviluppa in senso longitudinale alla fascia pianeggiante e presenta una morfologia dolce e una pendenza via via decrescente che degrada verso i terreni della pianura con la quale si raccorda spesso attraverso una serie di terrazzamenti. Le pareti montuose si presentano per lo più prive di vegetazione arborea, a causa dei numerosi incendi e l’ insieme richiama una tipica macchia mediterranea. Raggruppamenti arborei, invece, sono presenti nelle aree demaniali limitrofe, dove esiste una vegetazione costituita da ulivi, querce, rovere, castagno e olmo.
[modifica] Storia
Lanzara è posta sulla via consolare Aquilia che si trova al centro di numerosi avvenimenti storici. La via Aquilia aveva per Nuceria un ramo di diramazione tra Trivio e Lanzara che per Fimiani, San Potito e Materdomini portava per Iroma a Portaromana che era il termine della città. Questa via fu fatta costruire dal censore romano Appio Claudio Cieco nell’ anno 312 a. C. Tale strada terminava a Reggio. A testimoniare la "storicità" di Lanzara, il fatto che una zona della frazione è denominata Taverna, proprio perché luogo di ristoro e riposo dei viandanti che attraversavano la via Aquilia. Sono numerosi i reperti archeologici rinvenuti nella zona. Si deve ai Longobardi la costruzione del Castello sulla collina di Sant' Apollinare (ovvero l'Eremo di Santa Maria a Castello che ora in realtà fa parte del territorio di Trivio-Codola)e ancora ai Longobardi la sua annessione al territorio del gastaldato nocerino (Nuceria Alfaterna).
La prima citazione documentaria che si ha di Lanzara è contenuta nel “Codex diplomaticus Cavensis”, conservato presso l’abbazia benedettina di Cava de’ Tirreni. Ricerche archeologiche, finora non smentite, hanno individuato i primi insediamenti nelle zone collinose e pedemontane della valle. Infatti sono state rinvenute : in località Paterno numerose ville rustiche romane e un notevole sepolcreto del I secolo d.C.; nella zona di Codola, in località Montagna spaccata, le vestigia dell’antica via consolare Popilia, testimoniate da un antico rudere segnaletico (campanile dell’Orco, allusivo di Annibale che lo attraversò nel 216 a.C.); oltre che ovviamente il già citato Eremo di Santa Maria a Castello, che però oggi è considerato facente parte del territorio di Trivio Codola. Il ritrovamento più importante è però l’acquedotto Augusteo del I secolo a.C. che faceva scorrere nel suo condotto dalle sorgenti del Serino (fiume Sabbato) l’acqua fino a Capo Miseno nella Piscina Mirabile (grosse cisterne per la raccolta delle acque provenienti da Serino) ove era ancorata la flotta romana. La lunghezza dell’acquedotto è di circa 90 km. Alla profondità di 45 metri è stato ritrovato uno scheletro umano, molte monete di rame e poche d’argento di Filippo e di altri re di Spagna dei principi del 1600. Il duca di Benevento, Zotone I, nel 500 aveva creato intorno alle varie città borghi e villaggi. Quando occupò il territorio di Nocera si formarono dei centri abitati come Pero (Bracigliano), Siano e Castel San Giorgio. Anche presso il castello di Fossalupara sorsero centri quali Lanzara, Paterno e il declivio di Santa Apollinare. La formazione di Lanzara come centro urbano si può invece far risalire al 790-800 d.C. Sin dalla sua origine Lanzara fu protagonista di vicende belliche. Fu devastata dai Saraceni dopo l’800, ma nell’877 presso Codola i Saraceni furono sconfitti dal duca di Napoli, Sergio. Lanzara fu cristiana fin dal I secolo del cristianesimo. Forse la prima chiesa costruita nel territorio della frazione fu quella della Madonna delle Serre a Paterno.L’ultima fu quella di Santa Maria a Castello perché fu compresa nel Castello al tempo dei Frati Bianchi o Umiliati. L’agglomerato di Lanzara si sviluppò facendo un tuttuno con la vecchia Taverna, detta poi Casal Nuovo a partire dall’anno 1000 quando poi fu costruito il castello ad opera dell’principe di Benevento Arechi II sulla cima della collina di Sant’Apollinare, a guardia del Passo dell’ Orco e di Paterno. Seguirono i Normanni, poi gli Svevi e gli Angioini. Fu questo un periodo buio, perché i baroni feudatari locali impedirono uno sviluppo socio- economico e culturale, lasciando la popolazione nell’ignoranza e povertà. Con l’ avvento dei Borboni, a Lanzara si assiste alla nascita di famiglie che, esprimendo uomini di cultura, professionisti ed imprenditori, promoveranno una ripresa economica e culturale della popolazione. Alla ripresa economica e culturale si associa un notevole impulso per la religiosità. Nel 1774 si assiste alla costruzione ex novo della Cappella della Congregazione di San Biagio, attigua alla parrocchiale chiesa, che anch’essa nell’anno 1795 subirà un radicale intervento di ristrutturazione ed ampliamento con costruzione della cupola maiolicata del Campanile. Durante il XIX secolo si consolidarono tutte le premesse di sviluppo economico e culturale, con la strutturazione di un solido tessuto sociale fondato sul professionismo, espresso da valenti medici, architetti di fama, notai, avvocati, ecc., sull’industriosità imprenditoriale e su vere e proprie scuole d’arte di scalpellini e fabbricatori. Anche il lavoro femminile subì una trasformazione, l’umile lavoro dei campi sarà in buona parte sostituito: dall’artigianato della tessitura, filatura e soprattutto del ricamo che sin da quell’epoca ha rappresentato il vanto dell’artigianato femminile lanzarese. Intanto agli albori del XIX secolo si assisteva a grossi mutamenti politico-amministrativi, infatti nell’anno 1806 con la salita al trono del Regno di Napoli di Giuseppe Napoleone fu abolita la feudalità. Le vecchie università feudali lasceranno il posto ai comuni. Il territorio lanzarese fu annesso al comune di Roccapiemonte, ma solo per pochi anni, infatti, a causa di un disguido, era passata al Comune di San Severino e, solo dopo il crollo dell’impero napoleonico nel 1814 e la fuga di Gioacchino Murat, fu assegnata al Comune di San Giorgio. Nell’anno 1858, un evento storico di grossa risonanza, meritevole di essere rievocato, fu l’inaugurazione del primo traforo ferroviario del Regno di Napoli aperto dai Borboni il 31 maggio 1858 in località Codola nella stessa direzione del Passo dell’Orco. Durante il Risorgimento italiano, Lanzara rivestì un ruolo di primo piano, a tal proposito è ancora oggi vivo il ricordo di due episodi-testimonianza: il giorno 7 settembre dell’anno 1860, fu un lanzarese, il capitano Carmine Calvanese che in rappresentanza del Comune di Castel San Giorgio,a rendere omaggio all’eroe dei due mondi, Giuseppe Garibaldi, di transito in queste zone durante la spedizione dei Mille. Di Rilevante importanza storica è anche il legame che Lanzara ha avuto con uno degli artefici del Risorgimento, il generale Giuseppe Avezzana, che legato da vincoli di parentela con la famiglia Lanzara, (nonno di donna Giuseppina sposa di don Eugenio Lanzara) volle onorare il Palazzo Lanzara affidandogli la custodia di un glorioso cimelio con il quale il popolo di Roma, memore della liberazione della città dai Francesi, omaggiò Garibaldi. Tale cimelio, consistente in una corona di lauro, fu donato dallo stesso Garibaldi ad Avezzana. Dall’inizio dell’Ottocento Lanzara assunse un ruolo di grande importanza nella vita culturale e politica dell’intero Agro Nocerino, pur rimanendo una Frazione e non elevandosi mai a Comune. Nel 1865 l’avvocato Cavalier Francesco Calvanese fu eletto deputato al parlamento nella IX legislatura (la seconda unitaria) seguito nel 1870 dalla elezione al parlamento dell’avvocato Giuseppe Lanzara (XI legislatura). A cavallo tra ottocento e novecento è fondamentale il fenomeno dell'emigrazione. Infatti i muratori, gli scalpellini e gli imprenditori avevano bisogno di un lavoro continuo che una piccola comunità, purtroppo, in quel periodo non poteva sempre assicurare. Nell’anno 1923, per volere delle attività locali, fu realizzato il Parco della Rimembranza per i caduti della Prima Guerra Mondiale.
[modifica] Economia
[modifica] Agricoltura
Presenta un territorio quasi tutto pianeggiante. Le campagne sono molto fertili e ricche di acqua, proveniente da numerosi canali di irragazione creati dal fiume Solofrana. Lanzara, sin dai tempi più remoti, proprio per la sua posizione geografica basava la sua economia specialmente sull'agricoltura. Il piccolo nucleo abitativo, formato da poche case, si sviluppava prevelentemente nei pressi della parrocchiale, mentre nel territorio sorgevano in modo sparso le case coloniche. Infatti, in zona, esistevano diversi feudi con grandi estensioni di terreno sia a ridosso delle colline circostanti che avalle, per cui la popolazione essendo povera e priva di altre risorse si pose a servizio dei feudatari coltivando le loro terre. Il terreno, sia per la dolcezza del clima che pre il materiale fertilizzante depositato dalle eruzioni del Vesuvio e grazie anche al sistema di canalizzazione del fiume Solofrana, risultava molto fertile e ben si prestava, specialmente a valle, alla coltivazione ortofrutticola. A ridosso, poi, delle colline circostanti, per la loro speciale esposizione al mezzogiorno, veniva coltivato l'ulivo nella zona di Santa Maria a Castello e la vite e le nocciole nella zona di Paterno. Tra gli ortaggi ancora coltivati a Lanzara ricordiamo finocchi, cavolfiori, broccoli, pomodori, carciofi, scarole, peperoni, fagioli, melanzane, lattuga, patate, cipolle, agli. Attualmente di spazi agricoli ne sono rimasti ben pochi. Sono piccoli appezzamenti dove si produce id tutto. Una piccola zona è in località di Paterno, che confina con il Comune di Sarno. Un'altra superficie è quella che si estende a destra e a sinistra di via Pantrice. Negli ultimi decenni, però, l'industrializzazione, il grande sviluppo edilizio e l'inquinamento della Solofrano hanno contribuito alla quasi scomparsa di questa attività.
[modifica] Trasporti
Per approfondire, vedi la voce Stazione di Lanzara-Fimiani. |
La frazione è dotata di una stazione ferroviaria, Lanzara-Fimiani, sulla linea Mercato San Severino-Sarno/Nocera Inferiore. Fra i vari collegamenti conta anche un interregionale da e per Roma.
[modifica] Sport
La squadra locale di calcio è la S.S.Intrepida, vincitrice di molti campionati dilettantistici italiani che fornì il titolo sportivo per la rinascita della più blasonata Cavese, mentre la squadra di pallamano femminile militante in serie A2 è la Calvanese Campania Handball.
[modifica] Personaggi famosi
Lanzara ha dato i natali a personaggi importanti che hanno dato lustro alla città di Castel San Giorgio come l’ architetto Carmine Calvanese, allievo del Vanvitelli, il barone De Conciliis, l’ avvocato Francesco Calvanese deputato al parlamento, l’ avvocato Giuseppe Lanzara, anche egli parlamentare e in seguito senatore. Lanzara è famosa in tutto il mondo per l’ opera svolta dagli scalpellini, tra i quali spiccano Antonio Morese, Gaetano e Vincenzo Grimaldi. Purtroppo questo lavoro oggi è scomparso. Tuttavia a memoria di esso persiste il ben noto Vicolo degli Scalpellini. Un laboratorio artigianale per la lavorazione e la scultura del marmo continua però a sopravvivere, in via Dante Alighieri.
[modifica] Artigianato
Lanzara è famosa in tutto il mondo per il mestiere dello scalpellino, ormai scomparso, e tra i tanti spiccano Antonio Morese, Gaetano e Vincenzo Grimaldi.