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Ladysmith Black Mambazo - Wikipedia

Ladysmith Black Mambazo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Ladysmith Black Mambazo
Nazionalità Sudafrica
Genere Isicathamiya, etnica, world music
Periodo attività 1960 - oggi
Strumento {{{Strumento}}}
Etichetta {{{Etichetta}}}
Band attuale {{{Band attuale}}}
Band {{{Band precedenti}}}
Album pubblicati più di 50
Studio
Live
Raccolte
Sito ufficiale
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I Ladysmith Black Mambazo sono un gruppo corale sudafricano che compone e interpreta soprattutto musica tradizionale africana dei generi isicathamiya e mbube. Sono uno dei gruppi musicali più prolifici del Sudafrica, e hanno conquistato diversi dischi d'oro e di platino. Sono noti a livello internazionale soprattutto grazie alla collaborazione con artisti stranieri, e in particolare per aver cantato sul celebre album Graceland di Paul Simon.

Indice

[modifica] Storia

[modifica] Origini

Il gruppo nacque nel 1960 per iniziativa di Joseph Shabalala, che decise di costituirlo insieme a un gruppo di parenti (soprattutto fratelli e cugini) che cantavano con lui fin dall'infanzia. Inizialmente si chiamarono Ezimnyama Ngenkani ("i neri"), e presero a esibirsi in manifestazioni locali, matrimoni e altre ricorrenze, cantando melodie mbube e isicathamiya (un genere tradizionale zulu).

Nel 1964, Shabalala insegnò ai suoi compagni una serie di nuove melodie, sostenendo di averle ascoltate in un sogno ricorrente che si era protratto per oltre sei mesi.[1] Per enfatizzare la svolta nella storia del gruppo, Shabalala scelse anche il nuovo nome "Ladysmith Black Mambazo". Ladysmith era il nome della cittadina del KwaZulu-Natal in cui Shabalala e i suoi compagni erano nati e cresciuti; "black" stava per black ox, un tipo di bue che veniva considerato il più possente fra gli animali da fattoria; e mambazo era una parola africana per "accetta", con riferimento al fatto che il gruppo di Shabalala era destinato a "tagliare" (chop down, nel senso di "stravincere") le competizioni canore.

Poco tempo dopo i Ladysmith Black Mambazo entrarono nel circuito delle gare canore isicathamiya, che si tenevano a Durban e Johannesburg. La formazione comprendeva, oltre a Shabalala (che era cantante solista), Milton Mazibuko, Albert Mazibuko, Enoch Shabalala, Headman Shabalala, Walter Malinga e Funokwakhe Mazibuko. La previsione di Shabalala riguardo al "tagliare" le competizioni si dimostrò vera: i Ladysmith vinsero tutte le gare a cui parteciparono, finché nel 1973 gli organizzatori delle gare decisero che erano semplicemente "troppo bravi" per concorrere con gli altri gruppi.[2]

Nel frattempo, a partire dal 1967, il gruppo aveva cominciato a incidere, prima per Radio Zulu e poi per la Gallo Record Company di West Nkosi. Nel 1973 incisero per la Gallo il loro primo album, Amabutho. Grazie all'enorme successo dell'album, i Ladysmith Black Mambazo furono i primi musicisti africani a ottenere il disco d'oro.[3]

Nel 1975 Shabalala si convertì al cristianesimo, e il gruppo incise il primo album di ispirazione religiosa, Ukukhanya Kwelanga, che conquistò ben due dischi di platino. Negli anni successivi, l'inno sacro (metodista) divenne la forma musicale predominante nelle incisioni del gruppo. L'album del 1976, Ukusindiswa, divenne uno degli album religiosi più popolari del Sudafrica, e fu conosciuto anche all'estero, in particolare in Germania, dove nei primi anni '80 i Ladysmith Black Mambazo fecero diverse apparizioni su televisioni nazionali. Il brano in tedesco Wir Grüssen Euch Alle, sull'album Phansi Emgodini (1981), fu registrato in questo periodo.

[modifica] Successo internazionale

Nel 1985, Paul Simon si recò in Sudafrica alla ricerca di collaboratori per il suo prossimo album, Graceland. I Ladysmith Black Mambazo risposero all'appello, e si recarono a Londra per incidere. Dalla collaborazione con Simon nacque il brano Homeless di Shabalala, e l'arrangiamento di voci per Graceland. In quell'occasione, Simon e Shabalala furono accusati di aver violato l'embargo culturale che i paesi occidentali stavano attuando contro il Sudafrica come pressione per l'abolizione dell'apartheid.[4]

Graceland fu un grandissimo successo internazionale: oltre a vendere 16 milioni di copie in tutto il mondo, l'album ebbe una vastissima eco nel mondo della musica leggera, contribuendo ad alimentare l'interesse del music business occidentale per la musica africana (fenomeno che sarebbe sfociato nella nascita della cosiddetta world music). Sulla scia dei Ladysmith Black Mambazo, altri artisti africani come Stimela e Mahlathini and the Mahotella Queens iniziarono a essere conosciuti all'estero.[5] Lo stesso Simon produsse i tre successivi album di Ladysmith Black Mambazo (Shaka Zulu del 1987, Journey of Dreams del 1988 e Two Worlds, One Heart del 1990) lanciandoli sul mercato statunitense. Sull'onda di questa crescente popolarità, i Ladysmith Black Mambazo apparvero nel film Moonwalker di Michael Jackson, cantando The Moon Is Walking durante i titoli di coda.

Il 10 dicembre 1991, durante la tormentata transizione del Sudafrica verso l'abolizione dell'apartheid, il bassista Headman Shabalala (fratello di Joseph), fu ucciso a colpi d'arma da fuoco da una guardia giurata di nome Sean Nicholas. Paul Simon portò Nicholas in tribunale, sostenendo che l'omicidio era stato volontario e motivato dall'odio razziale.[6] L'evento scosse tutti i membri del gruppo, diversi dei quali si ritirarono dalle scene. Lo stesso Joseph abbandonò per qualche tempo, rifondando il gruppo nel 1993. A sostituire coloro che avevano lasciato il gruppo, Shabalala chiamò quattro dei propri figli.[7]

Il regime dell'apartheid fu definitivamente abolito nel 1992. Il primo album dei Ladysmith Black Mambazo dopo la morte di Headman, Liph' Iqiniso, fu una celebrazione della fine del segregazionismo. Nelson Mandela dimostrò una grande ammirazione per il gruppo di Shabalala, definendoli "gli ambasciatori culturali del Sudafrica"[8] e facendosi accompagnare dai Ladysmith Black Mambazo alla cerimonia di assegnazione del Premio Nobel per la pace nel 1993 a Oslo. Nel 1994 i Ladysmith Black Mambazo furono chiamati a cantare anche in occasione della cerimonia con cui Mandela fu nominato presidente.[9] Negli anni successivi, il gruppo collaborò con innumerevoli artisti di fama internazionale (tra gli altri, Stevie Wonder, Dolly Parton, B*Witched, The Corrs e Ben Harper) e si esibì di fronte a personalità come Giovanni Paolo II e la famiglia reale britannica. La raccolta The Best of Ladysmith Black Mambazo: The Star and the Wiseman vendette oltre un milione di copie nel solo Regno Unito, e guadagnò al gruppo ben tre dischi di platino.

[modifica] Gli anni 2000

Dopo la pubblicazione di Lihl' Ixhiba Likagogo (2000), il gruppo iniziò a lavorare al successivo Wenyukela. Durante le registrazioni, Nellie Shabalala, moglie di Joseph, fu assassinata in un parcheggio da un uomo col volto coperto.[10]. Questa nuova tragedia rallentò i lavori, ma Wenyukela giunse infine alla pubblicazione nel 2003. L'album contiene numerosi brani caratterizzati dall'impegno politico e civile, come Fak' Ibhande ("non guidate ubriachi"), Wenyukela (che parla dei disordini che si erano verificati nel paese durante le elezioni del 1994) e Selingelethu Sonke, a favore della diffusione del commercio equo e solidale in Africa. L'album ebbe un buon successo in Sudafrica e fu pubblicato anche nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Nel successivo No Boundaries (2005) i Ladysmith Black Mambazo coniugarono la tradizione zulu con quella della musica classica occidentale, cantanto brani come Ave Verum Corpus accompagnati dalla English Chamber Orchestra; anche questo lavoro vendette molto bene. Nel 2006 fu pubblicato Long Walk to Freedom, un cofanetto celebrativo dei 45 di carriera del gruppo e dei 20 anni dalla pubblicazione di Graceland.

L'ultimo album del gruppo, Ilembe, è stato pubblicato il 26 febbraio 2007 in Sudafrica e il 2 aprile 2007 sul mercato internazionale.

[modifica] La Fondazione Ladysmith Black Mambazo

Nel gennaio del 1999, Joseph Shabalala ha creato la Ladysmith Black Mambazo Foundation, un'organizzazione che si occupa di tramandare ai giovani zulu sudafricani la cultura tradizionale del loro popolo, e in particolare la musica isicathamiya.

[modifica] Discografia parziale

Titolo Etichetta e codice Anno
Unkanka Odla Amacembe S.A.B.C. (LT 14319, 14320, 14351, 14352) 1966
Amabutho Gallo (Motella BL 14) 1973
Imbongi Gallo (Motella BL 18) 1973
Ufakazi Yibheshu Gallo (Mavuthela BL 22) 1973
Umama Lo! Gallo (Mavuthela BL 23) 1974
Isitimela Gallo (Motella BL 27) 1974
Ukukhanya Kwelanga Gallo (Motella BL 35) 1975
Amaqhawe Gallo (Motella BL 81) 1976
Ukusindiswa Gallo (Motella BL 86) 1977
Shintsha Sithothobala Gallo (Motella BL 91) 1977
Phezulu Emafini Gallo (Motella BL 92) 1977
Ushaka Gallo (Ezomdabu BL 129) 1978
Indlela yaseZulwini Gallo (Ezomdabu BL 153) 1978
Ezinkulu Gallo (Ezomdabu BL 186) 1979
Intokozo Gallo (Ezomdabu BL 205) 1980
Nqonqotha Mfana Gallo (Ezomdabu BL 253) 1980
Ulwandle Olungcwele Gallo (Ezomdabu BL 300) 1981
Phansi Emgodini Gallo (Ezomdabu BL 321) 1981
Umthombo Wamanzi Gallo (Ezomdabu BL 353) 1982
Induku Zethu Gallo (Ezomdabu BL 393) 1983
Ibhayibheli Liyindlela Gallo (Ezomdabu BL 472) 1984
Inkazimulo Gallo (Ezomdabu BL 504) 1985
Inala Gallo (Ezomdabu BL 531) 1985
Ezulwini Siyakhona Gallo (Ezomdabu BL 548) 1986
Kuyakhanya Madoda Gallo (Ezomdabu-Gallo XWI123a) 1986
Mabahambe Abathakathi Gallo (Ezomdabu-Gallo XWI123b) 1986
Shaka Zulu Warner Bros (1-25582) 1987
Thandani Gallo (Ezomdabu BL 613) 1987
Zibuyinhlazane Gallo (Ezomdabu HUL40131) 1988
Journey Of Dreams Warner Bros (1-25753) 1988
Isigqi Zendoda Gallo (HUL40203/CDGMP40203) 1990
Two Worlds, One Heart Warner Bros (1-26125) 1990
Zulu Traditional JVC World Sounds (JVC VICG-5230) 1990
Favourites Gallo (HUL40300/CDGMP40300) 1992
Classic Tracks Shanachie (SH 43074) 1992
The Best of Ladysmith Black Mambazo (Vol. 1) Shanachie (SH 43098) 1992
Liph' Iqiniso Gallo (CDGMP40392) 1993
Gift of the Tortoise Gallo (CDGMP40451) 1994
Zulu Hits Vol. 1 Gallo (CDGMP40616) 1995
Gospel Hits Vol. 2 Gallo (CDGMP40617) 1995
Shosholoza Gallo (CDSING 8 I) 1995
Thuthukani Ngoxolo Gallo (CDGMP40641) 1996
Ukuzala-Ukuzelula Gallo (CDGMP40691) 1995
Heavenly Gallo (CDGMP40697) 1997
Very Best Of – Spirit Of South Africa Nascente (NSCD 021) 1998
Best Of – The Star and the Wiseman UMTV (568 988 2) 1998
Best Of – The Star and the Wiseman Gallo (CDESP020) 1998
Gospel Songs Wrasse (WRASS005) 2000
In Harmony Wrasse/UMTV (153739-2) 1999
Live at the Royal Albert Hall Shanachie (SH 66023) 1999
In Harmony - Live at the Royal Albert Hall Wrasse/UMTV (WRASV001) 1999
Lihl' Ixhiba Likagogo Gallo (CDGMP 40830) 2000
Thandani/Umthombo Wamanzi Gallo (CDGSP3007) 2001
The Ultimate Collection Wrasse/UMTV (556 682 2) 2001
Congratulations South Africa - The Ultimate Collection Wrasse/UMTV (WRASS037) 2001
Friends In Concert Gallo (GWVCD 042) 2002
Ukusindiswa/Umthombo Wamanzi Gallo (CDGSP3012) 2002
Chillout Sessions Wrasse (WRASS067) 2002
Wenyukela Gallo (CDGMP 40892) 2003
Raise Your Spirit Higher Wrasse (WRASS100) 2003
The Very Best of - Rain, Rain Beautiful Rain Wrasse (WRASS132) 2004
No Boundaries Heads Up International/Gallo (GWVCD 060) 2004
Live at Montreux Eagle Records/Red (EE 39023 2) 2005
Long Walk to Freedom Heads Up International/Gallo (HUCD 3109, HUSA 9109) 2006
The Best of - Essential Tribute Budget (ABLCD121) 2006
The Hits (CD/DVD) Gallo (GMVCOM1000) 2006
Ilembe - Our Tribute to Shaka Warner Jazz 2007

[modifica] Note

  1. ^ E. Simonson, On Tiptoe: Gentle Steps to Freedom. Intervista a Joseph Shabalala. New Video Group, 2004
  2. ^ V. Erlmann, Nightsong. Intervista a Joseph Shabalala (p. 292). The University of Chicago Press, 1996
  3. ^ V. Erlmann, cit.
  4. ^ E. Simonson, op. cit.
  5. ^ M. Mankwane, Mahlathini, Mahotella Queens and Makgona Tsohle Band - Mbaqanga at its Best!. Interviste a Marks Mankwane e Mildred Mangxola. Gallo Record Company, 1997
  6. ^ E. Simonson, op. cit.
  7. ^ E. Simonson, op. cit.. Interviste a Sibongiseni, Thamsanqa e Thulani Shabalala.
  8. ^ A. Boulton, Adam Boulton Meets Ladysmith Black Mambazo, interviste ai membri del gruppo, Sky News 1999
  9. ^ A. Boulton, op. cit.
  10. ^ iAfrica.com, Tragedy Strikes Ladysmith Black Mambazo, vedi [1]

[modifica] Collegamenti esterni


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