Krak dei Cavalieri
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Bene protetto dall'UNESCO | |
Patrimonio dell'umanità | |
Krak des Chevaliers e Qal’at Salah El-Din Krak des Chevaliers and Qal’at Salah El-Din |
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Tipologia | storico |
Criterio | C(ii) (iv) |
Pericolo | nessuna indicazione |
Anno | 2006 |
Scheda UNESCO | inglese francese |
Patrimoni dell'umanità in Siria |
Il Krak dei Cavalieri (Ḥisn al-Akrād in lingua araba, cioè Fortezza dei Curdi, oggi Qalʿat al-Ḥiṣn, Cittadella della fortezza) è una fortezza militare siriana, situata nei pressi di Homs; può essere considerato il castello medievale per eccellenza d'età crociata.
Fu la più importante e più nota costruzione militare fortificata dell'Ordine militare dei Cavalieri dell'Ospedale di S. Giovanni di Gerusalemme, più noto come Ordine Ospedaliero prima di diventare Ordine dei Cavalieri di Rodi e infine Ordine dei Cavalieri di Malta - oggi S.M.O.M. (Sovrano Militare Ordine di Malta).
Il Krak rappresenta forse una delle testimonianze del passato medievale più affascinanti che la cultura cristiana occidentale abbia potuto lasciare in tutto il Vicino Oriente islamico.
Il Krak (che deriva dalla parola aramaica karkha, che significa città, conservatasi nel centro urbano transgiordanico di al-Karak, la biblica Moab) si trova a metà strada circa tra Aleppo e Damasco, a 60 Km quasi a SO di Hama.
La sua posizione era al tempo strategica, in quanto controllava il "Passo di Homs, lo sbocco settentrionale cioè dell'ampia e fertile pianura della Buqay'a (oggi Beqāʿ), fra il Monte Libano e l'Antilibano, che si esauriva proprio di fronte all’unico varco possibile (il passo di Homs) che conduceva verso la costa mediterranea e che permetteva di raggiungere la città di Tortosa (oggi Tartus), costituendo in tal modo la difesa più avanzata della Contea di Tripoli.
Oggi in effetti non si fa più caso alla strategicità di certi passaggi, ma al tempo in cui le vie di comunicazione erano pressoché obbligate, controllare il passaggio di Homs voleva dire controllare gran parte della costa libanese tra Antiochia e Beirut e gran parte dell’entroterra siriano.
La collina, su cui il Krak dei Cavalieri è stato costruito, era originariamente il luogo su cui sorgeva una piccola fortezza chiamata il «Castello sul pendio» o «Castello Curdo». Fu occupata nel 1031 circa dall’Emiro di Homs che vi lasciò come presidio soldati curdi per proteggere i territori interni della Siria dalla minaccia di potenziali invasori provenienti appunto dalla costa mediterranea.
Indice |
[modifica] La prima conquista del Krak
Le date in cui svolgono gli avvenimenti relativi alla prima conquista del Krak dei Cavalieri sono quelle della Prima crociata che videro la partecipazione di personaggi quali il borgognone Goffredo di Buglione della Bassa Lorena (Francia settentrionale) e Baldovino di Boulogne suo fratello, il provenzale Raimondo di Saint-Gilles, conte di Tolosa (Francia meridionale) e il normanno Boemondo I d'Antiochia e suo nipote Tancredi. Essi partirono dall’Europa nell'agosto del 1096 e raggiungono Costantinopoli (via terra) alla fine dello stesso anno. Nel 1097 i crociati conquistano Edessa (Baldovino di Boulogne), poi Antiochia (Boemondo), fino alla presa finale di Gerusalemme (15 luglio 1099) affidata poi a Goffredo di Buglione, e infine Tripoli (Raimondo di Tolosa).
Nel 1099, durante il passaggio della Prima crociata che si dirigeva verso Gerusalemme, Raimondo di Tolosa occupa brevemente l'avamposto, come racconta lo storico Steven Runciman nel suo libro La Prima crociata. Secondo il racconto, Raimondo e Goffredo di Buglione, a capo delle truppe crociate, avevano lasciato Antiochia, dove Boemondo s'era arrogato il titolo di principe, e proseguivano verso Gerusalemme. Durante questo tragitto, in cerca di rifornimenti (sempre scarsi) per le truppe, si imbatterono in questo castello che allora era presidiato da una guarnigione curda per la maggior parte composta da contadini. Per evitare di essere uccisi e nella speranza che i crociati se ne andassero soddisfatte delle cibarie così ottenute, i Curdi fecero uscire dal castello delle greggi. I crociati, in numero sembrerebbe abbastanza limitato, si dispersero per recuperare il bestiame. In quel momento il presidio curdo, vedendo le truppe crociate separate e quindi vulnerabili, tentò una sortita e riuscì quasi a catturare Raimondo che fu soccorso in tempo dalla sua guardia personale. Di notte comunque il castello fu abbandonato dai Curdi e Raimondo riprese quindi il suo tragitto alla volta di Gerusalemme. Runciman non spiega se già in questa data venne lasciato un presidio crociato.
La prima incursione al Krak dei Cavalieri (gennaio 1099) precedette quindi la presa di Gerusalemme (15 luglio 1099). Dopo la conquista di Gerusalemme il destino del Krak dei Cavalieri è legato agli avvenimenti della contea di Tripoli. Raimondo di Tolosa infatti, nel tentativo di acquisire una sua area di possedimenti così come avevano fatto prima di lui Baldovino, Boemondo, Tancredi e Goffredo, tentò di conquistare Tripoli. Prima prese Tortosa (Tartus) intorno al 1100 e poi tentò più volte di conquistare sia il Krak che la città di Homs in Siria senza peraltro riuscirvi. Si concentrò poi su Tripoli dove costruì la sua fortezza sul Monte Pellegrino a ridosso del porto della città. Morì tuttavia nel febbraio del 1105. Nel 1109 la contea di Tripoli passò al cugino di Raimondo, Guglielmo-Giordano, conte di Cerdagne, ma nella primavera dello stesso anno arrivò dalla Francia il figlio di Raimondo, Bertrando di Saint-Gilles, che rivendicava l'eredità. Dopo una iniziale spartizione in cui la zona a nord di Tripoli finì a Guglielmo-Giordano (vassallo di Tancredi) e la zona a sud compresa la città di Tripoli a Bertrando, quest'ultimo prese l'area complessiva a seguito della morte di Guglielmo-Giordano e divenne pertanto conte di Tripoli con il nome di Raimondo II (1109-1189). Diverse fonti riportano la data di conquista del Krak intorno al 1110 e quindi è plausibile che sia stato Raimondo II ad espugnarla anche se di questo episodio non si ha traccia.
[modifica] Gli Ospedalieri (Ospitalieri)
Questo periodo storico vede la nascita di importanti ordini religiosi cavallereschi quali quello dei Cavalieri templari (1119) e quello dei Cavalieri dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme(1099). La missione di questi ultimi era quella di rendere sicure le vie della costa e di curare i malati. Entrambe erano ordini militari ed ebbero un ruolo importante nelle guerre in oriente.
Il Krak dei Cavalieri, insieme ad altri castelli, fu donato agli Ospedalieri da Raimondo II di Tripoli nel 1144[1] che da allora continuarono a presidiarlo per difendersi dalle incursioni musulmane.
Il Krak poteva ospitare fino a 2.000 tra soldati e cavalieri, anche se alcuni parlano di 4.000, e la guarnigione crociata costruì fortificazioni in aggiunta a quelle originarie lungo tutto il periodo della loro permanenza e ogni qualvolta le circostanze lo richiedevano. Difficile pensare che il Krak abbia mai ospitato così tanti cavalieri in quanto gli storici sono abbastanza conservativi sulla numerosità dei cavalieri crociati presenti in questo periodo in oriente che si ritiene potessero essere in tutto un migliaio scarso.
La presenza dei crociati nella zona, negli anni seguenti, non fu mai tranquilla e fu sempre soggetta alle incursioni delle popolazioni musulmane di confine. Il Krak dei Cavalieri, rispetto ad altre fortificazioni, era in una posizione geografica favorevole in quanto in quel periodo le principali zone su cui concentravano i maggiori sforzi di difesa o attacco erano Gerusalemme (Israele), Damietta (Egitto), Edessa (Armenia), Costantinopoli (Turchia), Aleppo e Damasco (Siria) tutte abbastanza lontane dal Krak. Forse è questa la ragione per cui il Krak non ha subito nel corso del tempo pesanti distruzioni e si è mantenuto in questo stato fino ad oggi.
[modifica] Il Krak durante le altre crociate
Nel 1144 il Sultano di Damasco, Nūr al-Dīn ibn Zankī (Norandino), conquistò Edessa sconfiggendo Baldovino. Questo segnò un duro colpo ai crociati in oriente che ebbe notevoli ripercussioni anche in occidente. Venne lanciata una Seconda crociata (1148-1149) che, malgrado la presenza dei re di Francia (Luigi VII con la regina Eleonora di Aquitania) e Germania (Corrado III), risultò fallimentare. Il percorso seguì quello della prima crociata, da Costantinopoli ad Antiochia a Gerusalemme. Tentarono la conquista di Damasco, ma inutilmente.
Il Krak fu attaccato nel 1163 sempre da Nūr al-Dīn le cui truppe si scontrarono con quelle dei crociati nella valle di Buqay’a nelle vicinanze del castello. I crociati in quella occasione ebbero la meglio e mantennero il presidio della zona e del castello.
Nel 1170 muore Nūr al-Dīn e il suo regno fu preso progressivamente dal suo sottoposto curdo Salāh al-Dīn ibn Ayyūb (Saladino) che, di fatto, durante il suo regno riesce ad accerchiare in una stretta morsa tutti i regni crociati, dall'Armenia fino all’Egitto. Saladino, anche se sembra che non abbia posto mai sotto assedio diretto il Krak, intorno al 1180 fece comunque diverse incursioni nella zona della Contea di Tripoli, ma rinunciò sempre ai piani di conquista diretti perché probabilmente ritenne le difese troppo difficili da scardinare. Questo conferma che il Krak aveva certo un ruolo importante di difesa delle posizioni costiere della zona ma che nell'ambito più generale dello scontro non era tra le priorità di riconquista da parte dei musulmani. È interessante la nota dello storico dell'epoca Guglielmo di Tiro che in questo periodo scrive a proposito di una delle scorribande di Saladino all'interno del triangolo di castelli crociati Chastel Blanc, Krak dei Cavalieri, al-ʿArīma:
« Il conte di Tripoli aveva riunito i suoi uomini nella città di Arqa,[2] attendendo l'opportunità di combattere il nemico senza incorrere in serio pericolo. I frati del Tempio,[2] anch'essi presenti nella stessa regione, si barricarono entro i loro castelli[2] attendendo l'assedio, senza arrischiare attacchi sconsiderati; i frati dell'Ospedale[2] indotti da analoghi timori, si raccolsero nel loro castello, denominato Krak, giudicando sufficiente in caso di crisi riuscire a proteggere il suddetto castello dai danni provocati dal nemico. Le truppe nemiche erano a mezza via tra i frati sopra menzionati e le forze del conte di Tripoli in modo da impedire che potessero prestarsi aiuto o inviare messaggeri per tenersi informati sulle rispettive situazioni. Muovendosi liberamente sul territorio e soprattutto attraverso i luoghi coltivati senza che nessuno gli si opponesse, Saladino incendiò il raccolto, parte già pronto per la trebbiatura, parte già riunito in covoni nei campi e parte ancora giacente, predò il bestiame e spopolò l'intera regione » | |
(Guglielmo di Tiro, Historia rerum in partibus transmarinis gestarum, originale in latino, XXII.2.)
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Dalla nota si evince quanto i Crociati in queste terre fossero accorti e consci delle proprie forze e attenti quindi più alla difesa che all'attacco.
La data più importante del periodo è il 4 luglio 1187, data in cui Saladino sconfisse i crociati molto più a sud nella battaglia di Hattin tra Gerusalemme e il lago di Tiberiade. La sconfitta fu pesantissima per i crociati perché portò da lì a breve alla nuova caduta di Gerusalemme nelle mani musulmane.
Tra il 1187 e il 1271, anno in cui i crociati sono costretti ad abbandonare il Krak dei Cavalieri, si susseguirono numerosi avvenimenti tra cui:
- la Terza crociata intorno al 1197 che vide la partecipazione di Federico I di Germania Barbarossa (che perì in Asia Minore), Filippo di Francia (che arrivò fino ad Acri e tornò indietro) e Riccardo Cuor di Leone che proseguì fino a Gerusalemme, la mise sotto assedio e concordò con Saladino un libero accesso alla Città Santa.
- La Quarta crociata intorno al 1202 portò al saccheggio di Costantinopoli da parte dei crociati che posero sul trono Baldovino di Fiandra. In teoria, come le altre crociate, l’intento proclamato era quello di liberare la Terra Santa, tuttavia gli interessi che man mano si addensarono verso la Grecia e il regno di Costantinopoli furono tali da portare a questo sciagurato evento.
- La Quinta crociata 1218-1221 vide un cambiamento di strategia e i crociati dalla base di Cipro puntarono direttamente al cuore del regno di Egitto che in quel momento rappresentava la fonte di ogni minaccia per gli insediamenti latini di oriente cercando di conquistare la città di Damietta senza successo.
- La Sesta crociata intorno al 1229 si svolse quando in Italia era in pieno atto la lotta tra guelfi (papato) e ghibellini (impero). Federico II passò da Cipro, Acri e scese verso Gerusalemme dove concordò con i musulmani una tregua di 10 anni riconquistando la Città Santa e facendosi proclamare re. Essendo Federico II scomunicato, l'evento non fu accolto da gran entusiasmo in Occidente. Alla fine dei 10 anni (1244) Gerusalemme fu di nuovo saccheggiata e riconquistata dai musulmani d’Egitto del regno ayyubide.
- La Settima crociata e Ottava crociata dal 1250 al 1270 circa videro all’opera il Re di Francia Luigi IX. Dopo alcuni successi in Egitto incappò in una disfatta a Damietta in Egitto come la Quinta crociata. La spedizione perse ogni velleità di ristabilire un dominio significativo nell’area. Nel 1270 Luigi ci riprovò sbarcando in Tunisia, con l'intento di colpire da ovest i possedimenti egiziani, rettamente considerati il punto strategico su cui operare il massimo sforzo militare, ma morì per un'epidemia che colpì il suo esercito durante l'assedio alla capitale tunisina.
Nell'ultimo periodo l’avanzata dei Mongoli, la forza dei musulmani d’Egitto, l'incapacità da parte dei signori cristiani occidentali di concludere un'accettabile alleanza con i Bizantini, le rivalità interne di Outremer fecero sì che alla fine del XIII secolo la presenza dei crociati nella zona che va dall’Armenia all’Egitto si riducesse drasticamente, scomparendo gradualmente negli anni a venire.
[modifica] La fine del Krak dei Cavalieri
Il Krak dei Cavalieri seguì quindi questi eventi che lo videro testimone quasi per intero della presenza dei crociati cristiani nel Vicino Oriente per quasi 200 anni. Fu infatti durante l’inverno del 1271 che al-Malik al-Zāhir Baybars, sultano mamelucco d’Egitto, nella sua progressiva riconquista di quelli che erano stati gli insediamenti latini, «assediò il castello per vari giorni (3 marzo – 8 aprile), colpendolo con i proiettili delle sue catapulte prima che le sue truppe cominciassero l’attacco finale per occupare il castello, porta a porta, torre a torre». La conquista finale del castello da parte di Baybars, detto la pantera, ha un finale non chiaro su quale sia stata la sorte dei cavalieri crociati che al momento dell'assalto non erano più di 200. Alcuni sostengono che i soldati sconfitti furono lasciati liberi di raggiungere la costa e di lì proseguire per i loro destini, altri invece che furono uccisi subito dopo la battaglia.
Un'altra storia racconta che gli Arabi, evitando l'attacco alla porta principale di Krak dei Cavalieri che avrebbe condotto a una serie di passaggi più stretti, attaccarono il muro meridionale scavando gallerie sotto la grande torre dell'angolo di sud-ovest e in questo modo superarono le mura esterne. Prima di sferrare l'attacco al posto di guardia centrale, ancora più difeso, tentarono uno stratagemma. Un piccione viaggiatore fu inviato al castello con un messaggio del Gran Maestro degli Ospedalieri, in cui veniva ordinato alla guarnigione di arrendersi. In numero inferiore e senza speranza di salvezza, i difensori fecero quanto loro ordinato e, pur comprendendo che si trattava di un messaggio di un impostore, cedettero il grande castello con onore. Baybars ad ogni modo, in seguito alla conquista, restaurò le parti danneggiate e costruì nuove torri e la fortezza mantenne intatta la sua importanza sotto il dominio degli arabi.
[modifica] Note
- ^ Vedi Malcom Barber, La Storia dei Templari, Editrice Piemme, Casale Monferrato 2004.
- ^ a b c d «nella città di Arqa» → Arqa era situata a nord-est di Tripoli.
«frati del Tempio», «frati dell'Ospedale» → Templari, Ospedaliari.
«si barricarono entro i loro castelli» → Chastel Blanc e al-ʿArīma erano i castelli posseduti dai Templari nella regione.
[modifica] Bibliografia
- Thomas Biller (Hrsg.), Der Crac des Chevaliers. Die Baugeschichte einer Ordensburg der Kreuzfahrerzeit, Schnell & Steiner, Regensburg 2006, ISBN 3-7954-1810-0
- Collectif, La Méditerranée des Croisades, Citadelles & Mazenod, 2000
- Paul Deschamps, Terre Sainte Romane, Zodiaque, 1964.
- Paul Deschamps, Le Crac des Chevaliers. Etude historique et archéologique, Parigi 1934
- Jaroslav Folda, Pamela French, Pierre Coupel, Crusader Frescoes at Crac des Chevaliers and Marqab Castle. In Dumbarton Oaks Papers, 36, 1982, S. 177–210.
- Steven Runciman, La prima crociata, Edizioni Piemme, Casale Monferrato 2001 ISBN 88-384-4815-9
- Jean-Claude Voisin, Le Temps des forteresses en Syrie du nord : VIe-XVe siècles, éd. Terre du Liban, 2000
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