Indulto
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
L'indulto è una causa di estinzione della pena prevista nell'ordinamento italiano dall'art. 174 del Codice penale. Si tratta di un provvedimento generale di clemenza, ispirato, almeno originariamente, a ragioni di opportunità politica e pacificazione sociale, ma a volte degenerato nella prassi in strumento di periodico sfoltimento delle carceri.
Indice |
[modifica] Caratteristiche
L'indulto in senso proprio è un provvedimento con il quale il Parlamento condona o commuta parte della pena per i reati commessi prima della presentazione del disegno di legge di indulto. La Costituzione richiede una maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera, per la sua approvazione; legge deliberata in ogni suo articolo e nella votazione finale. Per l’applicazione dell’indulto è competente il giudice dell’esecuzione, il quale procede senza formalità, secondo la procedura de plano prevista anche per l'amnistia.
L'indulto è un provvedimento di indulgenza a carattere generale e si differenzia dall'amnistia perché si limita ad estinguere in tutto od in parte la pena principale, che viene in tutto o in parte condonata oppure commutata in altra specie di pena consentita dalla legge e pertanto non estingue le pene accessorie, salvo che la legge di concessione non disponga diversamente e, a maggior ragione, lascia sussistere gli altri effetti penali della condanna, mentre l'amnistia estingue il reato.
Diversamente dalla grazia, che è un provvedimento individuale, l'indulto è un istituto di carattere generale e si riferisce a tutti i condannati che si trovino in determinate condizioni di pena.
[modifica] L'indulto del 2006
Il 29 luglio 2006 il Parlamento ha approvato con un'ampia maggioranza trasversale [1] la legge 241/2006 che ha introdotto un provvedimento di indulto per i reati commessi fino al 2 maggio dello stesso anno. In particolare è stato concesso un indulto non superiore ai tre anni per le pene detentive e fino a 10.000 euro per le pene pecuniarie. Sono stati peraltro esclusi i reati di terrorismo (compresa l'associazione eversiva), strage, banda armata, schiavitù, prostituzione minorile, pedo-pornografia, tratta di persone, violenza sessuale, sequestro di persona, riciclaggio, produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti, usura e quelli concernenti la mafia[2]. La legge ha stabilito anche che l'indulto non potesse essere applicato alle pene accessorie temporanee, come l'interdizione dai pubblici uffici. È prevista inoltre la revoca del beneficio in caso di commissione, entro cinque anni dalla data di entrata in vigore della legge, di un delitto non colposo per il quale si riporti una condanna a pena detentiva non inferiore a due anni.
[modifica] Critiche
La votazione sull'indulto - pur avendo raccolto una maggioranza trasversale molto ampia [3] [4], è stata accompagnata da polemiche e critiche, all'interno e fuori dalle sedi della politica: in particolare, oltre alle accuse di aver strumentalizzato l'appello di Giovanni Paolo II, le controversie riguardano l'ampiezza del provvedimento che ha riguardato anche reati molto gravi quali l'omicidio volontario e la violazione delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro. Molti magistrati hanno denunciato che il provvedimento di indulto, azzerando la pena senza estinguere il reato, ha reso comunque necessario il completamento dell'iter processuale, distogliendo le risorse degli uffici giudiziari da altri processi sui quali non di rado gravano concreti rischi di prescrizione.
Nonostante ciò, i primi studi quantitativi sugli effetti dell'indulto hanno rilevato dati positivi. Secondo il resoconto della situazione carceraria pre e post-indulto [5] pubblicato dal Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria, nei primi 5 mesi il tasso di recidiva (ossia la percentuale di persone che commettono un altro reato e tornano in carcere) è stato dell'11,9%, contro una media superiore al 30% nei precedenti provvedimenti di indulto. Inoltre il tasso di recidiva è stato più alto tra i cittadini italiani che tra gli immigrati, e tra questi ultimi l'89% dei recidivi hanno avuto la revoca del beneficio per reati legati esclusivamente all'immigrazione clandestina. [6]
Altre analisi tuttavia smentiscono l'ottimismo dei resoconti del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria e mostrano il repentino aumento di alcune tipologie di reati, tra le quali le rapine in banca, nei mesi successivi alla concessione del provvedimento di clemenza. [7]
A fine ottobre 2007 il dirigente del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Ettore Ferrara, nel corso di una conferenza stampa alla presenza del ministro Clemente Mastella, ha affermato che entro la prima metà del 2009, se non sarà accaduto qualche fatto nuovo e senza interventi strutturali, si potrebbe tornare alla situazione di prima dell’indulto. Da questa informazione si possono, dunque, evidenziare le ragioni della critica al sistema dell'indulto:
a) con l'indulto non si cancella il reato ma solo la pena: questo significa che lo Stato deve ugualmente affrontare i costi per celebrare i processi senza che alle eventuali condanne consegua l'esecuzione della pena;
b) dall'appesantimento dell'attività delle procure e dei giudici penali per la prosecuzione dei processi destinati a sfociare con l'indulto consegue il risultato di sprecare energie che potrebbero essere, più proficuamente, destinate alla celebrazione degli altri processi che potrebbero, pertanto, estinguersi con la prescrizione;
c) i criminali rilasciati potrebbero essere indotti a ritenere che la giustizia italiana è sempre più disposta a "perdonare" i propri delinquenti: i reati potrebbero aumentare proprio per effetto della liberazione dei condannati con la "complicazione" ulteriore che coloro che avevano ricevuto una condanna con l'indulto potrebbero non usufruire della sospensione condizionale: in questo modo, pertanto, il risultato finale sarebbe l'aumento delle esecuzioni penali da scontare nelle carceri.
Le posizioni critiche nei riguardi dell'indulto si spingono a richiedere le seguenti proposte:
a) quella di far scontare integralmente la pena in relazione al principio di certezza del diritto e della pena a tutela della comunità mettendo il condannato in condizioni di poter svolgere utilmente un'attività retribuita se vuole ottenere condizioni di benessere maggiori nell'esecuzione della pena; in questo modo una parte della spesa pubblica attualmente destinata al sostentamento dei carcerati potrebbe essere utilizzata più proficuamente per una politica di ammodernamento delle strutture carcerarie;
b) quella di far scontare, in tutto o in parte, la pena presso le strutture carcerarie del paese di provenienza nel caso di stranieri condannati.
[modifica] Note
- ^ I gruppi parlamentari che hanno votato contro l'indulto sono stati l'Italia dei Valori (con l'eccezione di un deputato e l'astensione di un altro) nelle file della maggioranza e la Lega Nord e Alleanza nazionale (con l'eccezione di sei senatori e di tre deputati) in quelle dell'opposizione. Il Partito dei Comunisti Italiani, facente parte della maggioranza, si è invece astenuto.
- ^ L'indulto ha riguardato però i colpevoli di voto di scambio, che punisce chi chiede i voti alla mafia in cambio di denaro (art. 416-ter del Codice penale).
- ^ Elenco dei deputati che hanno votato per la legge 241/2006 dal blog di Antonio di Pietro
- ^ Elenco dei senatori che hanno votato per la legge 241/2006 dal blog di Antonio di Pietro
- ^ Giovanni Jocteau; Giovanni Torrente. Indulto e recidiva - Uno studio dopo sei mesi dall’approvazione del provvedimento (PDF). Ministero della Giustizia. URL consultato il 11-06-2008.
- ^ Luigi Marini, Sette mesi dopo l'indulto, Lavoce.info, 3 marzo 2007.
- ^ Giovanni Mastrobuoni e Alessandro Barbarino, Crimini e misfatti a un anno dall'indulto, Lavoce.info, 4 settembre 2007.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Altri progetti
- Articolo su Wikinotizie: La Camera italiana approva l'indulto 27 luglio 2006
- Articolo su Wikinotizie: Il Senato italiano approva il ddl sull'indulto 29 luglio 2006
- Articolo su Wikinotizie: Napolitano: "Ripensare sistema sanzioni e pene" 31 luglio 2006
- Articolo su Wikinotizie: Indulto: primo scarcerato a Catanzaro 1 agosto 2006
[modifica] Fonti
Codice penale Testo della legge 241/2006
- Portale Diritto: accedi alle voci di Wikipedia che parlano di diritto