Giacomo Antonelli
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Cardinale | |
Giacomo Antonelli della Chiesa cattolica |
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Nato | 2 aprile 1806, Sonnino |
Ordinato sacerdote |
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Consacrato vescovo |
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Vescovo | |
Proclamato cardinale |
11 giugno 1847 da papa Pio IX |
Deceduto | 6 novembre 1876 sotto papa Pio IX |
Cardinale Titolo cardinalizio Collegio cardinalizio · Concistoro Tutti i cardinali dati |
Giacomo Antonelli (Sonnino, 2 aprile 1806 – Roma, 6 novembre 1876) è stato un cardinale italiano che fu anche Cardinal Segretario di Stato.
Indice |
[modifica] Biografia
[modifica] Le origini
Giacomo Antonelli nato da famiglia benestante a Sonnino, piccolo centro al confine fra Stato della Chiesa e Regno delle Due Sicilie, quando il paese natio fu distrutto dalla gendarmeria papale, quale covo notorio di briganti si trasferì a Roma, dove entrò in seminario. Qui Antonelli si segnalò subito per le proprie doti.
Antonelli era appena stato ordinato diacono, che Papa Gregorio XVI lo volle fra i proprio collaboratori, tale decisione avrebbe segnato la vita di Antonelli. Egli divenne assessore presso il Supremo giudice penale, poi delegato a Orvieto, Viterbo e Macerata. Nel 1841 fu nominato sottosegretario agli interni e nel 1844 come secondo tesoriere nelle Finanze e l’anno successivo Grande Tesoriere, ossia in sostanza Ministro delle Finanze. In tale veste, con una abile operazione finanziaria, riesce a fare in modo che lo Stato Pontificio torni in possesso dei beni appartenenti all'"Appannaggio Leuchtemberg" (fino al 1814 "Appannaggio Beauharnais).
[modifica] Antonelli e i moti del 1848
Quando Pio IX salì al soglio di Pietro, Antonelli partecipò attivamente ai tentativi di riforma liberale del nuovo Papa, sui quali esercitò peraltro un grande influsso.
Papa Pio IX creò Antonelli cardinale nel concistoro del 12 giugno 1847. Antonelli entrò contemporaneamente nel primo Consiglio dei Ministri, la cui formazione stessa costituiva un’apertura di Pio IX alle riforme. Quando poi, nel marzo 1848, si arrivò addirittura alla formazione di un governo misto di esponenti del clero e laici, la presidenza fu affidata a Antonelli.
Mentre il 14 marzo 1848 il Papa proclamava la costituzione, Antonelli lusingava l’opinione pubblica, inviando 10'000 uomini al confine settentrionale dello Stato della Chiesa, affinché si unissero ai Piemontesi che stavano cercando di scacciare gli austriaci dal Regno Lombardo-Veneto.
Dopo la capitolazione delle truppe romane il 16 giugno 1848 a Vicenza il Papa su pressione di Antonelli assicurò tuttavia che le truppe non erano state inviate per combattere gli austriaci. Da quel momento Antonelli perseguì l’avvicinamento all’Austria e il ripristino della situazione antecedente i moti del 1848 e l’inizio della Prima guerra di indipendenza italiana. Il malumore della popolazione per questa abiura della causa nazionale fu però a Roma così minacciosa che Antonelli e i suoi colleghi dovettero lasciare spazio a un nuovo ministero. Pio IX chiamò al posto di Antonelli il Principe Rossi.
Antonelli rimase comunque conduttore occulto della politica papale. Fu infatti Antonelli che, dopo l’assalto del popolo al palazzo del Quirinale il 25 novembre 1848, spinse il Papa a fuggire a Gaeta, dove Antonelli sarà premiato con la nomina a Cardinal Segretario di Stato.
[modifica] La linea conservatrice dopo il 1848
Dopo la restaurazione del potere papale, il 15 luglio 1849, grazie all’intervento francese, Antonelli tornò a Roma con il Papa, fu posto alla guida del neocostituito Consiglio di Stato. Egli riorganizzò l’amministrazione, perseguitò i suoi avversari politici e introdusse, in modo deciso e astuto, un regime assolutistico di polizia.
Respinse le diffide e i consigli delle Potenze europee alla moderazione e all’introduzione delle riforme rese necessarie dai tempi. Egli non fece dunque alcuna concessione ai desideri di unificazione nazionale degli italiani e, anzi, protestò per le annessioni di territori dello Stato della Chiesa al Regno d'Italia. Con una serie di note scritte egli sostenne pure la linea ecclesiastica di Pio IX che era divenuto, sul piano religioso e teologico, tanto conservatore quanto su quello politico. Molti ritengono che Antonelli, personaggio frivolo e religiosamente indifferente, avrebbe ben potuto venire realisticamente a patti con la situazione e con l’evoluzione dei tempi, egli si sarebbe tuttavia rifiutato di lasciare il potere più che altro per desiderio del Papa, influenzato dalle pressioni e dalle manovre dei gesuiti.
Quando Antonelli morì, il 6 novembre 1876, lasciò un ingente patrimonio, per la cui successione si aprì un processo, che fece scalpore, fra una presunta figlia di Antonelli (la contessa Lambertini) e i parenti dell'Antonelli medesimo.
[modifica] Bibliografia in italiano
- Carlo Falconi,"Il cardinale Antonelli. Vita e carriera di un Richelieu italiano nella Chiesa di Pio IX", Milano,1983
- Mario Fratesi, "Il Principe e il Papa. L'Appannaggio Beauharnais e lo Stato Pontificio", Camerata Picena (An), 2003
[modifica] Collegamenti esterni
- Curriculum vitae in lingua inglese
- fotografia
- Dati riportati su www.catholic-hierarchy.org alla pagina [1]
Predecessore: | Cardinal Segretario di Stato | Successore: | |
---|---|---|---|
Giuseppe Bofondi (1848) |
1848 | Antonio Francesco Orioli (1848) |
I |
Giovanni Soglia Ceroni (1848) |
1848-1876 | Giovanni Simeoni (1876-1878) |
II |