Geoffrey Wilkinson
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Geoffrey Wilkinson (Springside, 14 luglio 1921 – Londra, 26 settembre 1996) è stato un chimico britannico, vincitore del premio Nobel per la chimica nel 1973, «per il suo lavoro nell'ambito dei composti metallorganici»[1].
Indice |
[modifica] Biografia
Nato nel villaggio di Springside, vicino Todmorden nello Yorkshire, frequentò dal 1939 l'Imperial College di Londra laureandosi nel 1941. Nel 1942 Wilkinson si recò per quattro anni in Canada per un progetto sull'energia nucleare, passando poi a lavorare dal 1946 fino al 1950 col professore Glenn T. Seaborg a Berkeley, California, occupandosi di tassonomia nucleare. Fu quindi ricercatore presso il Massachusetts Institute of Technology e tornò a interessarsi di tematiche a lui care quali i complessi dei metalli di transizione formati da ligandi quali il monossido di carbonio e le olefine.
Dal settembre 1951 insegnò alla Harvard University fino a quando tornò in Inghilterra nel dicembre 1955, con una pausa sabbatica di nove mesi a Copenhagen. Nel giugno 1955 venne nominato direttore del dipartimento di Chimica Inorganica all'Imperial College dell'Università di Londra e da allora si occupò quasi esclusivamente dei complessi dei metalli di transizione.
Wilkinson era sposato con Lise Sølver e insieme ebbero due figlie.
[modifica] Attività scientifica
Geoffrey Wilkinson è ben noto per l'invenzione del catalizzatore RhCl(PPh3)3 (catalizzatore di Wilkinson) e per la scoperta della struttura del ferrocene. Il catalizzatore di Wilkinson trova utilizzo industriale nell'idrogenazione degli alcheni ad alcani.
Mediante l'utilizzo di spettri di diffrazione dei raggi X studiò la struttura dei composti metallorganici dei metalli di transizione con monossido di carbonio e con gli alcheni. Mediante la stessa tecnica dimostrò la struttura del ferrocene, formato da un atomo di ferro posto tra due due anelli di ciclopentadiene (composto sandwich).
Durante la sua permanenza alla Harvard University investigò sulle funzioni di eccitazione dei protoni nel cobalto.
Nel 1973 vinse il premio Nobel per la chimica, insieme con Ernst Otto Fischer, per il suo lavoro indipendente sui composti metallorganici.
[modifica] Note
[modifica] Collegamenti esterni
- (EN) Autobiografia su nobelprize.org