Democrazia ateniese
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« Il nostro sistema politico non si propone di imitare le leggi di altri popoli: noi non copiamo nessuno, piuttosto siamo noi a costituire un modello per gli altri. Si chiama democrazia, poiché nell’amministrare si qualifica non rispetto ai pochi, ma alla maggioranza. » | |
La democrazia greca (e in particolare quella ateniese) è la prima forma di governo democratico attestata nella storia occidentale. La teoria costituzionale della democrazia ateniese si basa sul semplice principio della sovranità al popolo (kurios, sovrano), oramai condiviso da tutte le democrazie mondiali. Essa era una democrazia diretta, ovvero ogni cittadino aveva la possibilità di proporre e votare direttamente le leggi, mantenendo soprattutto la possibilità decisiva di modificare direttamente la costituzione. Per meglio gestire tutte le questioni, il popolo legiferava attraverso gli organi preposti (fra i quali la Bulè e l'Ecclesia) e delegava il proprio ruolo di giudice assoluto ai magistrati.
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[modifica] Importanza
La democrazia greca costituì un fenomeno isolato nel tempo e nello spazio: infatti è stato un evento storicamente breve e ha attecchito solo in alcune poleis dell'antica Grecia. Nonostante ciò, questo primo seme di democrazia ha contribuito in modo drastico all’evoluzione del mondo, del pensiero e della politica occidentale, influendo sul concetto di democrazia moderno che, sebbene sia nelle sua articolazioni differente, pone le basi sui principi di quella propugnata dai Greci.
[modifica] Controversie
Per lo stato erano da considerare liberi e uguali tutti i cittadini; l'uguaglianza del voto esercitato nell'assemblea dai cittadini ateniesi era detta isopsefia, in greco "ἰσοψηφία (isopsēphía)", composta da "ἴσος (ísos)" che significa "uguale" e "ψῆφος (psêphos)" che significa "sassolino" ma anche "voto", dato che gli ateniesi utilizzavano dei sassolini per esprimere il loro voto. Fra i cittadini si potevano però annoverare (per una legge di Pericle del 450 a.C.) solamente i maggiorenni di sesso maschile, figli di genitori entrambi ateniesi.
Quindi spesso questa forma di democrazia greca è stata definita dagli storici schiavista, poiché fondava la sua prosperità ed efficacia sull’utilizzo di un'incontrollata schiavitù, oltre che naturalmente sulla totale discriminazione del sesso femminile: solamente gli uomini ateniesi maggiorenni avevano il diritto di eleggibilità; invece a donne e schiavi (spesso stranieri) era negata, sia quella attiva sia quella passiva.
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
- Atene, l'udienza è aperta. Il processo censorio di Timarco di Giovanni Costa
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