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Craco - Wikipedia

Craco

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Craco
Panorama di Craco
Craco - Stemma
Nome ufficiale: {{{nomeUfficiale}}}
Stato: bandiera Italia
Regione: Basilicata
Provincia: stemma Matera
Coordinate: 40°23′0″N 16°26′0″E / 40.38333, 16.43333
Altitudine: 391 m s.l.m.
Superficie: 76 km²
Abitanti:
796 2001
Densità: 10 ab./km²
Frazioni: Craco Peschiera 
Comuni contigui: Ferrandina, Montalbano Jonico, Pisticci, San Mauro Forte, Stigliano
CAP: 75010
Pref. tel: 0835
Codice ISTAT: 077007
Codice catasto: D128 
Nome abitanti: crachesi 
Santo patrono: San Nicola 
Giorno festivo:  
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia

Craco è un comune di 796 abitanti della provincia di Matera. Il centro storico ha conosciuto un'evacuazione negli anni Sessanta, che lo ha reso una vera e propria città fantasma. Ad ogni modo, è stato proprio questo aspetto a rendere Craco una cittadina distintiva, tanto da diventare un set cinematografico per vari film.

Indice

[modifica] Territorio

Craco sorge nella zona collinare che precede l'Appennino Lucano, a mezza strada tra i monti e il mare. Il territorio è vario, con predominanza dei calanchi, solchi profondi scavati dalle acque piovane nella loro discesa.

[modifica] Storia

[modifica] Fondazione

Le prime tracce delle origini di Craco sono alcune tombe, fatte risalire all'VIII sec a.C. Come altri centri viciniori, è probabile abbia offerto riparo ai Greci di Metaponto, quando questi si sono trasferiti in territorio collinare, forse per sfuggire alla malaria che imperversava nella pianura. Craco fu successivamente insediamento bizantino. Nel secolo X secolo monaci italo-bizantini iniziarono a sviluppare l'agricoltura della zona, favorendo l'aggregamento urbano nella regione.

La prima testimonianza del nome della città è del 1060, quando il territorio fu sottoposto all'autorità dell' arcivescovo Arnaldo di Tricarico, che chiamò il territorio Graculum, che significa piccolo campo arato.

[modifica] Medioevo

Erberto, probabilmente di origine normanna, fu il primo feudatario tra il 1154-1168. Di questo periodo è la struttura del borgo antico, in cui le le case sono arroccate intorno al torrione quadrato che domina il centro. Nel 1276 Craco divenne sede univeristaria. Durante il regno di Federico II, Craco fu importante centro stategico militare. Il torrione infatti domina la valle dei due fiumi che scorrono paralleli, il Cavone e l'Agri, via previlegiata per chi tentava di penetrare l'interno. La torre di Craco, insieme ad altre fortificazioni ed avamposti della zona, come la Petrolla, di rimpetto a Craco, erano barriera di protezione a città al tempo ricche quali Pandosia e Lagaria, entrambe al di là dell'Agri, entrambe prospicienti la feconda Siritide. Nel XV secolo, la città si espanse intorno ai quattro palazzi:

  • Palazzo Maronna, vicino alla torrione, con bell'ingresso monumentale in mattoni, e con grande balcone terrazzato.
  • Palazzo Grossi, vicino alla Chiesa Madre, ha un alto portale architravato, privo di cornici. I piani superiori sono coperti da volte a vela e decorati con motivi floreali o paesaggistici racchiusi entro medaglioni. Parte delle finestre e dei balconi conservano ringhiere in ferro battuto.
  • Palazzo Carbone, edificio della fine del '400, ha un ingresso monumentale. Nel settecento, il palazzo fu rinnovato ed ampliato.
  • Palazzo Simonetti.

[modifica] Moti Rivoluzionari

Nel 1799 Innocenzo De Cesare, studente a Napoli, rientrò a Craco, e capeggiò il movimento della "borghesia rurale", movimento rivoluzionario della Repubblica partenopea che si proponeva con sommosse e tumulti in tutta la regione di rompere i rapporti feudatari che caratterizzavano l'agricoltura del tempo. A Craco, la rivolta fu sedata nel sangue, a Palazzo Carbone.

Vecchio borgo
Vecchio borgo

[modifica] Abbandono

A causa di una frana di vaste proporzioni, nel 1963 Craco fu evacuata e l'abitato trasferito a valle, in località Craco Peschiera. Allora il centro contava oltre 2000 abitanti. La frana che ha obbligato la popolazione ad abbondare le proprie case sembra essere stata provocata da lavori di infrastrutturazione, fogne e reti idriche, a servizio dell'abitato.

[modifica] Paese fantasma

Ad onta di questo esodo forzato, Craco è rimasta intatta, trasformandosi in una specie di paese fantasma, caso raro se non unico nel suo genere. È possibile percorrerne le strade, affacciarsi all'interno delle case lasciate tal quali, sia le povere della civiltà contadina e pastorale sia quelle più ricche, gentilizie e patrizie.

[modifica] Cinema

Craco è stato lo sfondo per alcuni film:

[modifica] Personalità legate a Craco

  • Suo illustre cittadino fu il Padre Niccola Onorati Columella, OFMObs.(Craco 1754 - Napoli 1822), celebre naturalista e teologo, exprovinciale francescano degli Osservanti, professore di agricoltura e di diritto naturale nella Regia Università di Napoli, socio dell'Accademia dei Georgofili e di altre accademie nazionali ed estere.
  • San Vincenzo, protettore di Craco. Vanta un primato sugli altri protettori dei paesi più o meno vicini: quello di essere vero, cioè in carne e ossa. O meglio, il popolo lo diceva "imbalsamato", che non è poco rispetto alla cartapesta e al gesso solitamente impiegati per i simulacri oggetto di culto. Sembrerebbe che in realtà nemmeno San Vincenzo sia sfuggito a questa regola: al netto di una gamba, che pare sia veramente imbalsamata.

[modifica] Luoghi d'interesse

Numerosi turisti salgono a Craco per vedere le rovine del paese fantasma e per avventurarsi tra i vicoli in un'atmosfera surreale. Altrettanto suggestivi sono i dintorni. Il terreno argilloso e brullo coesiste con quello marnoso: su uno sperone di marna calcificata dal tempo sorge il torrione, che per i Crachesi è il "castello". Olivi secolari misti a cipressi antichissimi sono dal lato del paese verso lo Scalo, quest'ultimo sulla ferrovia calabro lucana da questo lato divelta e abbandonata.

[modifica] Le contrade

Altra immagine di Craco
Altra immagine di Craco

I nomi delle contrade evocano un passato intenso e misterioso:

  • "Canzoniere": prende il nome da un'antica taverna posta lungo un tratturo una volta assai frequentato. La storia vuole che a gestire la taverna fosse una donna assai avvenente, una specie di Circe contadina, che riduceva in suo potere i malcapitati sedotti dalla sua avvenenza: la maliarda li uccideva e li metteva sotto aceto, facendone il piatto forte della sua osteria.
  • "San Lorenzo": un'antica fontana a volta, sulla via verso il Cavone dove palme altissime convivono con gli olivi sullo sfondo di masserie che sono capolavori dell'arte costruttiva rurale dei secoli passati, austere e solari,arroccate e nel contempo aperte al territorio, come quelle "Galante" e "Cammarota", con il loro svolgersi su due livelli, gli archi che reggono la scala esterna e i terrazzi che sembrano spalti a difesa di non improbabili attacchi.
  • "Sant'Eligio": protettore dei maniscalchi trova in Craco un tributo che va al di là della semplice menzione toponomastica, con la sua cappella magnificamente affrescata, forse del '500, con le sue scene di santi intorno a un Cristo che pur crocifisso resta Pantocratore.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Collegamenti esterni


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