Corradino D'Ascanio
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Corradino D'Ascanio (Popoli, 1 febbraio 1891 – Pisa, 6 agosto 1981) è stato un ingegnere italiano.
La sua passione per l'allora primordiale scienza aeronautica fu precoce. All'età di 15 anni progettò (dopo aver studiato le tecniche di volo e le proporzioni tra peso e apertura alare di alcuni volatili) e costruì una sorta di deltaplano, che usò per lanci sperimentali effettuati da colline nei pressi della sua città natale.
Laureatosi nel 1914 in ingegneria industriale meccanica al Politecnico di Torino, si arruolò volontario nell'Arma del Genio, nella divisione "Battaglione Aviatori" della città piemontese, dove viene assegnato al collaudo dei motori. Venne poi nominato sottotenente il 21 marzo 1915, e inviato in Francia per scegliere un motore rotativo da produrre in Italia; così inizia la produzione dei motori "La Rhone". Scoppia la Prima guerra mondiale e D'Ascanio segue un breve corso di pilotaggio per Maurice Farman MF 1914, concluso senza aver conseguito il brevetto a causa dei molteplici impegni che lo assorbivano in quel periodo. Venne destinato al fronte per occuparsi di manutenzione e sorveglianza del materiale assegnato alle squadriglie di volo, riparando circa 50 velivoli bloccati a terra dal congelamento dell'olio. Nel 1916 entrò nell'Ufficio Tecnico della Società per costruzioni aeronautiche Pomilio (in quegli anni impegnata nella fabbricazione degli apparecchi S.P.2, Tipo C, Tipo D e altri), con la quale poi si trasferì, al servizio della neonata "Pomilio Brothers Corporation", a Indianapolis, negli Stati Uniti, per un anno (dal 1918 al 1919).
Successivamente insediò uno studio tecnico a Popoli, realizzando brevetti di vario genere. Nel 1925 fondò una Società con il barone Pietro Trojani, con la quale realizzò il suo elicottero. Il terzo prototipo, il D'AT3, commissionato dal Ministero dell'Aeronautica, pilotato dal maggiore pilota collaudatore Marinello Nelli, conquistò nell'ottobre del 1930 tre primati di altezza, distanza e durata in volo che rimarranno imbattuti per alcuni anni, ma non ebbe commesse di produzione.
Sciolta la società, nel 1932 D'Ascanio entrò nella Piaggio-aeronautica. Dall'ante-guerra fino al periodo post-bellico contribuì in maniera determinante nei progetti areonautici. Alla fine della grande guerra Enrico Piaggio ebbe la geniale intuizione: costruire un motociclo, a basso costo, in pratica accessibile a tutti. Affidò il compito della progettazione a D'Ascanio che ideò così la Vespa. Il primo modello del leggendario motociclo, la 98, fa la sua comparsa ufficiale nel 1946 quando viene esposto al salone del ciclo e motociclo di Milano. Nei 50 anni della sua storia la Vespa diverrà lo scooter più famoso al mondo con 16 milioni di esemplari prodotti in 130 modelli diversi al 2005.
In occasione dei 25 anni dalla sua scomparsa, il giornalista abruzzese Sandro Marinacci ha realizzato il libro "Il volo della Vespa". Nel testo viene tracciato l'aspetto umano di "un genio italiano incompreso". È un ampio studio frutto di una meticolosa ricerca condotta sia presso gli archivi sia presso coloro che hanno conosciuto Corradino D'Ascanio. Marinacci nella stesura del suo libro ha utilizzato uno stile semplice ed immediato. Il profilo biografico tracciato è avvicente come un romanzo e consegna agli appassionati aeronautici e scooteristi una figura affascinante di uomo semplice e schivo.
D'Ascanio ebbe un grande rammarico: è passato alla storia come l'ideatore della Vespa, ma pochi ricordano che è stato anche l'inventore dell'elicottero.
Attualmente a suo nome è intitolato un Liceo Scientifico[1], a Montesilvano (PE) e tutta la scuola ha celebrato la figura di D'Ascanio con numerose mostre e rappresentazioni.