Corno d'Africa
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Il corno d'Africa è una penisola a forma di triangolo sul lato est del continente africano. Si estende nel Golfo di Aden a sud della Penisola araba (Yemen) e dello stretto di Bab-al-Mandab. Il vertice nord-orientale del Corno d'Africa è rappresentato dal Capo Guardafui.
Quanto all'aspetto sociopolitico, questa regione è famosa in tutto il mondo per la sua estrema povertà ed instabilità politica, tanto da occupare gli ultimi posti nel continente e nel mondo nella graduatoria dell'Indice di sviluppo umano.
Indice |
[modifica] Stati
Ne fanno parte:
Talvolta vengono considerati del Corno d'Africa anche:
[modifica] Storia
[modifica] L'antichità
Anticamente, dopo essersi liberata dal leggendario dominio della regina di Saba, il cui regno aveva sede dall'altra parte del Mar Rosso, questa regione vide lo sviluppo di regni molto prosperi, primo fra i quali la vasta Etiopia (Regno di Axum, a cavallo dell'anno 0), governata in seguito dal negus neghesti.
A cavallo fra Ottocento e Novecento, le zone costiere del Corno d'Africa vennero occupate dalle potenze. Solo l'Etiopia, non avendo sbocchi sul mare, si salvò dall'espansionismo coloniale europeo, pur perdendo importanti territori e trovandosi circondata da inglesi e francesi. Infatti, il territorio dell'odierno Gibuti fu preso dalla Francia, mentre la Somalia settentrionale passò alla Gran Bretagna.
[modifica] La colonizzazione italiana
Nel 1870, intanto, il neonato Regno d'Italia acquisì la baia della città portuale di Assab, oggi eritrea, formandone il primo nucleo coloniale italiano. In seguito a fine anni Ottanta del XIX secolo l'Italia acquisì altre città nella zona, tra cui Massaua e Asmara, quindi decise di espandersi militarmente in tutta la regione. Dopo una sanguinosa guerra con alte perdite da entrambe le parti Italia ed Etiopia firmarono il trattato di Uccialli del 1889, in seguito al quale la Somalia ancora libera e l'Eritrea passavano ai Savoia. Successivamente il programma di espansione coloniale italiano concentrò le proprie attenzioni verso la Tripolitania.
Dopo l'ascesa di Benito Mussolini ed il successivo consolidamento (in gran parte apparente e superficiale) dell'economia italiana, a fine 1935 l'Italia fascista, prendendo come base la Somalia e l'Eritrea affrontò e sconfisse definitivamente l'Etiopia, prendendo Addis Abeba il 9 maggio 1936 e creando l'Africa Orientale Italiana, lontanissima e difficilmente raggiungibile dalla madrepatria.
Dopo un iniziale periodo di guerra civile, nel 1937 la regione fu pacificata e nei successivi tre anni la capitale locale, Addis Abeba, fu radicalmente ricostruita secondo gli standard voluti dal governo italiano. Ma lo scoppio della Seconda guerra mondiale determinò l'improvvisa interruzione dei programmi di ristrutturazione della città, lasciandola come un esteso cantiere che non avrebbe mai visto la fine.
[modifica] La seconda guerra mondiale
Nell'agosto 1940, dopo l'entrata in guerra dell'Italia e con un esordio tanto sottovalutato ma in realtà disastroso, il regime fascista ordinò l'invasione di Gibuti e Somalia britannica. Inoltre, nel corso dell'anno, gli italiani si espansero in Kenya, Sudan ed Egitto. Queste operazioni riportarono un successo sorprendente ma effimero, poiché nel maggio 1941 gli Alleati distrussero la guarnigione italiana in Etiopia meridionale, costringendo gli italiani a ritirarsi a nord. Nello stesso mese il negus fece ritorno ad Addis Abeba, mentre le ultime truppe italiane si arrendevano a maggio sull'Amba Alagi a novembre a Gondar.
In seguito alla Seconda guerra mondiale l'Etiopia fu ufficialmente il primo paese africano a riconquistare l'indipendenza (se non si considera la Liberia), nel 1941, riprendendo anche il controllo dell'Eritrea, mentre fino al 1960 la Somalia rimase protettorato italiano.
[modifica] La decolonizzazione
Dopo il termine delle dominazioni straniere in zona (soprattutto quella inglese, più prolungata) questi Stati hanno dovuto fare i conti con un'economia sfiancata ed a pezzi. L'Etiopia è stata dilaniata da una lunga guerra civile, mentre la Somalia ha subito una dominazione filoislamica. La recente secessione del 1993, dopo la quale l'Eritrea si è divisa politicamente dall'Etiopia, ha lasciato quest'ultima senza sbocchi sul mare, e quindi con ben poche speranze di sviluppo commerciale. In seguito si è creato lo stato del Somaliland, non ancora riconosciuto a livello internazionale.
[modifica] Economia: l'impronta coloniale
Fatta eccezione per le regioni dell'odierno Gibuti e della Somalia settentrionale (prima di possedimento rispettivamente francese ed inglese), le altre nazioni hanno subito il dominio italiano principalmente per poco tempo: si va dai circa sessant'anni dell'Eritrea e Somalia ai cinque anni dell'Etiopia. Pertanto, gli italiani hanno avuto a disposizione poco tempo per sfruttare le (poco ingenti) risorse abissine. Di conseguenza, l'attuale stato di estrema arretratezza degli Stati dell'Africa Orientale è in massima parte non dipendente dalla dominazione straniera. Piuttosto, dal precoce raggiungimento dell'indipendenza ai giorni nostri questi Stati hanno subito continue rivoluzioni e guerre civili, dovute ai continui movimenti secessionisti delle varie tribù locali. Purtroppo, però, questo è un fenomeno che si manifesta in tutta l'Africa, essendo gli attuali confini delle varie nazioni rispondenti ai regimi europei e non alla reale distribuzione etnica.
[modifica] Geografia
In Etiopia sorge la metà delle vette africane oltre i 2 mila metri, e l'80% di quelle oltre i 3 mila metri.
Tutta la vasta regione, inoltre, in particolare l'Etiopia meridionale e la zona al confine tra Etiopia ed Oltregiuba, è ricca di faglie e tagli territoriali, tra cui la celebre Rift Valley, presentando così un elevato rischio sismico.
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