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Colt Navy - Wikipedia

Colt Navy

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La Colt mod. Navy è un arma da fuoco corta calibro .36 ad avancarica del tamburo immessa sul mercato americano nel 1850, ma conosciuta come mod. 1851 (l’anno in cui la distribuzione divenne effettiva)

Colt Navy 1851
Colt Navy 1851

Indice

[modifica] L’arma

Questa pistola è una delle più tipiche della produzione della Casa statunitense attuata mentre l’inventore Samuel Colt era ancora in vita. È un revolver ad avancarica del tamburo ed a telaio aperto superiormente. La canna (a sezione ottagonale) è trattenuta in posizione da un traversino passante che impegna una opportuna sede ricavata sotto la canna stessa ed il perno centrale (su cui ruota il tamburo) in essa inserito. Lo smontaggio “da campagna” è quindi estremamente facile e non richiede l’uso di attrezzi: è sufficiente far slittare sulla sinistra il traversino (che rimane solidale alla canna perché trattenuto da una molla) e sfilare la canna in avanti. Si può allora togliere anche il tamburo e l’arma risulta così divisa in tre parti, facilmente pulibili. Essendo un revolver progettato per l’uso con la polvere nera ha infatti necessità di essere frequentemente pulito, date le tracce (fecce) da questa lasciate nell’arma dopo solo qualche decina di colpi. Il caricamento avviene versando la polvere in ogni singola camera di scoppio, poi calcandovi sopra la pallottola ed infine posizionando sui luminelli le capsule a percussione. Le pallottole (sferiche o ogivali), in piombo, devono essere forzate nel tamburo. Ciò può essere fatto facilmente grazie ad una leva posta sotto la canna, che permette di inserire il proiettile trafilandolo e rendendolo perfettamente adatto al calibro dell'arma. Il meccanismo è ad azione singola ovvero si deve alzare il cane per fare fuoco. Quest'ultimo ha due posizioni di fermo (o monte): la prima è di sicura e permette anche la libera rotazione del tamburo per il caricamento e la seconda è quella di sparo. In quest’ultima il tamburo è tenuto in posizione da un nottolino sporgente dal telaio per assicurare l’allineamento della camera di scoppio con la canna.

[modifica] Pregi e difetti

I pregi consistono nella già menzionata facilità di smontaggio e pulizia e nella semplicità del meccanismo interno che qualsiasi armaiolo può riparare anche senza possedere pezzi di ricambio. I difetti sono essenzialmente derivanti dalla struttura a telaio aperto: l’arma deve essere usata con cariche di polvere piuttosto modeste per evitare che gli urti dei proiettili nel cono di forzamento della canna possano indebolire il traversino di fermo con il conseguente allentamento della canna stessa. Ma anche con cariche adeguate è possibile che un certo gioco, con il tempo, compaia ugualmente tra la canna e la faccia anteriore del tamburo come dimostrano molti esemplari d’epoca a suo tempo evidentemente assai usati. Se il difetto è dovuto allo schiacciamento del traversino è sufficiente la sua sostituzione, ma se è dovuto all’allungamento dell’asse del tamburo è necessario l’intervento di un armaiolo assai abile o della fabbrica stessa.

Occorre dire che negli esemplari di attuale costruzione, potendo usufruire di metalli assai più resistenti di quelli dell'epoca, tali difetti si sono molto ridotti.

[modifica] Storia

L’arma ebbe un immediato successo non appena immessa sul mercato poiché rappresentava un compromesso ideale tra la grossa e pesante “Dragoon” e la piccola “Pockett” (altri due modelli assai simili ma diversi per dimensioni e calibro). La canna (rigata) di 19 cm garantiva una buona stabilizzazione del proiettile ed un buon sfruttamento del volume di gas generato dall’esplosione della carica. L’energia non era eccessiva limitandosi (con le cariche indicate dalla fabbrica) a circa 30 chilogrammetri ma la precisione era assai elevata, anche se penalizzata dai mirini piccoli e scarsamente inquadrabili, almeno velocemente. Il nome “Navy” ("Marina") le fu dato dallo stesso Colt pensando ad una sua adozione da parte della Marina degli U.S.A. (per questo sul tamburo è impressa a rullo la scena di una battaglia navale) ma l’arma fu adottata anche dall’Esercito e fu una delle protagoniste della conquista del West e delle guerre indiane. In considerazione del successo riscosso e nel tentativo di conquistare anche il mercato europeo, Colt aprì uno stabilimento a Londra, sulle rive del Tamigi, in una località chiamata Pimlico, per la produzione non soltanto della "Navy" ma anche della “Pockett”, altro modello di grande successo. Tali armi vennero esposte alla mostra del "Crystal Palace" nel 1851. Le Navy fabbricate a Londra si distinguono, oltre che per la scritta sulla canna, anche (almeno negli esemplari più tardivi) per il ponticello del grilletto in acciaio, anziché in ottone, come nella versione americana, e leggermente più grande e squadrato.

Sui campi di battaglia della guerra di secessione l'arma ebbe a confrontarsi con concorrenti generalmente inferiori per vari aspetti ma le rivoltelle Remington e Adams venivano da molti giudicate armi migliori in quanto dotate di telaio chiuso e quindi di maggior robustezza il che permetteva di fabbricarle in calibro .44 (le Adams anche in .50 e .54) e l’uso di cariche più forti. La produzione cessò con l’introduzione delle cartucce metalliche che imponevano una struttura più robusta, ed ai modelli a telaio aperto succedette (dopo vari tipi detti "di transizione") un modello destinato a diventare una vera e propria icona del West: la "Colt Single Action Army" del 1873. Ma prima di questo, intorno al 1860, la "Navy" fu rinnovata parzialmente nella linea con una diversa sagomatura della leva di caricamento (più smussata) e l’adozione di una lega di acciaio e argento che rese questi revoler più resistenti. Contemporaneamente fu introdotto anche il modello "Army", in un certo senso una “sorella maggiore”, leggermente più grande ed in calibro .44, che sostituì la "Dragoon", ormai superata.

[modifica] Oggi

La "Navy" così come la "Dragoon", la "Army" e la "Pockett", è stata rimessa recentemente in produzione da parte della Colt per pochi anni ma poi la sua fabbricazione è stata abbandonata. Attualmente è prodotta però da molte altre Case tra le quali spiccano le italiane che ne esportano moltissime copie negli U.S.A. dove la richiesta è ancora molto alta. Questi esemplari possono essere più o meno fedeli agli originali ma alcuni lo sono in modo assoluto, tanto che le componenti meccaniche sono intercambiabili anche con gli originali del 1800.

E’ forse opportuno ricordare che sono armi pensate per l’uso con la polvere nera e che l’impiego delle moderne polveri senza fumo (di solito molto più progressive) è del tutto sconsigliato in quanto potrebbe rivelarsi assai pericoloso.

[modifica] Bibliografia

  • Ricketts H., Armi da Fuoco, Milano, Mursia, 1962
  • Peterson H., Armi da Fuoco nei Secoli, Milano, Mondadori, 1964
  • Cadiou R., Alphonse R., Armi da Fuoco, Milano, Mondadori, 1978
  • Wilson R., Colt: Una Leggenda Americana, Roma, Gremese, 1987
  • Wilson R., La Conquista del West: Armi e Avventure del West Americano, Roma, Gremese, 1987
  • Durdik J., Mudra M., Sada M.,Armi da Fuoco Antiche , La Spezia, Fratelli Melita , 1993
  • Wilkinson F., Pistole e Revolver, Milano,Vallardi, 1994
  • Venner D., Revolvers et Pistolets Américains, coll. « L'Univers des armes », Paris, Solar, 1996

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni


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