Chiesa di San Pietro a Majella
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La chiesa di San Pietro a Majella è una chiesa gotica di Napoli, situata nel centro antico della città, nei pressi dell'omonimo conservatorio musicale.
Indice |
[modifica] Storia
La chiesa fu costruita alla fine del Duecento sul luogo dove sorgevano due monasteri femminili, intitolati a sant'Eufemia e a sant'Agata, ad opera dell'architetto Pipino da Barletta, per volere del re Carlo II d'Angiò.
Fu dedicata, sotto la tutela dell'ordine dei Celestini, al santo pontefice Celestino V, al secolo Pietro Angeleri da Morrone, e fu comunemente detta di "San Pietro a Majella", in ricordo del romitaggio del santo sulla Maiella.
Nel corso del XIV secolo interventi sulla chiesa vennero decisi dal re Roberto d'Angiò e da Andrea di Ungheria. Un radicale restauro, voluto dal re Alfonso I e terminato nel 1508, spostò in avanti la facciata, originariamente allineata col campanile. Nel XVI secolo l'interno ricevette una decorazione barocca in stucco e marmo, il presbiterio venne rialzato e si sostituì il vecchio soffitto a capriate.
L'ordine dei Celestini fu cacciato nel corso della Repubblica di Napoli del 1799. I restauri novecenteschi, terminati nel 1933 rimossero le decorazioni barocche per restituire alla chiesa l'originario aspetto gotico. Alla riapertura il culto venne affidato all'ordine dei Servi di Maria.
[modifica] L'interno
L'interno si presenta a tre navate, separate da pilastri sorreggenti archi gotici, con cappelle e transetto.
Sula controfacciata è visibile un bel Crocifisso ligneo seicentesco, di autore ignoto.
I soffitti della navata mediana, con cassettoni, e del transetto presentano dipinti di Mattia Preti come Episodi della vita di San Celestino V e di Santa Caterina d'Alessandria', eseguite tra il 1657 ed il 1659, durante il breve soggiorno napoletano dell'artista.
L'altare maggiore seicentesco, realizzato su disegno di Cosimo Fanzago, è decorato con candelieri e grandi vasi in argento e preceduto da un balaustra rivestita di marmi colorati.
Nelle cappelle si trovano dipinti di Giovanni da Nola (prima cappella a destra del presbiterio, Deposizione e San Sebastiano) e del "Maestro della cappella della Leonessa" (seconda cappella a destra del presbiterio, Storie di san Martino, del 1355-1360). Il pavimento presenta maioliche con disegni tipici aragonesi (prima cappella a sinistra).
La tomba di Pipino da Barletta, architetto della chiesa, è posta sulla parete di fondo ed è è databile attorno alla prima metà del XIV secolo, opera di Giovanni Barrile, mentre i monumenti sepolcrali di alcuni membri della famiglia Petra sono opera dello scultore napoletano Lorenzo Vaccaro.
[modifica] Il campanile
Il campanile si trova sul fianco sinistro della chiesa ed è suddiviso in tre parti con relativa cuspide, secondo uno schema tipico nell'architettura campana dell'epoca.
Di attribuzione incerta (forse eseguito dall'architetto Giovanni Pipino), fu edificato all'inizio del XIV secolo all'interno della prima arcata della navata sinistra, con uno schema molto simile a quello seguito nella cattedrale di Lucera, in stile gotico provenzale.
È alto 42 metri ed è in tufo con angoli in piperno , con quattro piani, l'ultimo esagonale e sormontato da una cuspide, sopra il basamento nel quale si apre una porta. Tra il secondo e il terzo piano furono collocati tavole marmoree con gli stemmi del papa Celestino V.
[modifica] Il convento
Per approfondire, vedi la voce Conservatorio di San Pietro a Majella. |
Il convento dei Celestini annesso alla chiesa, cessò di funzionare nel 1799 e dal 1826 vi ha sede il conservatorio di San Pietro a Majella, nato dalla fusione di altri quattro conservatori storici della città (Santa Maria di Loreto, Pietà dei Turchini, Sant'Onofrio a Capuana e Poveri di Gesù Cristo).
Il primo chiostro su pilastri è del 1660 circa e da esso, tramite un corridoio sulla destra, si giunge al secondo chiostro, che dà accesso alla Biblioteca ed al Museo Storico che conservano manoscritti rari e ritratti di musicisti celebri.
[modifica] Bibliografia
- De Lellis-De Minieri Riccio - Brevi notizie dell'archivio angioino - Napoli (1872)
- A. Venditti - Urbanistica e architettura angioina (in Storia di Napoli) - Napoli (1969)
- O.Morisani - L'arte di Napoli nell'età angioina (in Storia di Napoli) - Napoli (1969)
- Celano-Chiarini - Notizie del bello dell'antico e del curioso - Napoli (1972)