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Chiesa dei Santi Giorgio e Andrea - Wikipedia

Chiesa dei Santi Giorgio e Andrea

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Copia del Giudizio Universale di Michelangelo Buonarroti di Domenico Pezzi 1581-84
Copia del Giudizio Universale di Michelangelo Buonarroti di Domenico Pezzi 1581-84

A Carona la chiesa parrocchiale dei Santi Giorgio e Andrea, all’entrata nord del villaggio è una notevole costruzione tardorinascimentale. Menzionata per la prima volta nel 1425, nel corso del sec. XV la chiesa originaria romanica subì un primo ampliamento realizzato entro il 1506 (iscrizione in facciata) e nel 1578 secondo la data sul portale. Negli ultimi decenni del sec. XVI fu in parte rimaneggiato l’interno e innalzata la cupola. Restauri negli anni 1966-1970 (Guido Borella), 1974-1979 (Tita Carloni). L’edificio d’impianto basilicale delimita il pittoresco sagrato insieme alla sagrestia, unita sul lato sud, sotto la quale passa la strada cantonale, alla Loggia del Comune e alla canonica. La navata centrale, appena più alta delle laterali, precede una cupola; il coro quadrangolare esternamente è ornato da un fregio di archetti pensili. Il campanile in porfido iniziato nel 1473 è concluso negli anni 1662-1664 con l’aggiunta dell’attico ottagonale, del tetto a padiglione in rame e delle quattro volute sormontate da vasi. La facciata di tre assi delimitati da paraste, reca al centro il portale marmoreo sovrastato dall’affresco raffigurante San Giorgio, opera del 1625 di Giovan Pietro Scala, rifatto da Tiziano Bernasconi negli anni ’80 del sec. XIX.

All’interno le navate di tre navate scandite da pilastri sono coperte da volte a crociera impostate su un cornicione neoclassico, mentre il presbiterio articolato da paraste è coperto da una cupola ottagonale con lanterna, la cui costruzione è documentata entro il 1573; il coro ha una volta a botte. Sulla controfacciata, vasta rappresentazione dell’Ultima Cena, ispirata al modello di Leonardo, del primo quarto del sec. XVI, inferiormente nicchie con affreschi della Deposizione e del Battesimo di Cristo, degli anni 1616-1625. Notevole il Fonte battesimale rinascimentale con fusto ornato di putti e bassorilievi figurativi sul bacino ottagonale, attribuito alla bottega di Filippo e Andrea Solari.

Nella prima campata sud, tabernacolo murale tardogotico e, attribuito a F. e A. Solari, della seconda metà del sec. XV (i cui frammenti furono assemblati nel 1972), trittico in pietra di Saltrio: sovrastruttura a due piani con pilastri e ghimberghe, sopra il sacrario stanno le figure di Cristo nel sepolcro, il Compianto della Vergine e San Giovanni Evangelista, lateralmente quelle dei Santi Pietro e Paolo, all’interno di archi a conchiglia, due angeli; superiormente i Santi Giorgio, Agata e Stefano.

Nella seconda campata sud una nicchia contiene un Crocefisso rinascimentale e le figure affrescate settecentesche dei Dolenti; ai lati della nicchia: putti reggicortina dipinti da Giuseppe Antonio Petrini di Carona (Svizzera).

Nella terza campata della navata laterale destra la cappella della famiglia Scala ospita una pala iconograficamente interessante del genovese Andrea Ansaldo raffigurante la Visione del quadro di San Domenico di Guzmán nel convento domenicano a Soriano (Calabria), antecedente il 1634; sulla mensa, statuina seicentesca di San Giovanni Battista in marmo di Carrara firmata S.I.B.; ai lati, figure in stucco dell’Angelo custode e dell’Arcangelo Michele, il tutto incorniciato da lesene ornate di grottesche e pilastri ionici; sulla chiave di volta dell’arco: stemma della famiglia Scala. Nella lunetta sopra la nicchia dell’altare, edicola in stucco tardocinquecentesca con erme fungenti da cariatidi, attribuita a Giovan Battista Casella e aiuti, contenente l’affresco della Nascita del Battista, ascrivibile ai fratelli Giovan Battista Recchi (1589-<1666) e Giovan Paolo Recchi (1605-1686) di Como; sulla volta, ricchi stucchi e putti dipinti della seconda metà del sec. XVII. Sulla parete attigua: affresco con la Decollazione del Battista, attribuito ai Recchi, anteriore al 1672.

Gloria del Paradiso di Domenico Pezzi
Gloria del Paradiso di Domenico Pezzi

Nel presbiterio, l’altare maggiore in marmi policromi di Arzo del 1774 con nicchia a forma di edicola e baldacchino neoclassico, conserva le reliquie di San Castolo, portate da Roma nel 1678. Nel coro, alle pareti: grandi affreschi di Domenico Pezzi di Drano degli anni 1581-1584; sulla parete di fondo: Crocifissione; sulla parete nord: Gloria del Paradiso, ispirata alla Disputa di Raffaello Sanzio in Vaticano; sulla parete sud, Giudizio Universale: una tra le più belle copie di quello di Michelangelo Buonarroti in cui appare perfino temeraria la scelta di rappresentare gli ignudi senza le "brache" imposte all'originale sistino dal clima bacchettone della Controriforma. Statue settecentesche in stucco dei Santi Giorgio e Andrea negli angoli. Nei pennacchi della cupola Domenico Cattaneo nel 1823 ha dipinto i quattro Evangelisti. Negli angoli, sulla coppia orientale di pilastri: due angeli-candelabro della seconda metà del sec. XVIII.

Nella terza campata a nord, cappella della famiglia Casella: statua della Vergine del sec. XVII; coevo prezioso paliotto in marmi intarsiati con la Vergine al centro; tutta la decorazione in stucco è di G. B. Casella, degli anni 1579-1591; figure dei Santi Sebastiano, Rocco, Giovanni Battista e Lucia. Sulla chiave di volta dell’arco: stemma della famiglia Casella. All’esterno: affresco dell’Incoronazione della Vergine, forse di Andrea Casella (1619-1672), del sec. XVII, in cornice a stucco; sulla parete attigua: affresco dell’Assunzione della Vergine di D. Pezzi. Ambedue i vani degli altari laterali sono chiusi da balaustre marmoree del secondo quarto del sec. XVII. Lateralmente affreschi dello Sposalizio della Vergine e dell’Assunta, e nei pennacchi delle lunette: figure di Profeti, databili all’inizio del sec. XVI.

Nella seconda campata a nord, altorilievo della Madonna in trono col Bambino, attribuito ad Antonio Maria Aprile di Carona (Svizzera), posteriore agli anni 1517-1522. Accanto sono appesi un olio su tela con San Paolo di G. A. Petrini del 1750 circa e affreschi strappati coi Santi Sebastiano, Francesco d’Assisi e Benedetto da Norcia, della seconda metà del sec. XV. Nella prima campata a nord, trittico rinascimentale raffigurante la Madonna tra i santi Rocco e Sebastiano dell’inizio del sec. XVI, attribuito a Tommaso Rodari di Maroggia.

In sagrestia, eretta nel 1759 circa: stucchi rococò, transenna lignea scolpita e numerosi quadri barocchi, tra i quali San Domenico di Guzmán di G. A. Petrini e Sant'Anna che insegna a leggere alla Vergine di Bernardo Petrini del 1779.


[modifica] Bibliografia

  • B. Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Lugano-Porza 1980, 305-308.
  • AA.VV., Guida d’arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 344-346.


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