Charlot usuraio
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Charlot usuraio | |
Titolo originale: | The Pawnshop |
Paese: | USA |
Anno: | 1916 |
Durata: | 32' |
Colore: | B/N |
Audio: | muto |
Genere: | comico |
Regia: | Charlie Chaplin |
Sceneggiatura: | Charlie Chaplin |
|
|
Fotografia: | Roland Totheroh |
Si invita a seguire le linee guida del Progetto Film |
Charlot usuraio (The Pawnshop), conosciuto anche come L'usuraio, L'astuto commesso e La bottega dell'usuraio, è un film prodotto, diretto e interpretato da Charlie Chaplin; fu proiettato la prima volta il 2 ottobre 1916.
Probabilmente il film migliore tra quelli fin qui prodotti da Chaplin, primo capolavoro di una lunga schiera a seguire. Ricco di piacevoli gag di ottima fattura.
Prima apparizione, al fianco di Charlot, di Henry Bergman destinato a rimanere fedele compagno per i successivi trent'anni a venire.
[modifica] Trama
Commesso al Banco dei pegni, Charlot, occupa gran parte della sua giornata lavorativa azzuffandosi, senza esclusione di colpi, con l'altro commesso suo collega, bersaglio prediletto di scherzi e lazzi più o meno involontari; qualsiasi oggetto tra gli innumerevoli stipati nel retrobottega del negozio può improvvisamente diventare arma di offesa, ma ogni tanto bisogna pur lavorare, specialmente in presenza del padrone, e così la direttiva di pulire l'insegna del negozio può trasformarsi in ennesima occasione di conflitto quando, armeggiando con la scala, Charlot colpisce ripetutamente il collega atterrandolo più volte e non risparmiando neppure il poliziotto intervenuto richiamato dal trambusto e dal pericoloso, crescendo ondeggiare di Charlot in cima alla scala, dalla quale naturalmente cadrà rovinosamente travolgendo il poliziotto.
Nel negozio entra, con fare circospetto, un elegante e corpulento cliente intenzionato all'acquisto di pietre preziose, l'usuraio lo fa accomodare nel retro per mostragli il campionario, affidando al commesso la cura del banco e di un altro cliente, dal nobile portamento, che pomposamente si mette a decantare il rango di appartenenza, sotto l'occhio sospettoso di Charlot, lasciando infine in pegno l'anello della casata. Giusto il tempo di fare il cascamorto con la bella figlia dell'usuraio, che in cucina sta preparando delle ciambelle che a fatica Charlot riuscirà a sollevare per portarsele alla bocca neanche fossero di piombo, quando una grassa signora lo richiama al dovere, chiedendo una valutazione per una sua importante proprietà, celata da un telo, che una volta scoperta si rivelerà essere un vaso con pesci rossi per la disperazione del padrone accorso per cacciarla e redarguire il commesso che stava per intraprenderne una surreale quanto improbabile valutazione.
È la volta di un povero diavolo che in pegno intende lasciare una sveglia: con fare professionale Charlot inizia a saggiarla e tastarla come farebbe un dottore, auscultandola con lo stetoscopio e battendo con le dita sul corpo metallico; con l'ausilio di un trapano e di un apriscatole ne apre il guscio, sotto lo sguardo esterrefatto del cliente, e comincia ad estrarne i vari componenti, viti, molle, rotelle e quant'altro, depositando il tutto sul banco; con l'apposita chiavetta, poi carica la sveglia e tutti i componenti si animano muovendosi e spostandosi sul piano di lavoro. Sempre con fare serio e professionale e sempre sotto lo sguardo attonito del povero cliente, Charlot, raccoglie tutti i pezzi e a forza li risistema nel contenitore originale e, quanti avanzano, nel cappello del cliente, producendosi in un fermo diniego di esplicito disinteresse all'oggetto oramai distrutto e inservibile e invitando il disgraziato interlocutore a togliere il disturbo.
Nel retrobottega l'affare delle pietre preziose pare volgere al termine quando, approfittando di un momentaneo allontanamento del titolare, quel losco figuro del cliente riuscirà ad impossessarsi dei beni custoditi nel caveau e, minacciando col revolver l'usuraio, la di lui figlia e il commesso rivale, si prepara alla fuga, ma all'appello manca Charlot che, infatti, precedentemente, per sfuggire le ritorsioni del suo collega, dopo l'ennesima battaglia, si era nascosto dentro il baule posto proprio alle spalle del malfattore e da cui, armato di matterello, sorgerà colpendolo sulla zucca costringendolo alla resa per la gioia del principale e con la gratitudine della bella figliola.
- Portale Cinema: accedi alle voci di Wikipedia che parlano di cinema