Charlot a teatro
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Charlot a teatro | |
Titolo originale: | A Night in the Show |
Paese: | USA |
Anno: | 1915 |
Durata: | 30' |
Colore: | B/N |
Audio: | muto |
Genere: | comico |
Regia: | Charlie Chaplin |
Sceneggiatura: | Charlie Chaplin |
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Fotografia: | Harry Ensign |
Scenografia: | E. T. Mazy |
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Charlot a teatro (A Night in the Show), è un film interpretato e diretto da Charlie Chaplin; fu proiettato la prima volta il 20 novembre 1915.
Ritorno alle origini: il vaudeville.
Chaplin nacque nel vaudeville, crebbe, si affermò come interprete del genere; approdò al cinema con le credenziali da esso fornitegli e adesso traspone nel cinema una delle sue più classiche interpretazioni basata su un atto della commedia Mummingbirds in cui recitava con la troupe di Fred Karno, con un risultato eccellente e certamente questa farsa può considerarsi tra le più riuscite delle decine fin qui prodotte.
[modifica] Trama
Nella sala gremita di un teatro di vaudeville la maschera fa accomodare l'elegante, nonché ubriaco, viveur al posto fissatogli all'altro capo della fila a cui arriverà, naturalmente, scomodando tutti gli spettatori già seduti. Ma il suo posto viene rettificato e si riproduce cosí la situazione precedente in senso opposto. Il viveur viene poi fatto accomodare nella prima fila adiacente la buca dell'orchestra dove ha modo di fare la conoscenza del colorito campionario degli orchestrali: un suonatore di tuba piccolo, grasso e calvo sulla cui testa si accenderà una sigaretta; un clarinettista nevrotico; un suonatore di trombone scosso da un irrefrenabile tremolio che trasmetterà al viveur dopo che questi l'ha fissato per qualche secondo e per finire il direttore d'orchestra, cieco come una talpa, che darà l'attacco rivolto verso il pubblico invece che verso gli orchestrali. Nell'enfasi del gesto colpirà il viveur che replicherà fulmineamente facendo capitombolare lui e tutti gli orchestrali.
Nuova sistemazione per il viveur a fianco di una bella signora: saranno entrambi innaffiati di birra da un popolano ubriaco in galleria (sempre Chaplin), a stento trattenuto dall'intenzione di tuffarsi in platea. Il viveur si siede allora a fianco di un'elegante e giovane signora alla quale arditamente proverà a stringere la manina, salvo scoprirla di dimensioni e fattezze esagerate, dato che appartiene al marito che nel frattempo l'ha raggiunta. Alla fine viene fatto rovinosamente accomodare nel palco prospiciente il palcoscenico dove distrugge con nonchalance, in sequenza, il cappello di uno spettatore già seduto, quello del vicino, dopo essersi spostato di un posto alle rimostranze del primo e infine quello di una grassona surrealmente ornato di piume di struzzo che gli impediscono la visione. Finirà egli stesso importunato da un bambinotto grasso e dispettoso con una scorta di torte al seguito, una delle quali servirà poi al viveur, salito in palcoscenico tra gli applausi del pubblico, per spiaccicarla sulla faccia di un cantante lirico, la cui pietosa esibizione reclamava una meritata punizione. Le esibizoni proseguono con la sensuale danza del ventre di un'odalisca più grassa che alta, alla quale seguirà un'incantatrice di serpenti che si lascerà sfuggire i rettili per il teatro. Alcuni di essi finiranno dentro la tuba dell'orchestrale e in grembo al viveur, tanto eccitato dallo spettacolo da essersi appisolato.
Un poco credibile mago, nonché mangiatore di fuoco, provocherà la sconclusionata reazione del popolano in galleria che, brandita una lancia antincendio, si premura di spegnere i fuochi in palcoscenico, allargando poi il bersaglio agli scalcinati artisti, al viveur e a tutto il pubblico, inondando d'acqua l'intero teatro.