Castello ducale di Agliè
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« Poi che il Romano Uccello lo stendardo latino impose su l'itale terre, surgesti minaccioso baluardo. » |
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(Guido Gozzano, il Castello di Agliè, vv 1-3)
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Il Castello ducale di Agliè è un'elegante ed imponente costruzione situata nel comune di Agliè, in provincia di Torino.
L'edificazione del suo nucleo centrale, del quale sono tuttora identificabili le tracce, è iniziata nel XII secolo per conto della famiglia comitale dei San Martino, originari del Canavese.
Nel 1939 lo Stato acquistò dalla Casa Reale il castello che venne adibito a museo. Negli anni ottanta è stato oggetto di un ulteriore delicato restauro. Attualmente è sottoposto ad importanti lavori di consolidamento statico e restauro che dureranno fino al 2011 e che impediscono la visita a buona parte delle sale.
Fa parte del circuito dei castelli del Canavese.
Indice |
[modifica] Storia
Nel XVI secolo il forte si presentava ancora di aspetto medievale, con un mastio centrale, una corte circondata da edifici rurali e un giardino, circondati da una robusta muraglia difensiva e da un fossato. Nel 1667 il conte Filippo San Martino, già consigliere della Madama Reale Cristina di Francia, commissionò all'architetto reale Amedeo di Castellamonte la trasformazione della facciata sul giardino, il complesso della cappella di San Massimo e le due gallerie, nonché il cortile. Alla sua morte il progetto si interruppe, ma il castello presentava già due corti (una interna, l'altra rivolta verso il paese di Agliè) e la facciata est, con le due torri trasformate in piccoli padiglioni.
Nel 1764 i San Martino vendettero la proprietà ai Savoia, che lo inclusero nelle proprietà del Duca del Chiablese Benedetto Maurizio di Savoia, e ne affidarono la ristrutturazione all'architetto Ignazio Birago di Borgaro che intervenne sugli interni realizzando ampi appartamenti; all'esterno fu edificata la chiesa parrocchiale collegata al castello da una galleria a due piani.
Nei primi anni del XIX secolo, durante l'occupazione di Napoleone, il castello di Agliè diventò un ricovero di mendicità, e il parco circostante venne ceduto a privati ed adibito all'agricoltura.
A partire dal 1823 l'edificio rientrò a far parte dei possedimenti di Casa Savoia che, durante il regno di Carlo felice, apportarono una significativa e costosa ristrutturazione degli interni, rinnovandone inoltre completamente gli arredi.
Nel 1939 i duchi di Genova vendettero il castello allo Stato italiano per 8 milioni di lire.
Negli ultimi anni il castello è stato usato come ambientazione per le serie televisive Maria José ed Elisa di Rivombrosa.
[modifica] Le sale del castello di Agliè
- Sala delle Colonne, oggi vi è posta la biglietteria per i visitatori del castello;
- Salone di Caccia, attribuito a Birago di Borgaro, con stucchi che raffigurano scene e trofei di caccia, contiene due tele del pittore francese Berger (1816) del re Carlo Felice e della regina Maria Cristina di Borbone;
- Sala dei Valletti
- Biblioteca
- Sala degli antenati
- Galleria d'Arte
- Teatrino
- Sala del Bigliardo
- Sala d'Angolo
- Studio del Duca di Genova
- Salone da Ballo
- Sala Tuscolana, contiene reperti provenienti dal territorio dell'antica città di Tuscolo, presso Frascati.
- Sala Gialla
- Cappella di S. Massimo
- Galleria Verde
- Sala della Musica
- Sala d'Attesa
- Sala degli Stucchi
- Sala Bleu
- Camera da letto della Regina
- Sala di Toeletta della Regina
- Ospedaletto (1a Guerra Mondiale)
- Appartamento del Sopr. Chierici
- Galleria delle tribune con i dipinti dei cavalieri dell'Ordine dell'Annunziata: vi sono 72 ritratti di Cavalieri dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata, commissionati dalla regina Maria Cristina tra il 1845 e il 1847. Sono opere per la maggior parte del pittore astigiano Michelangelo Pittatore e dei pittori Frigiolini, Malnate e Pratesi (che eseguirono ciascuno sei tele).
[modifica] Il parco
Annesso al castello vi è un grande parco che lo circonda su tre lati. Nel 1839 il parco venne sistemato in forme romantiche, con giardini all'italiana e all'inglese organizzati in terrazze su tre piani. All'ingresso si trova una fontana settecentesca che simboleggia la Dora Baltea che si getta nel Po, opera di Ignazio e Filippo Collino.
Intorno al castello sono presenti edifici rurali seicenteschi e settecenteschi quali:
- il mulino,
- le cascine Valle,
- la lavanderia,
- l'Allea o La Mandria