Asdrubale Maior
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Asdrubale Maior (270 a.C. – 221 a.C.) è stato un condottiero cartaginese.
Citato dalle varie fonti storiche sia come Asdrubale il Vecchio sia come Asdrubale il Bello. si legò strettamente alla famiglia di Amilcare Barca e ne sposò la figlia secondogenita (di cui non conosciamo il nome). Il suocero, dopo la sconfitta delle truppe mercenarie che si erano ribellate a Cartagine (238 aC.), era a capo della fazione che voleva risollevare e trasformare la città, prendendo come modelli quelli che provenivano dalle monarchie ellenistiche.
Secondo una tradizione infamante nei confronti dei Barcidi, i componenti della famiglia acccettarono i nuovi modelli fino ai particolari più disdicevoli. Gli autori antichi, traendo questa voce probabilmente dagli stessi compatrioti di Amilcare, narrano di un legame omofilo tra Amilcare stesso e Asdrubale il vecchio, detto appunto anche Amilcare il Bello.
Fallito il tentativo di Amilcare di conquistare il potere a Cartagine, seguì il suocero a Cadice (237 a.C.) e collaborò con lui alle espansioni in Spagna.
Alla morte del suocero (228 a.C.) fu acclamato dall'esercito nuovo comandante delle truppe di Spagna. Asdrubale affidò al cognato, il giovanissimo Annibale, il comando di tutte le forze di cavalleria.
Asdrubale aveva un carattere completamente diverso dal suo predecessore, portato più al negoziato che alla guerra, quindi più a consolidare il potere che ad estenderlo. Sotto il suo governo prosperò l'agricoltura, si sviluppò lo sfruttamento delle miniere, si perfezionò la raccolta dei tributi di tutte le popolazioni spagnole assoggettate. Nuove popolazioni entrarono nell'orbita cartaginese, soprattutto tramite accordi matrimoniali. Egli stesso sposò una principessa iberica e spinse il giovane Annibale a sposare Imilce, un'altra principessa iberica.
Spostò, inoltre, la capitale da Alicante più a sud e fondò una nuova città, costruita al riparo di una lunga insenatura naturale. La città prese il nome di Nuova Cartagine (l'odierna Cartagena).
In politica estera concluse nel 226 a.C. con i Romani il trattato dell'Ebro. Con esso le due potenze definivano le ripettive aree di influenza nella penisola iberica.
Le guardie puniche avevano catturato un principe celtibero ribelle e lo avevano condotto a Nuova Cartagine, dove era stato pubblicamente crocifisso. Successivemente un servo fedele al principe appena condannato era riuscito ad avvicinarsi ad Asdrubale e a pugnalarlo a morte (221 a.C.)