Arturo Brizio Carter
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Arturo Brizio Carter (9 marzo 1956 – 2007) è stato un arbitro di calcio messicano.
Nominato internazionale giovanissimo nel 1985 all'età di soli 29 anni, sarebbe diventato ben presto uno dei migliori prodotti della rinomata scuola arbitrale messicana, da collocare sulla stessa altezza di "mostri sacri" famosi come Arturo Yamasaki, Diego De Leo, Alfonso Gonzalez Archundia, Edgardo Codesal Mendez, Felipe Ramos Rizo e Benito Armando Archundia.
Di professione avvocato d'affari, ha modo di intessere rapporti lavorativi anche con l'allora presidente della FIFA, il brasiliano Joao Havelange, e questa amicizia indubbiamente avrebbe giovato alla carriera di Brizio Carter.
Debutta sui palcoscenici più importanti nel 1987 ai mondiali di calcio FIFA under 17 in Canada, e dopo aver diretto nel 1989 ai mondiali under 20 in Arabia Saudita e nel 1991 la finale della Gold Cup tra USA e Honduras, nel 1992 arbitra alle Olimpiadi di Barcellona, dove gli viene assegnata la semifinale tra Spagna e Ghana. Nel 1994 ha l'onore di dirigere la partita inaugurale dei mondiali di calcio a Chicago tra Germania e Bolivia, e subito dopo gli toccano Brasile-Camerun e l'ottavo di finale di Boston Italia-Nigeria: rimarrà memorabile, purtroppo, la smorfia di incredulità e disappunto di Gianfranco Zola durante il secondo tempo di quell'incontro, dopo l'inspiegabile cartellino rosso mostratogli dall'inflessibile arbitro messicano, per un fallo mai commesso. In seguito a questa prestazione negativa, e su sollecitazione della FIGC, Brizio Carter viene rispedito a casa dal torneo.
L'anno successivo il messicano è protagonista della finale di Copa America a Montevideo tra Uruguay e Brasile (ha arbitrato anche nell'edizione del 1993). Nel 1998 viene selezionato per la seconda volta consecutiva per i Mondiali di calcio, disputati in Francia, dove gli vengono affidate Francia-Arabia Saudita (durante la quale espelle giustamente il transalpino Zinédine Zidane per un fallo di reazione), Inghilterra-Colombia ed il quarto di finale tra Olanda e Argentina, al termine della quale si leveranno le contestazioni degli argentini nei suoi confronti.
Pochi mesi dopo termina la carriera sui campi e si mette subito a disposizione della propria Federazione in veste di dirigente, ricoprendo poi incarichi anche per conto della FIFA.
Morto di cirrosi epatica nel 2007.