Antonino Cuffaro
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Antonino Cuffaro (Sambuca, 21 aprile 1932) è un politico italiano.
È figlio di Domenico, tra i fondatori del Partito Comunista d'Italia, guida del movimento dei contadini e dei minatori siciliani e dirigente CGIL in provincia di Agrigento, dove più volte è stato minacciato dalla mafia.
Cuffaro si trasferisce giovanissimo in Friuli Venezia-Giulia dove vive tutt'ora ad Aquileia (UD) con la moglie. Trovato lavoro presso i cantieri navali triestini, viene licenziato a seguito di uno sciopero.
In quel periodo di iscrive nel Partito Comunista Italiano e nel 1962 diviene consigliere comunale a Trieste fino al 1972, quindi diverrà consigliere regionale del Friuli-Venezia Giulia (1967-1976). In quegli anni è segretario della Federazione autonoma di Trieste e poi segretario regionale del Friuli-Venezia Giulia. Nel 1969 entra nel comitato centrale comunista dove vi resterà fino al 1991, anno di scioglimento del PCI.
Tra il 1976 e il 1987 è membro della Camera dei Deputati per tre legislature, e negli stessi anni (1979-1988) è responsabile per la Ricerca Scientifica e Tecnologica nella Direzione Nazionale del PCI, ruolo che gli permetterà di organizzare la I Conferenza Nazionale sulla Scienza promossa da un partito politico.
Dal 1991 si adopera per la fondazione del Partito della Rifondazione Comunista e nel 1993 Cuffaro viene candidato alla segreteria del PRC in opposizione alla candidatura, risultata poi vincente, di Fausto Bertinotti.
Nel 1994 è eletto senatore e diventa coordinatore della segreteria nazionale di Rifondazione Comunista fino al 1996. Nel 1998 è tra i comunisti che vorrebbero salvare il primo governo Prodi. Sconfitto, darà vita con altri al Partito dei Comunisti Italiani e pochi giorni dopo viene nominato sottosegretario di Stato all'Università ed alla Ricerca Scientifica e Tecnologica per i governi D'Alema e Amato.
Per il PdCI è stato segretario del comitato regionale del Friuli-Venezia Giulia e responsabile del dipartimento università e ricerca scientifica del partito. Nel 2007 è eletto all'unanimità presidente del partito, in sostituzione di Armando Cossutta.
Sposato, ha quattro figlie.