Quantità vocalica
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
In linguistica, la quantità indica la durata di emissione di un fonema ed è determinata dall'altezza, cioè dalla frequenza delle vibrazioni a cui sono sollecitate le corde vocali in seguito al passaggio dell'aria.
Nelle lingue ad accento intensivo (o "dinamico" o "espiratorio") come l'italiano, tale distinzione di quantità non ha rilevanza fonologica, come invece ne ha nelle lingue ad accento melodico, come si presume che fossero il latino e il greco di età classica. In tali lingue, le vocali erano distinte tra brevi e lunghe, o ancipiti nel caso potessero essere sia brevi che lunghe a seconda del contesto: questa distinzione comporta anche un cambiamento di significato.
In latino, le vocali, nei vocabolari, vengono distinte mediante un segno sopra le stesse: arcuato per le brevi, dritto per le lunghe. Nello scritto comune non si usa segnare la quantità.
In greco, le vocali ancipiti erano la α, la ι e la υ. Brevi erano sempre la ε e la ο, mentre la η e la ω erano sempre lunghe.
[modifica] Voci correlate
Linguistica - Storia della linguistica - Linguisti Settori di linguistica generale: Fonetica e Fonologia - Grammatica - Morfologia - Sintassi - Semantica - Pragmatica Altre discipline linguistiche: Dialettologia - Etno-linguistica - Glottologia - Grammatica storica - Lessicologia - Linguistica applicata - Linguistica cognitiva - Linguistica comparativa - Linguistica computazionale - Linguistica testuale - Psicolinguistica - Retorica - Sociolinguistica |
Wikizionario - Wikiquote - Wikibooks - Wikisource |
---|