Pittura ad olio
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La pittura ad olio è una tecnica pittorica che utilizza pigmenti in polvere mescolati con delle basi inerti ed oli.
Le sue origini non si conoscono: ne parlavano già Galeno, Vitruvio e Plinio il Vecchio. Il Diversarum Artium Schedula di Teofilo è il più antico ricettario di tecniche pittoriche: tra le altre, riporta anche quella della pittura a olio. Questo contraddice la "leggenda", riportata anche dal Vasari nelle sue Vite, che vuole Jan Van Eyck inventore dei colori ad olio: è certo, invece, che i pittori Fiamminghi del XV secolo perfezionarono questa nuova e prodigiosa maniera di colorire.[1]
Indice |
[modifica] Oli
Nel passato si usavano vari oli: olio di lino crudo, olio di noce, olio di papavero e, raramente, olio d'oliva. Sono da preferire comunque, gli oli vegetali, leggeri e meno soggetti ad ossidazione: il più diffuso è l'olio di lino. Questo viene utilizzato crudo nella preparazione e nella miscelazione dei colori, talvolta con additivi siccativi. L'olio di lino cotto, dal colore giallo paglierino intenso, pur asciugando più rapidamente dell'olio crudo e permettendo così tempi più rapidi di esecuzione, ha lo svantaggio di ingiallire eccessivamente le tinte.
[modifica] Supporto
Per approfondire, vedi le voci Pittura su tela e Pittura su tavola. |
Tale tecnica può essere eseguita su supporti vari: fin dal Trecento, come riferisce il Cennini, si usano tavole di legno, fino alla comparsa, nel secolo successivo, delle tele. Altri supporti, più rari, sono il cuoio, diffuso nella Venezia del XVI secolo, il rame, o la carta: oggi si trovano in commercio cartoni telati o carte speciali, a grana grossa e con scarsa permeabilità.
[modifica] Imprimitura
Solitamente, si preferisce dipingere su uno strato di imprimitura che renda uniforme il supporto e che limiti l'assorbimento dell'olio, per una maggior lavorabilità e scorrevolezza del colore. L'imprimitura più usata, fin dai secoli passati, è il gesso, mescolato con colla, di caseina o di coniglio, e una piccola parte di olio di lino cotto: la miscela deve essere densa per formare spessore, ma allo stesso tempo fluida per essere stesa. Questa imprimitura può essere utilizzata sia sulle tele che sulle tavole.
La carta o il cartone possono essere preparati con una stesura di olio di lino cotto, colla, vernice, oppure con i residui di colori a olio presenti sulla tavolozza, ben impastati.
Oggi si trovano in commercio imprimiture acriliche, chiamate impropriamente "gesso", poiché sono composte da medium acrilico e bianco di titanio.
[modifica] Tecnica
La tecnica dell'olio risulta fra le più complesse nell'ambito delle tecniche pittoriche, in quanto l'artista deve possedere una notevole padronanza nella preparazione dei colori e nella esecuzione della pittura per sovrapposizione degli strati. Esistono diverse varianti nella tecnica dell'olio che in genere si riflettono pesantemente sul risultato finale dell'opera pittorica; ciò con particolare riferimento alla diluizione, mescolanza, deposizione dei colori sul supporto.
Dipingendo ad olio l'artista, salvo in quelle esecuzioni dette 'alla prima', opera con una tecnica di stratificazione. Sul primo strato di colore, detto 'abbozzo' o 'preparazione' vengono stesi gli strati successivi, dati con colore più o meno a corpo e definiti nel linguaggio pittorico con termini tecnici quali: velatura, mezzocorpo, frottage, glacis etc...) Così operando il pittore deve sempre badare ad osservare la regola detta del 'grasso su magro', ovvero: gli strati dovranno essere sempre più ricchi d'olio quanto più ci si avvicina a quelli finali. Questa tecnica di sovrapposizione richiede tempi più o meno lunghi a seconda della quantità dei passaggi, in quanto per la stesura di un nuovo strato occorre che quello inferiore sia asciutto. Non va poi dimenticato che alcuni stili prevedono la stesura sovrapposta su strati ancora non completamente asciutti. La diluizione del colore avveniva in passato principalmente con trementine naturali (distillate ad esempio da gemme di pino o fiori di lavanda) per gli strati più magri, olii per quelli più grassi. Non va però dimenticato che nell'antichità spesso l'artista utilizzava un proprio 'medium', termine con cui si definiva un particolare diluente stabilito dal pittore, nella cui ricetta oltre l'olio entravano resine quali la mastice o l'ambra, oppure la cera o il litargirio. Oggi vengono utilizzati in prevalenza solventi quali l'acquaragia sintetica. La stesura avviene e avveniva 'a pennello'; i pennelli sono di norma in setola animale (cinghiale, tasso, cammello, etc.).
Essendo questa la tecnica dominante della pittura classica sono stati elaborati nel tempo innumerevoli stili, dal punteggiato allo sfumato, che rispecchiano le tendenze espressive dell'artista nelle varie epoche e nelle varie 'correnti'.
La tecnica ad olio permette di ottenere una impareggiabile brillantezza del colore una volta che i pigmenti siano asciutti. Ciò costituisce un punto di forza quanto a impatto visivo dell'opera ma, senza dubbio, pone problematiche notevoli riguardo alla corretta illuminazione ambientale, alla necessità di fonti di illuminazione per diffusione della luce anche naturale.
[modifica] Composizione chimica
I colori ad olio contengono pigmenti polverizzati in prevalenza di origine minerale. Alcuni dei loro componenti sono:
- Bianco: ossido di titanio, ossido di zinco
- Bruno: ossido di ferro, solfato di ferro
- Blu: ossido di cobalto
- Giallo: solfuro di cadmio, cromati di piombo
- Nero: carbone d'avorio, carbone di vite
- Rosso: solfuro di mercurio, solfuro di cadmio, ossido di ferro
- Verde: ossido di rame, ossido di cromo
I colori così composti sono soggetti ad ossidazione atmosferica, ciò significa che essi tendono naturalmente ad 'imbrunire' nel tempo. Tale tendenza può essere rallentata o anche arrestata ponendo l'opera di pregio in una camera protettiva dotata di atmosfera controllata o inerte (assenza di ossidanti gassosi quali l'ossigeno e sostituzione con l'azoto). I colori ad olio risentono anche di ampie e repentine escursioni termiche ed,ovviamente, degli inquinanti ambientali.
Oggi quasi tutti i pittori utilizzano colori a olio in tubetto, già pronti, reperibili nei colorifici. e vero???
[modifica] Note
[modifica] Bibliografia
- La tecnica della pittura a olio Gino Piva -- Hoepli
Pittura · Pittori · Dipinti · Musei del mondo