Peppi Paci
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Giuseppe Paci in arte Peppipaci (Canicattì, 1890 – Padova, 1967) è stato un poeta italiano.
Faceva il sarto, o meglio lo stilista, e la sua sartoria nella piazza centrale di Canicattì, in quello che comunemente si chiama Palazzo Ferreri, era molto apprezzata e frequentata. Fece parte a quel simpatico cenacolo che diede vita alla "Secolare Accademia del Parnaso Canicattinese" ne diventò il poeta cantore. Un comune fatto di cronaca, diventa nei suoi versi poesia. Nelle poesie di Peppipaci vi è umorismo anche se tendono a corregere il vizio e i costumi,il poeta ride e fa ridere. Nei suoi versi, ritrae i tratti spirituali delle persone e certe biasimevoli situazioni sociali con tocchi di colore vivace, ma sempre atti a promuovere il riso. Di lui ci restano due raccolte poetiche molto popolari, oltre che numerose liriche sparse. Dei suoi due libri di poesie l'uno ha per titolo "Mascari di Paci" e l'altro "La scecca di patri Decu".
(SCN)
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Lu varberi, anticamenti, Appizzava li sanguetti, Si sbarbava un parrucciànu, Ora avvinni, ‘na jurnata, Di spaventu n’arrisanta! Puru ajeri, ad un clienti » |
(IT)
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(Peppipaci)
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