Jacques Fesch
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Jacques Fesch (Saint-Germain-en-Laye, 6 aprile 1930 – Parigi, 1 ottobre 1957) è stato un criminale francese, che in carcere divenne un religioso talmente devoto che è stata proposta la sua canonizzazione.
Nasce in una famiglia dell'alta borghesia (annovera tra i suoi avi il cardinale Joseph Fesch) ed i suoi genitori si erano trasferiti recentemente dal Belgio. Cresciuto ed educato nella fede cristiana, all'età di 17 anni abbandona la fede.
Chiamato al servizio militare viene assegnato ad una caserma della città di Strasburgo. Quì incontra Pierrette Polack e nel 1951 si sposano. Da questa unione nasce Véronique.
Per l'acquisto di una barca, il 25 febbraio 1954 tenta una rapina in un negozio di cambiavalute di rue Vivienne 9. Nella colluttazione anche Jacques viene ferito leggermente poi fugge con una cospicua somma di danaro. Il quartiere viene circondato e, braccato, cerca di aprirsi un varco a colpi di rivoltella. Ferisce un passante, un agente di polizia ed, infine, un altro, quest'ultimo però colpito mortalmente. Al processo, tuttavia, disse agli inquirenti di avere mirato alle gambe e che non c'era una vera e propria volontà di uccidere.
Acciuffato poche ore più tardi all'uscita del metrò, viene rinchiuso in carcere e processato. Il verdetto non lascia appello e l'esecuzione della pena capitale tramite ghigliottina, come era uso in Francia, viene eseguita nel 1957, anno del suo ventisettesimo compleanno.
Dopo la sua morte sono state date alle stampe il suo diario tenuto in carcere e le lettere inviate agli amici e parenti dal carcere, che testimoniano la sua conversione. Nel 1993 l'arcivescovo Jean-Marie Lustiger ha dato il via alle pratiche procedurali per l'istituzione del processo di beatificazione.
Le testimonianze raccontano che nel momento di salire il patibolo Jacques Fesch non pronunciò che queste parole a mezza voce: "Signore, non abbandonarmi". L'eccezionale nobiltà del suo atteggiamento, la calma del volto e dello sguardo parvero soprannaturali.
Uno scrittore[citazione necessaria] ebbe a scrivere contro questa giustizia e contro la pena di morte in generale:
« Jacques Fesch, in prigione, è stato rivoltato dal suo interno come un guanto, dallo Spirito Santo. E quando si è letta la sua fine, prima del momento supremo sul patibolo, ci si chiede ora se la società non ha ghigliottinato un uomo nuovo,...forse un santo » |
[modifica] Bibliografia
- Giornale intimo
- Lettere di Jacques Fesch in attesa della ghigliottina
- Cella 18
- Luce sul patibolo