Filosofia del linguaggio
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La filosofia del linguaggio studia le relazioni tra linguaggio, mente e realtà. Studia quindi il rapporto tra senso e significato e la capacità umana di usarli nella comunicazione.
Le domande fondamentali riguardano la natura del senso, le sue modalità di espressione (e.g. in atti linguistici) e la sua relazione alla mente (com'è rappresentato e come viene interpretato?)
Già in Platone e in Aristotele il linguaggio possedeva ontologicamente la sostanza del proprio significato e le correlazioni con gli uomini e le cose dell’universo.
In Aristotele la definizione speculativa del linguaggio era costruita con lo scopo di rendere epistemologicamente valide le costruzioni logiche.
Viceversa in Platone la ricerca era sostanzialmente orientata a stabilire una correlazione etica con le cose e gli esseri. In tal senso la cose non hanno il nome solo in base ad una “convenzione” assunta come regola, ma il loro nome è anche il contenitore di una sostanza che evoca un universo niente affatto raggiungibile ma ardentemente desiderato e ricercato.
Sebbene la riflessione filosofica sul linguaggio attraversi - per forza di cose - l'intera storia della filosofia, è a partire dalla modernità che essa diviene sistematica, oggetto di riflessione in sé e non in quanto strumento di espressione - e in una certa misura di realizzazione - del pensiero filosofico. Tali analisi si avvalsero anche degli studi sulla logica, che conobbero nel tardo XIX secolo una nuova fioritura. Un buon punto di partenza per l'analisi delle moderna filosofia del linguaggio può essere considerata l'opera dello svizzero Ferdinand de Saussure, il Corso di linguistica generale, pubblicata postuma nel 1916. Nel corso del Ventesimo secolo diversi altri approcci, non sempre convergenti con quello del linguista ginevrino hanno ampliato ed approfondito lo studio di questa peculiare attività umana, cui i recenti mezzi di indagine scientifica hanno dato notevole impulso, consentendo di esplorare più approfonditamente i rapporti che legano l'espressione verbale all'attività cerebrale. Tali sviluppi hanno peraltro comportato un certo cambiamento di orizzonte della disciplina, cha ha preso ad abbandonare l'area logico-strutturalista per essere sempre più strettamente connessa alla filosofia della mente. Non mancano tuttavia approcci meno funzionalistici, esemplificati tra l'altro dal lavoro di Noam Chomsky, teorizzatore di una grammatica generativa comune a tutte le lingue.
[modifica] Bibliografia essenziale (nazionalstrutturalistica)
- Platone. Cratilo. Bari, Laterza, 2008. ISBN 8842050741.
- Ferdinand de Saussure.Corso di linguistica generale. Bari, Laterza, 2003, , ISBN 8842021164.
- Noam Chomsky, Saggi linguistici. Torino, Bollati Boringhieri, 1979. ISBN 8833951367.
- T. De Mauro. Lezioni di linguistica teorica, Bari, Laterza, 2008, ISBN 8842085189.
- Umberto Eco, "Semiotica e filosofia del linguaggio", Torino, Einaudi, 1980, ISBN 8806146114.
- Umberto Eco, "Trattato di semiotica generale", Milano, Bompiani, 1975, ISBN 8845200493.
[modifica] Letture consigliate
Emanuele Riverso Introduzione alla filosofia e all'analisi del linguaggio Istituto Editoriale del Mezzogiorno. Napoli 1960
Emanuele Riverso Il linguaggio nel pensiero filosofico e pedagogico del mondo antico Armando. Roma. 1973
Emanuele Riverso Filosofia del linguaggio. Dalla forma al significato. Città Nuova Ed. Roma 1990
Emanuele Riverso Cose e parole nella traduzione interculturale. Edizioni Borla. Roma 1993
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