Eusebio Petetti

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Eusebio Petetti (Potenza Picena, 1882 – Ancona, 1957) è stato un architetto italiano e un personaggio di spicco nella vita culturale di Ancona, sua città d'elezione, fra gli anni '30 e '50.

[modifica] Attività professionale

Laureatosi in Urbino, allora sede della facoltà di architettura, vinse nel 1938 il concorso nazionale per la realizzazione del Palazzo del mutilato di Ancona, che attualmente è forse la sua opera più nota, e che caratterizza con il suo stile razionale il Corso Stamira, aperto in quegli anni.

Tra le sue opere si ricordano anche il rifacimento della facciata della Chiesa di San Giacomo a Potenza Picena (1943) e la Chiesa di Sant'Anna a Porto Potenza Picena (MC), in stile neogotico, eretta accanto alla storica torre di guardia. In quest'ultima opera è notevole la cura prestata nell'armonizzare la nuova costruzione con l’antica torre. Ha inoltre realizzato la sede della Scuola Industriale a Pergola (PU).

Nella città di Ancona si è impegnato nel piano di sistemazione urbanistica dell’area Traianea partecipando al dibattito cittadino riguardante la sistemazione di questa zona importante per la storia della città, ma anche di difficile inquadramento per le numerose funzioni e presenze storiche che vi si sovrappongono. Petetti ha studiato il modo di armonizzare la presenza della Barriera Gregoriana ottocentesca, della seicentesca chiesa di S. Primiano, delle rotaie ferroviarie a servizio del porto e dello stesso Arco di Traiano, costruito nel II secolo.

Inoltre, sempre in Ancona, partecipò al restauro della chiesa di S. Domenico di Ancona danneggiata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, riprogettando la cappella della Pietà.

[modifica] Altre attività

Scrisse articoli per il Messaggero, il Corriere Adriatico e la rivista Natura ed Arte. Dal 1938 al 1940 svolse in casa propria attività di insegnante a favore di un numeroso gruppo di ragazzi di religione ebraica che, a causa delle leggi razziali, erano stati allontanati dalle scuole pubbliche.

Nel 2004 l'Archivio di Stato di Ancona, nell'ambito di un progetto di documentazione sugli architetti marchigiani del '900, ha acquisito un notevole fondo di suoi progetti ed articoli.