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Valle Camonica romana - Wikipedia

Valle Camonica romana

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Storia della Valle Camonica
Vessillo di Valle Camonica
Posizione della Valle Camonica in Lombardia
Voci principali

Categoria: Storia della Valle Camonica
Portale:Val Camonica

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Voce principale: Storia della Valle Camonica.

La Valle Camonica entra a far parte dell'impero romano nel 16 aev.

Indice

[modifica] Storia

La Valle passò sotto il controllo romano nel 16 a.C. a seguito della conquista effettuata dal proconsole dell'Illiria Publio Silio Nerva. Il casus belli sembra sia stato il fatto che numerosi popoli alpini si erano dati al saccheggio dell'agro padano. [1]

Il Trofeo delle Alpi (Tropaeum Alpium), un monumento romano situato presso la città francese di La Turbie che celebra l'imperatore Augusto per la vittoriosa campagna militare condotta dai suoi generali, Druso maggiore e Tiberio (il futuro imperatore), contro i Reti e i Vindelici tra il 16 e il 15 a.C. Tra le 46 popolazioni alpine assoggettate sono citati anche i Camuni.

(LA)
« · GENTES ALPINAE DEVICTAE TRVMPILINI · CAMVNNI · VENOSTES · »
(IT)
« Popoli alpini sottomessi Trumplini, Camuni, Venosti »
(Estratto dall'iscrizione del Tropaeum Alpium)
Anfiteatro di Cividate Camuno
Anfiteatro di Cividate Camuno

In quanto popolazione conquistata risedente nell'arco alpino venne assegnato loro lo status di peregrini che indicava la condizione giuridica degli abitanti delle province che non godevano dei diritti dei cittadini romani.

Ma a partire dall'79 ev alcuni popoli alpini furono annessi alle città più vicine in condizione di semi-sudditanza, tramite la pratica dell' adtributio. Questo permetteva di mantenerere una propria costituzione tribale, ma la città dominante diveniva centro amministrativo, giurisdizionale e fiscale. La città a cui vennero assegnati i Camuni fu probabilmente la Colonia Civica Augusta Brixia, posizionando quindi il loro territorio ai confini occidentali della Regio X Venetia et Histria.[2]

Le popolazioni adtributae passavano dalla condizione di peregrini al beneficio dapprima del diritto inferiore (ius Latii), e in seguito della piena cittadinanza romana (plenum ius), con un processo che poteva essere anche molto lungo e che costituiva una sorta di apprendistato all’acquisizione di tutti i diritti dei cittadini romani.[3]

In età Flavia, i Camuni vengono iscritti ad una tribù a sé stante, quella Quirina (Brescia era assegnata alla tribù Fabia, Bergamo a quella Voturia) e sono ricordati come Res Publica Camunnorum, ovvero un centro dotato di autonomia amministrativa. [4]

Cartina del nord Italia in epoca augustea
Cartina del nord Italia in epoca augustea

I romani fondarono la Civitas, la città (forse per distinguerla dai vici, villaggi, dove abitavano i Camuni), che oggi è nota come Cividate Camuno. Fu una tipica città romana, costruita su cardo e decumano, con terme, teatro e perfino anfiteatro. Un altro insediamento di epoca romana è probabilmente Borno, dove è stata ritrovata una necropoli.

[modifica] Amministrazione

Il potere massimo della res publica era affidato a due duoviri, due edili ed il consiglio dei decurioni. Non sono ricordati questori.[5]

I primi avevano in compito di mantenere l'ordine e la giustizia e rimanevano in carica cinque anni. I secondi amministravano le finanze, eleggevano i magistrati minori e dirigevano la vita religiosa della comunità; i decurioni erano formati dai cittadini più in vista della Valle, e erano soliti firmare i loro decreti con "D.D." (decretum decurionum, appunto).[6]

[modifica] I Camuni e l'impero romano

Non solo i romani ebbero una forte influenza in Valle Camonica, ma risultano anche epigrafi di Camuni in altre zone dell'impero romano.

Molte tra queste riguardano legionari, come ad esempio tale Cerialis Pladae f. centurione della cohors Alpina, oppure di L. Statius Secundus, soldato della Legio VI. Altri Camuni che servirono Roma all'estero furono C. Valerius Quir., della Legio VIII Augusta, morto a Corinto e Sex Apronius Quir., della Legio XIIII Gemina, seppellito a Carnuntum

Incisione rupestre di un duello a Nadro
Incisione rupestre di un duello a Nadro

Più curioso è l'anonimo Camunnus arruolatosi nella flotta Ravennate morto dopo 25 anni di servizio navale. La presenza di un montanaro nella flotta si spiega probabilmente con la necessità di carpentieri (fabri navales) esperti nel taglio del legno.

Un'epigrafe, conservata presso il Monastero di San Salvatore ricorda Rutumanna, gladiatore morto invitto dopo 23 pugnae (numero alto, inferiore in alta Italia solo a quello di Generosus, reziario di Verona, morto dopo 27 incontri).[7]

[modifica] Culti

Durante il periodo romano vi è una forte influenza religiosa in Valle Camonica, che porta la comparsa di numerosi culti esogeni che culminarono con la costruzione del santuario di Minerva a Breno. Essi non vennero imposti ai Camuni, ma tramite il meccanismo dell'interpretatio romana si tentava di assimilare il culto preesistente con la divinità romana che più gli assomigliava.

Numerose iscrizioni votive che ci attestano il culto di queste divinità: [8]

Divinità Culto Localizzazione
Fortuna Romano Losine
Iuppiter Romano Cividate Camuno, Cimbergo
Iurarius Romano Cividate Camuno
Mercurius Romano Cividate Camuno, Borno
Minerva Romano Breno, Lovere, Borno
Silvanus Romano Cividate Camuno, Esine
Victoria Romano Losine
Bona Dea Romano Cividate Camuno
Dii et Deas - Dii Omnes Romano Cividate Camuno, Bienno
Fontes Divini Romano Berzo Inferiore
Isis Egiziano Cividate Camuno
Sol Invictus Orientale Breno
Aburnus et Aburna Locale Costa Volpino
Alantedoba Locale Ossimo

Altre divinità tramandate da fonti storiche ma non confermate sono Camulo presso Edolo e Luna Lucifera in una medaglia a Bienno.[9]

Nel 1956, in località Androne, fu rinvenuta una vasta necropoli romana di circa venti tombe seppellite per incenerazione. Nella stessa zona anche nel 1908 e nel 1943 erano emerse delle sepolture.[10]

[modifica] Voci correlate

[modifica] Note

  1. ^ Antonio Guadagnini. Memorie storiche della Valcamonica. Brescia, Tipolitografia Venturini, 1857. 34
  2. ^ Valeria Mariotti. Il teatro e l'anfiteatro di Cividate Camuno. Arti grafiche BMB, 2004. 20 ISBN 88-7814-254-9
  3. ^ L’adtributio e la tabula clesiana. URL consultato il 19-04-2008.
  4. ^ Luca Giarelli ritiene che il nome Quirina sia stato assegnato ai Camuni grazie al fatto che Quirino, ovvero l'equivalente Sabino del dio romano Marte, aveva lo stesso valore cultuale della divinità Camulo, adorata in Valle Camonica.
  5. ^ Valeria Mariotti. Il teatro e l'anfiteatro di Cividate Camuno. Arti grafiche BMB, 2004. 22 ISBN 88-7814-254-9
  6. ^ AA VV. La Valcamonica Romana - ricerche e studi. Brescia, Del Moretto, 1987. 12
  7. ^ Valeria Mariotti. Il teatro e l'anfiteatro di Cividate Camuno. Arti grafiche BMB, 2004. 26-27 ISBN 88-7814-254-9
  8. ^ Valeria Mariotti. Il teatro e l'anfiteatro di Cividate Camuno. Arti grafiche BMB, 2004. 30 ISBN 88-7814-254-9
  9. ^ Lino Ertani. La Valle Camonica attraverso la storia. Esine, Tipolitografia Valgrigna, 1996. 49
  10. ^ Lino Ertani. La Valle Camonica attraverso la storia. Esine, Tipolitografia Valgrigna, 1996. 48

[modifica] Bibliografia

  • Gregorio Brunelli. Curiosi trattenimenti continenti raguagli sacri e profani dé popoli Camuni. Venezia, 1698.
  • Romolo Putelli. Intorno al castello di Breno : storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo : studio critico su 1400 fonti documentarie. Bienno, 1915.
  • Enrico Tarsia. Storia della Valle Camonica. Breno, 1958.
  • Emmanuel Anati. La civiltà di Val Camonica. Milano, Saggiatore, 1964.
  • Lino Ertani. La Valle Camonica attraverso la storia. Esine, Tipolitografia Valgrigna, 1996.


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