Piazza I Viceré
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La piazza I Viceré è una piazza di Catania, realizzata tra il 1995 e il 1998 nel quartiere nord di Barriera del Bosco.
È collocata accanto al Castello di via Leucatia, nello stesso sito che Federico De Roberto chiamò Belvedere nel romanzo di cui la piazza porta il nome. Il complesso si trova a cento metri dalla sorgente della 'Licatìa', che alimentava l'acquedotto romano che ivi esisteva nel III secolo.
Il progettista e direttore dei lavori, l'architetto Ivan Castrogiovanni, ricevuto l'incarico di realizzare la piazza, senza particolari prescrizioni, si è ispirato all'archeggiato del seicentesco acquedotto dei Benedettini, i cui ruderi furono demoliti negli anni sessanta del XX secolo per la realizzazione di un'edilizia intensiva. Il complesso di piazza e parco si sviluppa su una superficie di oltre 10.000 m².
Su 5.000 metri quadri, utilizzando sistemi costruttivi non dissimili da quelli romani e settecenteschi (ad esempio casserature in legno per realizzare le arcate con intradossi in pomice, lastre di piombo interposte tra i grossi conci in compressione), materiali lavici di diversa cromìa e consistenza, e travertino latteo di Trani, è sorta la piazza vera e propria: uno spazio nudo con pavimentazione dal forte effetto ottico, specialmente se osservata da grande altezza, leggermente concava.
Nello spazio rimanente è situato un giardino con vialetti "a passi perduti" con essenze floreali quali il pino pinaster, il cipresso, il tiglio, la quercia, la jacaranda. A ovest, a nord ed a sud, lungo il perimetro del complesso, sorgono tre portali in pietra lavica che richiamano le facciate delle chiese di via Crociferi e dell'architettura settecentesca della provincia catanese.
[modifica] Bibliografia
- G. Merode, V. Pavone, Catania nella vita democratica (1976-2001), Ed. Greco, Catania
- M. Tempio, Piazza I Viceré, ne Sotto il vulcano nn. 45-46, Marco Spampinato Editore, Catania, 1999