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Macchi M.C.202 - Wikipedia

Macchi M.C.202

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Macchi C.202 "Folgore"

Un Macchi M.C.202 in volo
Descrizione
Ruolo Caccia
Equipaggio 1
Primo volo 10 agosto 1940
Entrata in servizio novembre 1941
Costruttore Aeronautica Macchi
Progettista {{{progettista}}}
Esemplari costruiti {{{esemplari}}}
Dimensioni
Lunghezza 8,85 m
Apertura alare 10,58 m
Angolo di freccia alare {{{freccia_alare}}}
Altezza 3,02 m
Superficie alare 16,80
Carico alare {{{carico alare}}}
Superficie degli alettoni {{{superficie alettoni}}}
Freccia dello stabilizzatore {{{freccia stabilizzatore}}}
Area dello stabilizzatore {{{area stabilizzatore}}}
Freccia della deriva {{{freccia deriva}}}
Area della deriva {{{area deriva}}}
Carreggiata del carrello {{{carreggiata}}}
Passo del carrello {{{passo}}}
Peso
A vuoto 2.350 kg
Normale
Massimo al decollo 2.937 kg
Capacità combustibile {{{capacità_carburante}}}
Capacità combustibile {{{capacità_combustibile}}}
Capacità di carico {{{capacità}}}
Propulsione
Motore Daimler-Benz DB 601 o
Alfa Romeo RA 1000 RC.41 12V
Potenza 1.175 CV
Spinta {{{spinta}}}
Prestazioni
Velocità massima 600 km/h
Velocità di stallo {{{stallo}}}
Fattore di carico {{{g load}}}
Velocità variometrica {{{climb_rate}}}
Tempo di salita {{{tempo di salita}}}
Corsa di decollo {{{decollo}}}
Ingombro di pista {{{atterraggio}}}
Autonomia 765 km
Raggio d'azione {{{raggioazione}}}
Tangenza 11.500 m
Vita operativa {{{vita operativa}}}
Armamento
Mitragliatrici 2 Breda-SAFAT da 12,7 mm
(dalla IV serie, altre due da 7,7 mm alari)
Cannoni {{{cannoni}}}
Bombe {{{bombe}}}
Missili {{{missili}}}
Piloni {{{piloni}}}
Altro
Note
Lista di aerei militari

Il Macchi M.C.202 "Folgore" era un caccia italiano impiegato durante la Seconda guerra mondiale. Fu il primo modello ad essere realmente competitivo rispetto agli avversari.

[modifica] La storia

La stessa Commissione di Valutazione della Regia Aeronautica che ebbe l'incarico di valutare gli aerei da caccia della c.d. "prima generazione" (Macchi C.200, Fiat G.50, Reggiane Re.2000, Caproni Vizzola F.5), nella sua relazione finale del settembre 1939, affermava di ritenere indispensabile, per la generazione successiva, l'adozione di motori in linea raffreddati a liquido, in modo da ridurre la sezione frontale degli aerei e aumentarne le prestazioni.

Data l'incapacità manifesta dell'industria italiana di progettare una nuova generazione, modernamente concepita, di motori in linea, si decise di puntare ancora su propulsori prodotti su licenza, in particolare il Daimler Benz DB 601, di cui l'Alfa Romeo acquisì la licenza di costruzione nel novembre del 1939.

L'ingegner Castoldi progettista del Macchi C.200 e dei famosi aeroplani da competizione della Coppa Schneider, modificò il suo aereo, principalmente per quanto riguarda la fusoliera, per poter installare il nuovo motore. Il risultato fu un aereo completamente nuovo, ed uno dei migliori aerei italiani della seconda guerra mondiale: il Macchi C.202 Folgore, che volò già nell'estate del 1940.

Il prototipo del Folgore.
Il prototipo del Folgore.

Rispetto ai precedenti caccia con motore stellare il Folgore poteva essere considerato un vero purosangue, agile, robusto, veloce, dotato di un eccezionale velocità di salita (salita a 6000 metri in 5 minuti e 55 secondi) e capace di picchiare ad oltre 900 km/h, aveva, in effetti, un unico punto debole. Il progettista non sfruttò infatti la possibilità tecnica di montare un cannoncino Mauser da 20 mm sparante attraverso l'asse dell'elica, che sarebbe stato molto utile negli scontri contro i coriacei bombardieri quadrimotori Alleati, cosicché l'M.C.202 mantenne lo scarso armamento del Macchi C.200. Secondo molti dei primi piloti, l'aspettativa dell'armamento sarebbe stata per 6 mitragliatrici Breda, possibilmente tutte di grosso calibro (12,7 mm), stando a una testimonianza tratta dall'enciclopedia "Mach 1" degli anni '70. Il problema dell'armamento rimasto identico mentre i caccia diventavano sempre più potenti e veloci e, conseguentemente, la possibilità di sparare raffiche prolungate a distanza ravvicinata contro i nemici diveniva sempre più remota, si sarebbe molto aggravato nel prosieguo della guerra con l'offensiva dei bombardieri angloamericani.

Per alleviare il problema, a partire dalla IV serie, vennero installate due mitragliatrici Breda-SAFAT aggiuntive, da 7,7 mm, nelle ali, ma le armi di calibro ridotto si rivelarono poco efficaci, tanto che molti piloti preferivano smontarle, per ridurre il peso nelle ali e poter contare su una migliore maneggevolezza.

In questo caso il problema principale, nell'aumentare la potenza di fuoco dell'aereo, risiedeva nell'estrema compattezza del progetto, che non lasciava fisicamente spazio per l'installazione di equipaggiamenti aggiuntivi. Era questo un problema che il C.202 condivideva con altri progetti similari, ad esempio il coevo Messerschmitt Bf 109, le cui ali erano troppo sottili per ospitare armamento di lancio, se non in gondole subalari (con conseguente peggioramento dell'aerodinamica), e la cui fusoliera era troppo "affollata" per aumentare la (scarsa) dotazione di proiettili dei primi modelli, a meno di ridurre il calibro delle armi (soluzione adottata nella serie "F") o di allargare la fusoliera con delle gondole carenate (i famosi "bulbi" della serie "G").

Nel Bf 109 però, sin dalla progettazione, si era optato per la possibilità di installare un cannone sparante attraverso l'asse dell'elica, il C.202 invece non poteva accogliere un installazione similare poiché, secondo lo stesso Castoldi, sarebbe stato necessario modificare profondamente la struttura della fusoliera con riprogettazioni sostanziali. Questo spiega il motivo, rimasto a lungo misterioso, per il quale nemmeno il successivo Macchi 205V, al contrario dei pariclasse Fiat G.55 e Reggiane Re.2005, fu capace di accogliere un cannone nella fusoliera e dovette piuttosto accoglierne 2 nelle ali. Solo con il Macchi 205N il problema fu risolto, grazie ad una estesa riprogettazione, ma ormai era troppo tardi.

Dal Folgore derivò direttamente il Macchi C. 205V Veltro .

[modifica] Impiego operativo

Prototipo di un Macchi M.C. 202D, MM 7768 (serie III), con radiatore modificato
Prototipo di un Macchi M.C. 202D, MM 7768 (serie III), con radiatore modificato
Un Macchi M.C.202 coservato presso il Museo Storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle
Un Macchi M.C.202 coservato presso il Museo Storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle
4 Macchi C 202 probabilmente a Napoli-Capodichino sede del XXII Gruppo C.T. fine 1942 estate 1943. Dietro si intravede un Macchi C 200
4 Macchi C 202 probabilmente a Napoli-Capodichino sede del XXII Gruppo C.T. fine 1942 estate 1943. Dietro si intravede un Macchi C 200

Il Macchi 202 può essere considerato il caccia più importante della Regia Aeronautica nel secondo conflitto mondiale: operò infatti su tutti i fronti. Il XXI Gruppo venne addirittura inviato sul fronte russo, ma il suo impiego fu limitatissimo. I primi stormi a riequipaggiarsi col nuovo caccia furono il , inviato in Nordafrica, e il in Sicilia. La netta superiorità registrata sullo Hurricane, ma anche il margine sul potente P-40 di fornitura americana e la possibilità di combattere ad armi pari (potenza di fuoco a parte) con lo Spitfire V venne salutata con entusiasmo dai piloti da caccia italiani,che finalmente avevano a disposizione una macchina competitiva. La fornace delle operazioni risucchiò tutti i velivoli disponibili e la produzione rimase sempre insufficiente a ripianare le perdite. Allo scopo di accelerare la produzione dei nuovi apparecchi, la fabbricazione fu affidata a tre diverse imprese: la Macchi, la Breda e la Società Aeronautica Italiana Ambrosini. Particolarmente duro fu lo scacchiere africano, dove si alternarono più o meno tutti gli stormi che impiegarono il Folgore. Basti pensare che alla vigilia dell'attacco di Rommel contro l'Egitto, che lo avrebbe portato ad El Alamein, dei 182 caccia italiani di pronto impiego 93 erano Macchi 202. Ancora più che competitivo nel 1943, il Folgore cominciò a soffrire del modesto armamento, soprattutto nell'intercettazione dei bombardieri pesanti anglo-americani, che pur colpiti ripetutamente, sembravano apparentemente non subire danno. I più recenti caccia Alleati poi, come il Lockheed P-38 Lightning e lo Spitfire IX, cominciarono a dare dei problemi ai piloti italiani. Il Macchi 202 tuttavia rimase in prima linea fino all'armistizio e anche oltre. Quando la Regia Aeronautica riprese l'attività bellica al fianco degli Alleati, alcuni Folgore equipaggiarono, fino alla completa usura, reparti come la 208° Squadriglia Caccia-Bombardieri. Al nord i pochi apparecchi rimasti vennero utilizzati per l'addestramento.


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