Gens Octavia
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La Gens Octavia, o più semplicemente Octavii, furono una famiglia romana, i cui esponenti più famosi furono Gaio Ottavio ed il figlio Augusto, che prima di essere adottato da Cesare si chiamava anche lui Gaio Ottavio (Turino). Svetonio scrisse a proposito della famiglia nel suo De vita Caesarum:
(LA)
« 1. Gentem Octaviam Velitris praecipuam olim fuisse, multa declarant. Nam et vicus celeberrima parte oppidi iam pridem Octavius vocabatur et ostendebatur ara Octavio consecrata, qui bello dux finitimo, cum forte Marti rem divinam faceret, nuntiata repente hostis incursione, semicruda exta rapta foco prosecuit, atque ita proelium ingressus victor redit. Decretum etiam publicum extabat, quo cavebatur ut in posterum quoque simili modo exta Marti redderentur, reliquiaeque ad Octavios referrentur. 2. Ea gens a Tarquinio Prisco rege inter minores gentis adlecta in senatum, mox a Servio Tullio in patricias traducta, procedente tempore ad plebem se contulit, ac rursus magno intervallo per Divum Iulium in patriciatum redit. Primus ex hac magistratum populi suffragio cepti C. Rufus. Is quaestorius CN. et C. procreavit, a quibus duplex Octaviorum familia defluxit conditione diversa. Siquidem Gnaeus et deinceps ab eo reliqui omnes functi sunt honoribus summis. At Gaius eiusque posteri, seu fortuna seu voluntate, in equestri ordine constiterunt usque ad Augusti patrem. Proavus Augusti secundo Punico bello stipendia in Sicilia tribunus militum fecit Aemilio Papo imperatore. Avus municipalibus magisteriis contentus abundante patrimonio tranquillissime senuit. Sed haec alii; ipse Augustus nihil amplius quam equestri familia ortum se scribit vetere ac locuplete, et in qua primus senator pater suus fuerit. M. Antonius libertinum ei proavum exprobrat, restionem e pago Thurino, avum argentarium. Nec quicquam ultra de paternis Augusti maioribus repperi. »
|
(IT)
« 1. Molti particolari confermano che la famiglia Ottavia era stata un tempo una delle più cospicue di Velitre. Infatti uno dei quartieri più popolosi della città già da un po' si chiamava Ottavio, inoltre si mostrava un'ara consacrata ad un Ottavio che, quando era comandante supremo durante una guerra contro i vicini, all'annuncio di una improvvisa incursione dei nemici, proprio mentre stava facendo sacrifici a Marte, tolse dal fuoco, ancora semicrude le interiora delle vittime e le fece a pezzi, dopo di che attaccò battaglia e ne uscì vincitore. Vi era anche un decreto ufficiale che stabiliva, da allora in poi, di sacrificare le interiora a Marte in quel modo e di portare agli Ottavii i resti delle vittime.2. Questa famiglia, che il re Tarquinio Prisco aveva ammesso al Senato tra quelle di secondo rango e che poi Servio Tullio aveva elevato al patriziato, con il passare dei secoli ritornò plebea, quindi, dopo un lungo intervallo, fu reintegrata nella sua antica dignità dal divino Giulio. Il primo dei suoi membri ad ottenere una carica con il suffragio del popolo fu C. Rufo. Costui, divenuto poi questore, ebbe due figli, Gneo e Gaio: essi diedero vita a due rami della famiglia degli Ottavii, che ebbero destini diversi. Gneo e tutti quelli che discesero via via da lui esercitarono le più alte cariche, mentre Caio e i suoi discendenti, vuoi per caso, vuoi volontariamente, rimasero nell'ordine equestre fino al padre di Augusto. Il bisavolo di Augusto, durante la seconda guerra punica, servì in Sicilia come tribuno militare agli ordini del comandante Emilio Papo. Il nonno si limitò alle cariche municipali e visse la sua vecchiaia felicemente, con un cospicuo patrimonio a disposizione. Queste notizie, tuttavia, ci vengono da altre fonti, perché Augusto dice semplicemente di venire da famiglia equestre, antica e agiata, nella quale il primo senatore fu suo padre. Marco Antonio gli rimproverava di aver avuto come bisavolo un liberto, un funaiolo della contrada di Turi, e per nonno un agente di cambio. Di più non ho potuto sapere sugli antenati paterni di Augusto. »
|
(Svetonio, De vita Caesarum, Augustus)
|
Un certo Gneo Ottavio inoltre costruì il Porticus Octavia nel 168 a.C..