Andromeda (Euripide)
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Andromeda | |
di Euripide
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Tragedia di cui restano frammenti
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Andromeda incatenata di Paul Gustave Doré |
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Titolo originale | Ἀνδρομέδα |
Lingua originale | greco antico |
Prima assoluta | 412 a.C. |
Teatro: | Teatro di Dioniso, Atene |
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Andromeda (Ἀνδρομέδα) era una tragedia di Euripide (oggi perduta), andata in scena nel 412 a.C., nell'ambito di una trilogia che comprendeva anche l'Elena dello stesso autore.
Indice |
[modifica] Trama
L'opera riprendeva il mito di Andromeda, figlia di Cefeo e Cassiopea, sovrani di un territorio tra la Palestina e il Mar Rosso.
Cassiopea si era vantata di essere più bella delle Nereidi, e queste, offese, si erano rivolte a Poseidone perché punisse la donna. Il dio del mare mandò allora un enorme mostro marino a devastare le coste.
Il re Cefeo seppe da un oracolo che l'unico modo di placare l'ira del mostro era sacrificare la figlia Andromeda, decise allora di legarla ad una roccia di fronte al mare perché il mostro la divorasse. L'eroe Perseo però la vide, la liberò e uccise il mostro, divenendo infine sposo di Andromeda.
[modifica] Commento
L'opera (come anche l'Elena e poche altre tragedie di Euripide) era una sorta di tragicommedia, o tragedia a lieto fine, in cui l'elemento tragico passava in secondo piano, ed il tono era più "leggero".
Purtroppo oggi ce ne restano solo alcuni frammenti, ossia alcune singole frasi, derivanti da citazioni inserite in altre opere, o da papiri ritrovati durante scavi archeologici, dai quali era ancora possibile leggere alcune parole.
A quanto sembra l'opera destò grande impressione nel pubblico ateniese, forse anche grazie all'inusuale tematica di amore e avventura. Viene citata nella commedia Le rane di Aristofane come tragedia di eccezionale valore poetico[1], e l'Atto V delle Tesmoforiazuse dello stesso autore è una spassosa parodia di Perseo che salva Andromeda.
Anche Sofocle scrisse una tragedia con lo stesso titolo, e anch'essa è andata perduta.
[modifica] Edizioni dei frammenti
- Euripides, Andromeda di Bubel Frank. Stuttgart: Steiner, 1991. (Palingenesia 34.)
- Andromedatragödien: Sophokles, Euripides, Livius Andronikos, Ennius, Accius. Testo, traduzione e commento di Rainer Klimek-Winter. Stuttgart: Teubner, 1993. (Beiträge zur Altertumskunde 21.)
- Euripides, Selected fragmentary plays, II: Filottete; Alessandro; Edipo; Andromeda; Ipsipile; Antiope; Archelao. Introduzione, traduzione e commento di Christopher Collard, Martin J. Cropp e John Carrington Gibert. Warminster: Aris and Phillips, 2004.
[modifica] Altre opere
- Gibert, John Carrington 1999-2000. Falling in love with Euripides («Andromeda»). Illinois Classical Studies 24/25, 75-91.
[modifica] Note
- ^ Aristofane, Le rane, ed. BUR, traduzione di Guido Paduano, versi 52-54: DIONISO: "E mentre sulla nave leggevo l'Andromeda, un desiderio improvviso mi ha colpito il cuore"
[modifica] Voci correlate
[modifica] Mitologia
- Andromeda - Figura della mitologia greca
[modifica] Astronomia
- Andromeda (costellazione) - Costellazione della sfera celeste
[modifica] Pittura
- Andromeda - Dipinto di Rembrandt (1629)
- Perseo libera Andromeda - Dipinto di Pieter Paul Rubens (1622).
[modifica] Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene file multimediali su Andromeda (Euripide)
[modifica] Collegamenti esterni
- Antico vaso greco che rappresenta una scena della tragedia come venne rappresentata da Euripide.