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Étienne de La Boétie - Wikipedia

Étienne de La Boétie

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Étienne de La Boétie (Sarlat1 novembre 1530 – Germignan, 18 agosto 1563) è stato un filosofo, scrittore e politico francese.

Indice

[modifica] La vita

[modifica] La formazione

Nasce il 1 novembre del 1530 a Sarlat, piccola città del Périgord non lontana dal capoluogo della regione, Périguex. In giovane età rimane orfano e viene allevato dallo zio, curato di Bouilhonas, il quale lo avvia agli studi. Era, in questo periodo, vescovo di Sarlat un cugino della famiglia Medici di Firenze: Nicolò Gaddi, il quale era anche strettamente legato alle esperienze dell’umanismo italiano e intendeva fare della propria diocesi una sorta di “Atene del Périgord”. Fu attraverso questo ambiente culturale che Étienne conobbe le idee repubblicane dell’antichità classica, idee che influerenzeranno il suo pensiero maturo. Dopo gli studi collegiali gli si prospettò l’occasione di far carriera nella magistratura; così Étienne si iscrisse alla Facoltà di Diritto dell’Università di Orléans. La Facoltà di Diritto ad Orléans offriva un punto di vista sugli studi giurisprudenziali molto originale e all'avanguardia per l'epoca; di tale punto di vista si avvantaggio tutto il pensiero e l'attività politica di La Boétie; ebbe infatti occasione di conoscere le opere di Lorenzo Valla, André Alciat, Angelo Poliziano. Ad Orléans insegnava, inoltre, Anne du Bourg il quale applicava e insegnava con estrema originalità l’interpretazione grammaticale delle espressioni giuridiche, l’analisi semantica dei termini e incoraggiava la riflessione sulla filosofia del diritto e l’esame critico dei testi giuridici.

[modifica] La prima vita politica

La Boétie si laurea in giurisprudenza il 23 settembre del 1553 e, subito dopo, il 13 ottobre, ottiene la licenza reale che gli apre l'accesso alla carica di Consigliere al Parlamento di Bordeaux, carica che ottiene il 17 marzo 1554.

[modifica] L'incontro con Montaigne

Tre anni dopo l'accesso alla carica di Consigliere di La Boétie, nel 1557, toccherà a un altro grande pèensatore francese diventare Consigliere al Parlamento di Bordeaux: Michel de Montaigne; in questo modo I due avranno occasione di conoscersi e sviluppare quella celebre amicizia che Montaigne descriverà nei suoi Essais. I due sviluppano la loro amicizia in un clima politico estremamente travagliato: il Parlamento di Bordeaux viene infatti coinvolto nei disordini seguiti agli scontri religiosi e al diffondersi della Riforma Protestante nel Midi acquitano. Inizialmente il Parlamento si schiera col lealismo realista e attraverso di esso passarono numerose condanne a morte, tra le quali, nel 1559, anche quella del vecchio professore di Étienne de La Boétie: Anne du Bourg. Etienne benché cattolico, aveva avvertito profondamente l’influenza del suo maestro.

[modifica] L'incarico presso la corte

É in questa situazione politica e sociale che, nel 1560, La Boétie si vede affidare una incarico segreto di riconciliazione religiosa presso Caterina de Medici (la quale era reggente al trono di Francia per Carlo IX, allora bambino di dieci anni). L'incarico fu organizzato sotto il pretesto di una ambasciata presso il potere centrale per discutere della paga dei magistrati della città. I motivi per cui un incarico di tale delicatezza venisse affidato ad un consigliere così giovane e, tutto sommato, abbastanza oscuro, stanno, senza ombra di dubbio, nel fatto che La Boétie fosse l’uomo giusto al momento giusto per una tale incombenza: occorre ricordare che il giovane Étienne si era intellettualmente formato sotto Nicolò Gaddi, parente della reggente, ed aveva perciò una naturale predisposizione all'essere ben visto dalla corte reale francese. Inoltre proprio il fatto che La Boétie non si fosse fatto particolarmente notare durante tutta la sua attività di Consigliere al Parlamento di Bordeaux pareva essere indice, nonostante la sua fede cattolica, di una posizione di disaccordo con la politica repressiva attuata fino a quel momento dal Parlamento nei confronti dei non cattolici.

[modifica] L'incontro con L'Hospital

Nell'eseguire il suo incarico, Étienne conobbe e divenne amico del cancelliere Michel de L’Hospital, l'esecutore, per così dire, materiale della politica di tolleranza religiosa e pace sostenuta da Caterina de Medici. Il cancelliere incaricò il giovane di farsi interprete della nuova linea di tolleranza, i cui punti salienti erano contenuti nell’ordinanza degli Stati Generali di Francia (Orléans il 31 gennaio 1561), presso il Parlamento di Bordeaux, che come abbiamo visto fino ad allora aveva seguito una politica filocattolica repressiva. Svolto tale compito, L’Hospital gli affidò l'incarico di mediatore di alcuni scontri religiosi avvenuti nella zona di Agenais; il suo ruolo fu essenziale nel raggiungere una soluzione pacifica di compromesso sostanzialmente soddisfacente per entrambe le parti.

[modifica] Mémoire sur l’Edit de Janvier

Ormai Étienne de La Boétie è diventato uno dei referenti di spicco della politica di conciliazione religiosa della reggente e del suo cancelliere e questo fu ancora più visibile nella pubblicazione della Mémoire sur l’Edit de Janvier, in cui La Boétie prende decisamente posizione a favore della politica di tolleranza religiosa della reggente Caterina dei Medici. In questo testo, inoltre, denuncia i pericoli connessi agli scontri religiosi e dall’altro l’inutilità e la dannosità della repressione violenta: occorre fermare gli scontri in modo non violento, pena la lacerazione dello Stato. La strada per la pacificazione nazionale consisteva, a suo avviso, nello strutturarsi di un “cattolicesimo riformato” in cui poter operare la riconciliazione tra i protestanti cattolici fedeli alla chiesa di Roma.

[modifica] La morte

Nel dicembre 1562 egli è nuovamente protagonista di un tentativo di pacificazione, peraltro riuscito. Sarà questa la sua ultima azione politica rilevante e non perché la sua carriera politica fosse in discesa, anzi, stava cominciando ad assumere un ruolo politico di una qualche rilevanza; però, pochi mesi dopo, improvvisamente si ammalò e morì. Il 14 agosto 1563 egli redasse il suo testamento nominando l'amico Montaigne, che era accorso al suo capezzale, suo esecutore testamenterio. Il 18 agosto, Étienne de La Boétie morì tra le braccia dell'amico invocandone il nome.

[modifica] Discorso sulla servitù volontaria

Il Discorso sulla servitù volontaria (o il Contr'Uno) fu composto da 'Étienne de La Boétie', secondo gli ultimi studi, nel periodo dell'università cioè attorno ai 22 anni. Secondo l'amico Montaigne, tuttavia, il discorso sarebbe stato addirittura precedente, scritto cioè attorno ai 18 anni. Il pamphlet circolò clandestinamente fino al 1576, anno della sua pubblicazione con il titolo di "Il contro uno".

Il discorso sostiene che i tiranni detengono il potere in quanto sono i sudditi a concederglielo, e delegittima quindi ogni forma di potere. La libertà originaria sarebbe stata abbandonata dalla società, che una volta corrotta avrebbe poi preferito la servitù del cortigiano alla libertà dell'uomo libero, che rifiuta di essere sottomesso e di obbedire. Questa relazione tra dominio ed obbedienza sarebbe stata poi ripresa successivamente da pensatori anarchici. Il pensiero di De La Boètie fu anche ripreso dai movimenti di disobbedienza civile, che trassero dal concetto di ribellione alla servitù volontaria il fondamento del proprio strumento di lotta. Étienne de La Boétie fu infatti uno dei primi a proporre la non collaborazione, e quindi una forma di disobbedienza nonviolenta, come arma realmente efficace. La Boètie non è interessato alle «congiure di gente ambiziosa» interessata soltanto a «far cadere una corona, non togliere il re, cacciare sì il despota, ma tenere in vita la tirannide», ma auspica un cambiamento ed una liberazione profonda dal potere.

«Vorrei solo riuscire a comprendere come mai tanti uomini, tanti villaggi e città, tante nazioni a volte, sopportano un tiranno che non ha alcuna forza se non quella che gli viene data, non ha potere di nuocere se non in quanto viene tollerato. Da dove ha potuto prendere tanti occhi per spiarvi se non glieli avete prestati voi? come può avere tante mani per prendervi se non è da voi che le ha ricevute? Siate dunque decisi a non servire più e sarete liberi!» [1]

Proprio la disobbedienza civile, ed il rifiuto di servire l'autorità ingiusta collaborando con essa, avrebbero costituito il presupposto teorico dal quale avrebbero tratto spunto i moderni movimenti nonviolenti.

[modifica] Bibliografia

  • Discorso sulla servitù volontaria (o Il contr'Uno)
  • Memoire sur la pacification des troubles
  • Mémoire sur l’Edit de Janvier

[modifica] Bibliografia secondaria

  • Michel de Montaigne. Saggi. A cura di Fausta Garavini. Milano, Adelphi, 1966 e 1992. ISBN 8845908836
  • GIANNINI, Giorgio, “Ghirigori sulla libertà. In margine al Discorso sulla Servitù Volontaria di É. de La Boétie”, in L’Osservatore Romano, quotidiano, Sabato 11 febbraio 1995.
  • LANDAUER, Gustav, Die Revolution, Frankfurt, 1907, pp. 70/71 e 85/92 (traduzione italiana parziale in DE LA BOÉTIE, Étienne, La Servitù Volontaria, op. cit., pp. 66/68).
  • ROTHBARD, Murray N., “Introduzione” a DE LA BOÉTIE, Étienne, Speech about the Voluntary Slavery, New York, 1975, pp. 9/35 (traduzione italiana in DE LA BOÉTIE, Étienne, La Servitù Volontaria, op. cit., pp. 69/82).
  • BONANNO, Alfredo Maria, “Introduzione” a DE LA BOÉTIE, Étienne, La Servitù Volontaria, op. cit., 1978.
  • MONTANO, Aniello, “Atteggiamenti scettici ed esiti fideistici in M. de Montaigne”, in Atti dell’Accademia di Scienze morali e politiche, XC, 1979, pp. 541/588.
  • GENINAZZI, Luigi, “Introduzione” a DE LA BOÉTIE, Étienne, Discorso sulla servitù volontaria, traduzione italiana di Geninazzi, Luigi, Milano, Jaca Book, 1979.
  • DE CAPUA, Raimondo, “Introduzione” a DE LA BOÉTIE, Étienne, Discorso sulla servitù volontaria, traduzione italiana di Capriglione, Franco, Napoli, Procaccini, 1993.


[modifica] Voci correlate

[modifica] Fonti

  1. ^ E. De La Boétie, Discorso sulla servitù volontaria; in G. Sharp, Politica dell'azione nonviolenta - Potere e Lotta, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 1985, pp. 28-29 [1]


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