Vittorio Poggi
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Vittorio Poggi (Torino, 20 dicembre 1833 – Savona, 31 dicembre 1914) è stato un avvocato, giornalista, militare e patriota, archeologo e funzionario pubblico italiano.
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[modifica] La giovinezza
Nato da una famiglia di origini albisolesi, il padre era un funzionario della Corte dei conti, rimase prematuramente orfano. Esegui i suoi studi primari a Savona nel Collegio degli scolopi, con personaggi come Paolo Boselli, Anton Giulio Barrili e Pietro Sbarbaro, a cui rimase legato per tutta la vita.
Iscrittosi alla Facoltà di giurisprudenza dell'Università di Genova, conseguì la laurea nel 1856.
Fu attivo negli ambienti studenteschi ed intellettuali giovanili savonesi, animati da varie iniziative socio- culturali (la Società letteraria savonese nata nel 1854, nel 1856 viene costituita la Società di culto dantesco, la Società del casino di lettura sorta nel 1857, in ultimo, ma non ultima, la Società progressista degli artisti e operai di cui nel 1858 venne nominato socio onorario).
Nello stesso periodo collaborò a giornale liberali, quali il «Il Saggiatore» e «Il diario savonese», pure militando politicamente nella Società nazionale, nonostante personalmente nutrisse opinioni repubblicane.
A posteriori della laurea, fece il praticantato della professione di avvocato in due studi di Savona e di Genova.
Capoluogo ligure proseguì l’attività giornalistica con la fondazione nel 1858 e, successiva direzione, del quotidiano «San Giorgio», trasformatosi in seguito in «La Nazione», con il quale collaborarono sia Nino Bixio che Agostino Bertani. Il giornale era favorevole alla ripresa dell'iniziativa unitaria e la guerra contro l'Austria.
[modifica] Sotto le Armi
Si arruolò nel 1859 nei Cacciatori della Magra, con il grado di sottotenente combatté nella seconda guerra d’Indipendenza.
Per colpa di una malattia, fu impedito a prendere parte alla spedizione dei Mille. Rimase nell'esercito, in qualità di tenente di fanteria, durante ila guerra del 1866 e la repressione del brigantaggio nel Mezzogiorno.
Nel frattempo sorse in lui la passione per l'archeologia, si interessò ai resti, alle iscrizioni e alle monete che si ritrovavano di frequente, approfondendo particolarmente gli studi di etruscologia e sulle antiche popolazioni romane.
Sin dal 1874 pubblicò numerosi lavori scientifici. Nel 1880-1881 ricevette l’incarico dal Ministero della pubblica istruzione di sovrintendere il nuovo Museo archeologico di Firenze, occupandosi contemporaneamente degli scavi nei siti liguri.
Proseguì la carriera militare, di stanza a Parma, poi a Lodi, a Piacenza e infine a Pavia, fino a quando nel 1890 lasciò l'esercito, col grado di tenente colonnello.
[modifica] La vita pubblica
Nel 1890, in febbraio venne nominato Commissario della Certosa di Pavia e nel successivo aprile Commissario per le antichità e le belle arti della Liguria. Ritornò a Savona a fine 1891, allorché a seguito della soppressione del Soppresso del Commissariato di Genova (1º ottobre 1891), le sue funzioni vennero devolute all'Ufficio regionale di Torino. Divenne quindi membro e presidente della Commissione conservatrice dei monumenti per la provincia di Genova e ispettore per i monumenti e gli scavi del circondario di Savona.
Socio fondatore della Società savonese di Storia Patria nel 1885, ne divenne suo vicepresidente. Si occupò intensamente agli studi archeologici e storici su Albisola (1888-1890) e su Savona.
Realizzò significativi contributi sull’argomento e le prime due parti (il seguito fu completato postumo dal figlio) della Cronotassi delle magistrature e degli eventi della storia cittadina dalle origini fino al XVI secolo.
Per i «Monumenta historiae patriae» si dedicò all'edizione delle Leges Genuenses (1901). Realizzò la la stampa della Series rectorum Reipublicae Genuensis (1900), oltre che di numerosi scritti di storia locale, letteraria e dell'arte, taluni anche a carattere divulgativo (nella «Strenna savonese»).
Ottenuto nel 1892 dal Municipio di Savona l’incarico di prefetto della Biblioteca civica e dell'Archivio della città, che tenne fino alla morte, diventò pure presidente della Commissione per la Pinacoteca civica, pubblicandone il catalogo (1901). Tra i suoi interventi colti, si ricorda specialmente quello incentrato su un incunabolo della Biblioteca di Savona (Di un incunabolo rarissimo e probabilmente unico della Biblioteca civica di Savona, «Bullettino della Società storica savonese», 6, 1903, p. 30-36).
Fu inoltre membro effettivo dal 1892 della Deputazione di storia patria per le antiche province e la Lombardia (vicepresidente dal 1909), socio corrispondente dal 1884 della Società ligure di storia patria e di varie accademie e, dal 1892/93, dottore aggregato alla Facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Genova.