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Quenya - Wikipedia

Quenya

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Quenya ({{{nomenativo}}})
Creato da: J.R.R. Tolkien nel 1912/1913
Contesto: il mondo immaginario di Arda nel romanzo Il signore degli anelli
Parlato in:
Regioni:Parlato in: {{{regione}}}
Periodo: {{{periodo}}}
Persone:
Classifica: non nelle prime 100
Scrittura: Tengwar
Tipologia: {{{tipologia}}}
Filogenesi:

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    Eldarin comune
     Quenya
      
       
        
         
          
           
            
             
              

Statuto ufficiale
Nazioni: nessuna
Regolato da: nessuna regolazione ufficiale
Codici di classificazione
ISO 639-1
ISO 639-2 {{{iso2}}}
ISO 639-3 qya  (EN)
SIL   (EN)
SIL {{{sil2}}}
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo - Art.1
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Il Padre Nostro
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Traslitterazione
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Lingua - Elenco delle lingue - Linguistica
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Estratto dal Lamento di Galadriel (Namárië) in Quenya, scritto con le Tengwar e l'alfabeto latino
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Il Quenya (pronunciato [kwenja]), detto anche Qenya o Alto elfico, ma anche Parmalambe o Tarquesta o alto eldarin del reame beato, è la più conosciuta delle lingue elfiche inventate da J.R.R. Tolkien. Un idioma fittizio, ma grammaticalmente e storicamente realistico, parlato dagli Alti Elfi (non Teleri) che raggiunsero Valinor e poi migrarono verso la Terra di Mezzo. Originario di Aman, sarebbe stato sviluppato dagli Eldar sulla base di una lingua precedente, denominata Eldarin comune, e contiene ancora tutte le caratteristiche principali del primo linguaggio elfico, inventato subito dopo il loro risveglio sulle rive del lago di Cuiviénen.

Estratto: Il Padre Nostro:

Átaremma i ëa han ëa ·
na aire esselya ·
aranielya na tuluva ·
na care indómelya cemende tambe Erumande:
ámen anta síra ilaurëa massamma ·
ar ámen apsene úcaremmar sív' emme apsenet tien i úcarer emmen.
Álame tulya úsahtienna mal áme etelehta ulcullo:
násie:

Indice

[modifica] Storia

Delle tre case degli elfi, i Ñoldor (oppure Noldor secondo una forma tarda) e i Vanyar svilupparono dialetti differenti ma reciprocamente comprensibili (rispettivamente Quenya e Vanyarin Quenya, detto anche Quendya). Questa lingua fu anche adottata dai Valar, che vi apportarono inoltre ulteriori variazioni derivate dalla loro lingua originaria. La terza casa degli elfi, i Teleri, parlavano una lingua differente ma strettamente imparentata al Quenya: il Telerin, (a volte ritenuto un dialetto del Quenya). Ad opera di Rúmil (inventore delle Sarati, poi perfezionate da Fëanor con l'invenzione delle Tengwar), fu inoltre il primo linguaggio scritto di Arda.

I Ñoldor che si rifugiarono nella Terra di Mezzo, in seguito all'oscuramento di Valinor, parlavano Quenya anche con gli altri elfi. Tuttavia, quando Elu Thingol di Doriath, re dei sindar (Elfi della stirpe dei Teleri che rimasero nel Beleriand anziché raggiungere Valinor) venne a conoscenza del fratricidio da loro commesso nei confronti dei Teleri, proibì l'uso del Quenya in tutto il suo regno:

« Mai più alle mie orecchie risuoni la lingua di coloro che in Alqualondë hanno sterminato i miei consanguinei! Né sia più pubblicamente parlata nel mio regno, finché io sieda su questo trono. Tutti i Sindar devono essere informati del mio ordine di non usare la favella dei Noldor né di rispondere a chi con essa si rivolga loro. E chiunque vi faccia ricorso, sarà considerato fratricida e traditore impenitente. »

I Sindar, comunque, furono lenti ad apprendere il Quenya, mentre i Ñoldor in quello stesso periodo avevano già acquisito piena padronanza con il Sindarin (la favella del Beleriand).

Il Quenya usato nella Terra di Mezzo, durante la Terza Era (il periodo corrispondente alle storie narrate ne Il Signore degli Anelli), era divenuto un'occupazione da studioso - qualcosa di analogo al latino nel nostro tempo (in effetti, lo stesso Tolkien si riferì più volte al Quenya come "latino elfico").

Il Quenya veniva usato come linguaggio formale e per la scrittura; il Sindarin era invece il vernacolo di tutti gli elfi. Tuttavia, i Ñoldor ricordavano ancora il Quenya e lo stimavano molto, come testimoniato dalla reazione di compiacimento degli elfi quando Frodo li saluta con: elen síla lúmenn' omentielvo ("una stella brilla sull'ora del nostro incontro").

[modifica] Fonetica

La fonetica Quenya conta 25 fonemi consonantici e 10 fonemi vocalici, questi ultimi suddivisi a loro volta in vocali corte e lunghe. Nella fonetica, il Quenya assomiglia all'italiano molto più che all'inglese. Ogni fonema consonantico è rappresentato graficamente da una Tengwa (una lettera elfica).

Le consonanti e i gruppi consonantici utilizzati sono:

  • b [b] (come in Italiano; si trova solamente dopo m, ed l in alcuni dialetti)
  • c [k] (c dura ([k]), anche davanti ad e ed i)
  • d [d] (come in Italiano; si trova solamente dopo l, n, o r)
  • f [f] (come in Italiano)
  • g [ɡ] (g dura ([ɡ]), anche davanti ad e ed i; si trova solamente dopo n)
  • gw [ɡʷ~ɡw] (come nell'Italiano guaio; si trova solo dopo n, come in lingua)
  • h [h] (come la h aspirata inglese)
  • hy [ç] (come nel Tedesco ich; simile a sci- in italiano)
  • l [l] (come in italiano)
  • ll [lʲ]
  • ly [lj~ʎ] (come gli- in italiano, taglia)
  • m [m] (come in italiano)
  • n [n~ŋ] (come in italiano)
  • nw [nʷ~nw] (come nell'Italiano nuovo)
  • ny [nj/nʲ] (pronunciato come in "miniera" o -più raramente- simile alla "gn" di "gnomo")
  • p [p] (come in italiano)
  • qu [kw] (come nell'Italiano cuore)
  • r [ɾ] (come nell'italiano caro)
  • s [s] (sempre sorda, come in sole, mai come in rosa)
  • t [t] (come in italiano)
  • ty [tʲ~c] (una t palatalizzata; simile a ti- o ci- in italiano)
  • v [w~v] (come in italiano)
  • w [w] (come in Inglese e nell'Italiano uovo; questa consonante è però caduta in disuso durante la Terza Età)
  • x [ks](come nell'italiano xilofono)
  • y [j](come in Inglese e nell'Italiano ieri)

Le consonanti doppie sono meno di quelle utilizzate nell'italiano: cc, ll, mm, nn, pp, rr, ss, tt.

Le vocali sono a, e, i, o, u come in spagnolo (non c'è differenza tra vocali aperte e chiuse, come invece avviene in italiano). Le forme lunghe á, é, í, ó, ú rappresentano vocali allungate (all'incirca raddoppiate).

L'accento tonico non è rappresentato graficamente, segue però le stesse regole del latino (sulla penultima se lunga per natura o posizione, altrimenti sulla terzultima). Quando la e si trova a fine parola, o è combinata con a o o (ea, eo), viene spesso scritta ë; per facilitare coloro che parlano inglese (il suono però non cambia).

[modifica] Grammatica

[modifica] Nomi

I sostantivi Quenya si declinano in nove o dieci casi.

  • Il Nominativo singolare è la forma base del sostantivo. Non utilizza desinenze e funge da soggetto per i verbi.
  • L'Accusativo si forma allungando la vocale finale del sostantivo (cirya nom. ⇒ ciryá acc.), l'uso dell'Accusativo non è però attestato nell'elfico della Terza Era.
  • Il Genitivo si forma con la desinenza -o; se il nome termina in -a quest'ultima cade, es.: parmaparmo; se il nome termina in -o è invisibile.
  • Il Possessivo si forma con la desinenza -va; -wa se il sostantivo termina con una consonante. La sua funzione corrisponde grossomodo alla desinenza 's del genitivo sassone inglese.
  • Il Dativo si forma con la desinenza -n, traducibile in italiano con la preposizione per o a.
  • Il Locativo si forma con la desinenza -ssë, taducibile in italiano con la preposizione su o in.
  • L'Ablativo si forma con la desinenza -llo, traducibile in italiano con la preposizione da o fuori di.
  • L'Allativo si forma con la desinenza -nna, traducibile in italiano con la preposizione a, nel o sopra.
  • Lo Strumentale si forma con la desinenza -nen e contrassegna lo strumento col quale qualcosa è fatto, o la ragione del perché qualcosa avviene.
  • Il Relativo si forma con la desinenza -s, la funzione di questo caso rimane tutt'oggi oscura, ma la teoria più accreditata è quella che venga usato come una sorta di locativo, deducibile da alcuni, pochi, esempi che ci sono pervenuti e da come alcuni studiosi hanno continuato ad usarli in tal modo (es.: i coa i taures/i coa i tauressë = la casa nella foresta).

I numeri Quenya sono singolare, plurale, plurale generale e duale.

  • Il singolare è la forma base, per ciò che riguarda il numero, per come si presenta il sostativo.
  • Il plurale viene utilizzato come in italiano ed è segnalato da diversi affissi in base alla declinazione a cui appartiene il sostantivo declinato.
  • Il duale viene segnalato dalle desinenze -(a)t o -u e "viene utilizzato per referenti costituiti da due unità considerate collettivamente, ossia coppie" (E. J. Kloczko, Lingue Elfiche). L'uno di un affisso a vantaggio dell'altro non è tuttavia arbitrario: -(a)t veniva utilizzato a designare un duale puramente numerico mentre -u individua un'associazione di oggetti coerenti, ovvero una coppia naturale.
  • il plurale generale si forma con la desinenza -li e esprime una pluralità di oggetti considerati globalmente e non nella loro individualità (ibid.)

[modifica] Articoli

L'articolo determinativo Quenya è i (sia singolare che plurale). Non esiste l'equivalente di un, una; l'assenza di articolo indica usualmente che il sostantivo è indefinito.

L'articolo diventa solitamente in davanti a parole comincianti in "i".

[modifica] Verbi

  • Il presente (o continuativo) si forma con la desinenza -a ed allungamento della vocale precedente. (Se la radice verbale termina in -a la desinenza è -ëa).
  • L'aoristo si forma con la desinenza , che cambia in -i se una desinenza è aggiunta. Nel caso di radicali in -A è invisibile
  • Il passato dei verbi regolari derivati si forma con il suffisso -në.
  • Il futuro si forma abbandonando la vocale finale della radice ed aggiungendo il suffisso -uva.

[modifica] Aggettivi

La maggior parte degli aggettivi Quenya termina con le vocali a o ë. Si accordano nel numero col sostantivo che descrivono. Al plurale aggettivi terminanti in -a divengono terminanti in , aggettivi in divengono terminanti in -i, ed aggettivi in -ëa hanno forme plurali in -ië.

[modifica] Numeri

  • 1 (uno) - Minë
  • 2 (due) - Atta
  • 3 (tre) - Neldë
  • 4 (quattro) - Canta
  • 5 (cinque) - Lempë
  • 6 (sei) - Enquë
  • 7 (sette) - Otso {ozzo}
  • 8 (otto) - Tolto
  • 9 (nove) - Nertë
  • 10 (dieci) - Cainen
  • 11 (undici) - Minquë
  • 12 (dodici)- Rasta

[modifica] Combinazioni

  • 35 (trentacinque) - Neldë-lempë {neld-ee-lemp-ee}
  • 94 (novantaquattro)- Nertë-canta {nert-ee-kan-taa}
  • 106 (centosei) - Minëcainenenquë {mien-ee-kain-en-kw-ee}

[modifica] Frasi d'esempio

Tengwar Quenya
Tengwar Quenya
  • Auta i lómë! - "La notte sta per finire!" (da notare l'uso dell'aoristo auta)
  • Aurë entuluva! - "Il giorno risorgerà!"
  • Anar caluva tielyanna - "Il sole splenderà sul tuo cammino"
  • A vanimar, vanimálion nostari - "O bellissimi, padri di bellissimi [bambini]",
  • Mára mesta an ni véla tyë ento, ya rato nëa - "Addio fino a quando non ti rivedrò, e spero che sia presto"
  • Aiya Eärendil Elenion Ancalima! - "Salve Eärendil, più brillante delle stelle!"
  • A Túrin Turambar turún' ambartanen - "O Túrin dominatore della sorte dominato dalla sorte"

[modifica] Collegamenti esterni


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